Ibra va al ‘Max’. È lui il vero leader di un Milan che vuole vincere

‘Ibra contro tutti’; ‘Ibra o Allegri?’, o ancora, ‘L’ Ibra furioso’.
Niente di tutto ciò.
Quanto successo negli spogliatoi dell’Emirates, durante l’intervallo di Arsenal-Milan, è invece il segno chiaro che qualcosa al Milan stia tornando a cambiare. La voglia di vincere anche fuori dai confini nazionali è stata la miccia che ha acceso il fuocoIbra.

Da Ibra è partita la riscossa contro i Gunners - Fonte: Wikimedia

Leader in campo lo è sempre stato, Zlatan, gigante buono dal cuore d’oro che a suon di gol s’è sempre fatto valere. Ed ora non stateci a dire che in Champions è poco decisivo, perchè sfido chiunque a trovare un’attaccante puro forte quanto lui negli ultimi anni.
Ma che fosse leader anche fuori dal campo, beh, questa cosa la si poteva solo intuire; invece ora ne abbiamo la prova.
Il Milan è sotto di tre gol e ancora mezza partita va giocata; con un solo altro gol, l’intero discorso qualificazione potrebbe essere messo n dubbio, mandando cosi all’aria quanto di buono fatto.
Ovvio che in una situazione come questa, siano gli uomini, più che i giocatori, a venire fuori.
Al di là delle fattispecie tecnico-tattiche, dell’approccio mentale, dello strapotere fisico-emozionale mostrato dai Gunners in quei primi quarantacinque minuti di gioco, un cambio di rotta era necessario; e quando il Comandante della nave cerca di fare qualcosa, sono i suoi diretti discendenti ad assumere un ruolo fondamentale.
Ed ecco, allora, Abbiati e Ibra; uno a poppa, l’altro a prua, uno a far parlare i suoi guantoni, l’altro a ringhiare duro contro gli altri e i suoi stessi compagni.
Il numero undici s’è caricato appieno la squadra sulle spalle, salvando il salvabile.
Galliani sorride, e noi siamo certi che quanto successo è già bello che dimenticato. O forse Ibra lo ricorderà, perchè a lui questa Coppa comincia a mancare; e venderebbe l’anima pur di stringerla a se, a fine Maggio.
Dovesse pure venderla al… Diavolo! 

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