Ferguson all’attacco: “Benitez è un allenatore stupido ma fortunato, la Juve di Lippi un esempio per il mio United”

Sir Alex Ferguson, durante la presentazione della sua autobiografia, ha voluto tessere (nuovamente) le lodi della Juve di Marcello Lippi, presa ad esempio dal suo Manchester United.

Foto Austin Osuide - Fonte wikipedia.org
Foto Austin Osuide – Fonte wikipedia.org

Hanno rappresentato un modello per noi quando negli anni ’90 dominavano in Europa. La vittoria al Delle Alpi nella semifinale di Champions per noi è stata la dimostrazione della nostra crescita”, ha riferito l’ex tecnico che nel libro non ha lesinato critiche al ‘rivale’ Rafa Benitez: “Fece l’errore di diventare il mio antagonista personale. Una volta che lo metti sul piano personale, non hai alcuna possibilità, perché io so aspettare. Io ho avuto successo, lui aspirava a vincere trofei che invece andavano in mano mia. Fu molto imprudente. Il gioco del Liverpool? Dal mio punto di vista ha pensato sempre più a difendere che ad attaccare ed a distruggere il gioco avverario piuttosto che a vincere. E’ stato fortunato e qualche volta è riuscito a vincere. Trovavo il suo Liverpool molto noioso. E’ un uomo stupido, ha cercato sempre di non avere amicizie vere durante i suoi trascorsi a Liverpool. Tutto ebbe inizio quando feci notare che Gerrard giocava fuori ruolo nel suo schema, salvo poi essere impiegato in mezzo al campo con la nazionale e fare molto bene”.

 

Beckham, Maldini, Guardiola e Mourinho – Parole dolci invece per Guardiola (“Un allenatore fantastico con una magnifica personalità”) e Mourinho (“Mettendosi a guardare Benitez e Mourinho in panchina, è facile capire chi tra i due sia il vincente”), mentre rivela ammirazione per Maldini: “Ho provato a portarlo al Manchester ma Cesare (il padre, ndr) mi disse che non aveva intenzione di muoversi dal Milan”. Difficile, infine, dimenticare David Beckham, suo pupillo ai tempi dei Red Devils: “È sempre stato un grandissimo professionista con tanta voglia di migliorare, poi si è innamorato di Victoria e il calcio non è più stato una sua priorità. È stato allora che abbiamo deciso di cederlo al Real Madrid. Nonostante non abbia capito la scelta di andare a giocare per i LA Galaxy,  ha saputo reinventarsi quando ha giocato per il Milan e il Paris Saint Germain. Non posso che avere stima per lui, è un’icona in tutto il mondo”.

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