Delio Rossi: “Giocare a porte chiuse è come giocare alle 12.30, non è calcio”
Questa mattina, in casa Samp, si è svolta la conferenza stampa pre-Cagliari, che ha visto Delio Rossi affrontare molti argomenti:

“Questa settimana ho fatto più interviste che allenamenti (ride,ndr), non so cosa inventarmi oggi.
Ci stanno le squalifiche e gli infortuni ma abbiamo una rosa ampia e in più avremo l’occasione di vedere due giocatori al loro posto di quelli che hanno giocato meno, potremo vedere così anche chi è da Sampdoria. Maresca aveva avuto qualche problema ma è da tre settimane che si allena ed è rientrato nel gruppo, sta bene. Giocare a porte chiuse è sicuramente un problema, è come giocare alle 12:30, per me non è calcio. Domenica vista la situazione ambientale bisogna essere più bravi di testa che con le gambe“.
E a chi gli chiede se, visto la salvezza quasi raggiunta, pensa che la squadra possa rilassarsi, dice:
“Il problema è il quasi, quando devi raggiungere un obiettivo non esiste il quasi, o lo raggiungi o no.
Io mi auguro di raggiungere l’obiettivo salvezza e che la Samp giochi in serie A anche l’anno prossimo, se lo otteniamo in tempi brevi poi bisogna considerare che i tifosi ricordano solo le ultime gare, come a scuola se fai bene l’ultimo quadrimestre ne tengono conto se fai male incide”.
Poi prosegue:“Credo che non siamo da secondo posto e nemmeno da ultimi posti, poi non è detto che hai una base da quella cresci, dipende che lavoro fai, puoi anche non crescere o crescere in maniera esponenziale”.
“Mi auguro in futuro di avere un centro con un palazzetto dello sport. Sansone ha avuto un problemino la settimana scorsa ma ora sta meglio, mentre Eder ha avuto un po’ d’ influenza ma adesso sta meglio anche lui. La notte porta consiglio”.
Sui rinnovi: “Penso che la società ha fatto perché in una società, non solo in ambito calcistico, bisogna andare in termini meritocratici. Se tu fai bene devi essere premiato, viceversa se tu fai male puoi andare indietro.
È il giusto tributo a due giocatori che stanno facendo bene ed è un segnale per i ragazzi che stanno dietro, che rimboccandosi le maniche possono avere un futuro”.