Il punto/Serie A: Juventus e Napoli subito grandi, le altre bocciate

Cosa ha detto la seconda giornata di Serie A, e l’ultimo weekend calcistico di agosto?

Innanzitutto, una cosa su tutte: tra le cinque-sei grandi del Campionato, c’è ne sono due che sono già più Grandi delle altre.

Quelle che hanno dominato la serie A l’anno scorso. Una era prevedibile, la Juventus, i sette volte Campioni d’Italia, che ha aggiunto un certo Cristiano Ronaldo nella squadra (ma non ancora negli ingranaggi) e destinata a fare da lepre imprendibile anche questa volta. L’altra, un po’ meno intuibile, è il Napoli, vicecampione dello Stivale con 91 punti, praticamente lo stesso dello scorso anno con un Jorginho in meno, ma un Ancelotti, una panchina e una duttilità tattica in più.

Si è ripartiti da loro, dunque. Bianconeri e azzurri. Già a punteggio pieno insieme alla cinica e inaspettata Spal.

Le altre arrancano, per gli stessi motivi. La Roma ha due punti in meno, l’Inter addirittura cinque, il Milan è già a -6, seppur con una partita in meno.

Pallone campionato Serie A - Fonte: Danilo Rossetti
Pallone campionato Serie A – Fonte: Danilo Rossetti

Sono le tre che hanno cambiato di più, le milanesi e i giallorossi. E, quindi, c’è tanto lavoro da smaltire. Sia quello che si portavano dietro, sia quello che accumuli con i nuovi arrivi. L’Inter e il Milan si dimostrano fragili mentalmente, incapaci di reagire alle prime difficoltà. La Roma è la perenne discontinua a cui piace salire e scendere dall’altalena.

Saranno ancora i partenopei a cercare di mettere i bastoni tra le ruote ai piemontesi? Rispondiamo con un numero: 36. Come le domeniche che mancano al traguardo tricolore.

Il weekend appena passato, inoltre, ha visto andare a rete molti difensori (Calabria, De Vrji, Florenzi, Manolas, Tomovic), ha confermato una certa “allegria” delle difese che non ti aspetti (Inter, Napoli, Lazio già 4 reti al passivo, Roma e Milan tre, Juventus due), vede ancora al palo Cr7 e Icardi, e segnare un numero importante di reti, con goleade inaspettate. Vedi la partita di tennis a Firenze. La marcatura di vecchie conoscenze del calcio nostrano, Boateng, e che dalla città di Durante Alighieri potrebbe arrivare la sorpresa del torneo. Più del Torino. E c’è sempre l’Atalanta.

 

Nell’esordio di Cristiano Ronaldo da juventino allo Stadium (nelle precedenti tre uscite, da avversario, aveva sempre segnato), la Juventus non ha avuto molti problemi a sbarazzarsi della Lazio, dimostrando tutta la propria superiorità e forza. Che, molto probabilmente, con il 4-3-3 si evince ancora di più. Davvero tante le frecce a disposizione di Massimiliano Allegri, che ha visto già andare a rete cinque giocatori diversi per cinque reti, e c’è ancora da migliorare sulla posizione e feeling con i compagni del pallone d’oro in carica.

Nel primo tempo, per esempio, il portoghese ha giocato soltanto un pallone nell’area laziale, mentre Pjanic, nel 2018, a domicilio, segna soltanto da fuori area. Ma il talismano è Mario Mandzukic. Il vicecampione del mondo ha segnato in 22 partite di serie A, e in tutte quante la Juventus ha portato a casa i tre punti.

Per i biancocelesti, apparsi fuori condizione soprattutto in Luis Alberto e Milinkovic-Savic, sono cinque le partite consecutive senza tre punti. È la striscia peggiore con Inzaghi jr in panchina.

A Napoli, invece, ci si chiede se la partita l’abbiano vinta i padroni di casa o persa i rossoneri. Forse più la seconda, perché una squadra forte psicologicamente non scompare dal campo avanti 1-2, e il Milan non lo è. Come è da rivedere atteggiamento troppo passivo che Romagnoli e compagni hanno avuto per tutti i 90′. Come, forse, è stato un errore non cercare un vice-Biglia a centrocampo. A Milanello, insomma, Gattuso ha il suo bel da fare, e la sfida con la Roma di venerdì non è quello che ci voleva.

Tra i campani, invece, brilla la stella di Zielinski, che ha segnato ben quattro reti su sedici al Diavolo. Era dall’aprile 2011 che il Napoli non rimontava in modo vincente una partita essendo sotto di due reti. Napoli-Lazio 4-3, per intenderci.

Partenza di stagione da incubo anche per l’altra milanese, che dopo il ko contro il Sassuolo, rimedia un punticino contro il Torino. Anche per Spalletti, che contro i granata forse ha sbagliato ancora formazione, affidandosi a un atipico 4-3-3 con Asamoah esterno a centrocampo, c’è molto su cui riflettere, rivedere e correggere. Nainggolan può essere la ricetta? E, soprattutto, Lautaro Martinez dove è finito? E Candreva?

Nel posticipo di ieri, in Roma-Atalanta, il numero da cerchiare è il 48. Tanti sono stati i tiri. Non accadeva da oltre 8 anni. I giallorossi, seppur con fatica, soprattutto a centrocampo, portano a otto le partite senza sconfitte, ma se non ci fosse stata la magia di Dzeko domenica scorsa, parleremmo di una Classifica già malvagia. Di Francesco può gioire per il colpo da novanta di Pastore, che torna al goal in Italia dopo 2675 giorni – maggio 2011 – e per la sua prova positiva, anche da trequartista, ma deve fare i conti con un centrocampo leggerino e una fase difensiva ballerina. Sicuri che Strootman non poteva tornare utile?

 

 

Per il resto, c’è la Fiorentina che è tornata a segnare sei reti in un match di Campionato dopo 22 anni, Boateng che ha messo a segno una delle reti più tardive nella storia del calcio italiano, la Spal che non portava a casa sei punti iniziali dalla stagione 1959/60.

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