A Lisbona dieci anni dopo: CR7 contro i fantasmi del passato. Davide batterà ancora Golia?

Il calcio dà, il calcio toglie. Sergio Ramos ne è solo l’ultima espressione. Rigore sbagliato in semifinale di Champions due anni fa, proprio contro il Bayern. Doppietta invece quest’anno, sempre in semifinale; spedisce i tedeschi a casa e manda i suoi a Lisbona: la capitale portoghese ha già ospitato la finale di una competizione europea, e per qualcuno non è stata una serata da ricordare. Procediamo con ordine.

Fonte: Wikipedia Autore: Dagur Brynjólfsson
Nella foto CR7 con la maglia del Portogallo. Fonte: Wikipedia Autore: Dagur Brynjólfsson

4 Luglio 2004, stadio Da Luz, Lisbona, finale dell’Europeo. La Grecia sconfigge 1-0 il Portogallo in terra lusitana e si aggiudica il titolo, sovvertendo qualsiasi tipo di pronostico. Il goal di Charisteas regala ai posteri la fiaba calcistica più bella della storia recente. Sul terreno di gioco c’è un talento portoghese di 19 anni, in lacrime. Il ragazzo si farà dicono; e hanno ragione.

Dieci anni dopo, esattamente il 24 Maggio 2014, si giocherà la finale di Champions League: stesso stadio, stessa città, situazione simile. A contendersi la Coppa dalle Grandi Orecchie due squadre che richiamano ancora una sfida del tipo Davide contro Golia; va detto che in questa situazione il gap è decisamente minore rispetto alla disparità presente nell’atto conclusivo dell’Euro 2004. Stavolta il gigante è rappresentato dal Real Madrid di Carlo Ancelotti, quello di Ronaldo e mr. 100 milioni Bale, affamato per la ricerca della decima Coppa da mettere in bacheca. Nell’altro angolo troviamo l’outsider: l’Atletico Madrid del “Cholo” Simeone. Alzi la mano chi si aspettava di vedere, a Maggio, i Colchoneros a Lisbona ed a dettare legge nella Liga.

Esito scontato? Difficile, il calcio non è una scienza esatta (Hellas docet). Una serie di coincidenze insinua il dubbio sul pronostico. Gli eroi ellenici compirono l’impresa tra lo stupore generale, dando origine ad una campagna pubblicitaria di un noto brand sportivo il cui slogan recitava che nulla era impossibile. I greci venivano dati per spacciati ogni partita ed invece ebbero la meglio su giganti come Francia e Repubblica Ceca. La finale fu però la sorpresa maggiore. Si giocava contro il Portogallo di Figo e di Deco, nella loro Terra e con ogni favore del pronostico. Nella formazione titolare portoghese che perse la finale, oltre a Deco comparivano altri quattro undicesimi  (Nuno Valente, Ricardo Carvalho, Maniche, Costinha ndr) dell’undici tipo del Porto di Mourinho, vincitore della Champions League proprio quell’anno. In molti pensarono ad un bis scontato. Ed invece gli Dei del calcio, quel giorno, avevano stabilito un finale diverso. Una specie di mini-Maracanazo in salsa lusitana.

Il ragazzo si farà dicevano (come cantava De Gregori, che parlava, guarda caso, di un numero 7); e avevano ragione. Quel ragazzo di 19 anni che piangeva sul terreno del Da Luz era CR7: adesso non è più un talentino in erba, ormai è un uomo che ha già dimostrato tutto. Al momento viene considerato il calciatore più forte del Mondo. Ha distrutto a suon di goal ogni record. Vanta già due Palloni d’Oro e una Champions, oltre a 252 reti in 244 partite con i Blancos. In questa Coppa ha segnato 16 reti, recordman di tutti i tempi nella singola competizione.

Dieci anni dopo, per la “Decima”. Stesso teatro, stessa situazione. La città e quella, lo stadio pure. Non gioca per la Nazionale stavolta; Cristiano Ronaldo insegue un’altra Champions e un altro Pallone d’Oro. Gioca con i favoriti, i pluridecorati del Real Madrid che dovrebbero sbranare l’avversario. Lisbona evoca brutti ricordi, lacrime da dimenticare. Il calcio dà, il calcio toglie. Riuscirà a cancellare i fantasmi di dieci anni fa? oppure Davide batterà ancora Golia? Ai posteri l’ardua sentenza.

 

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