Conte rischia la panchina in caso di squalifica

La posizione di Antonio Conte, nonostante il ridimensionamento dell’accusa posta dal pentito Filippo Carobbio, rimane piuttosto delicata. Ricevuto il deferimento dalla procura federale per omessa denuncia sulle gare Novara-Siena e Albinoleffe-Siena, il tecnico rischia di non essere più riconosciuto, a livello federale, come allenatore della Juventus. In caso di squalifica, non avrebbe libero accesso alla zona degli spogliatoi e neanche l’opportunità di presentarsi a conferenze ed interviste post-gara.

Fonte immagine: F1fans, Wikipedia

Tuttavia, gli sarebbe riconosciuto di guidare la squadra negli allenamenti a Vinovo, ma senza guidarli direttamente dal campo. In linea teorica, l’ingresso agli impianti sportivi non è interdetto ad eventuali soggetti condannati in primo grado. Dunque, potrebbe paradossalmente dirigere la squadra dalla tribuna. In merito al deferimento comminatogli, sono stati resi noti sulla Gazzetta alcuni passaggi fondamentali delle deposizioni di Carobbio e dello stesso Antonio Conte. Ecco quanto riferito da Filippo Carobbio il 10 luglio: “Preciso che l’allenatore ci aveva informato che la gara sarebbe finita in pareggio e ricordo bene che all’ultimo, prima della gara, decise di escludere Sestu che, in quel periodo, era sempre titolare; ricordo bene la circostanza in quanto non era mai accaduto che, dopo la riunione tecnica e immediatamente prima della gara, l’allenatore cambiasse la formazione, soprattutto escludendo i titolari; ricordo molto bene quella riunione tecnica, in quanto l’allenatore, dopo averci detto che era stato raggiunto un accordo per il pareggio, ci parlò poco della gara e degli aspetti tecnici, ma ci fece un discorso molto emozionante sulla sua carriera, in relazione all’obiettivo che la nostra squadra stava per raggiungereRibadisco che, non solo non ho mai avuto motivi di astio nei confronti del mister Conte, ma anzi ho sempre nutrito grande stima nei suoi confronti. Prendo atto delle dichiarazioni della moglie di Calaiò relative alla mancata concessione del permesso in occasione della nascita di mia figlia Adelaide avvenuta il 21/09/10; quel giorno, avendo appreso da mia moglie che stava andando in ospedale, chiesi il permesso all’allenatore di poterla raggiungere a Bergamo con l’impegno di rientrare il giorno successivo, per recuperare, nel pomeriggio, l’allenamento svolto dai miei compagni la mattina; il mister rifiutò tale proposta, dicendomi che la mattina successiva non poteva fare a meno della mia presenza in allenamento, in vista della partita che si sarebbe giocata a Piacenza nell’anticipo del venerdì; mi promise peraltro che mi avrebbe concesso un giorno aggiuntivo di riposo dopo la gara; tale circostanza, seppur disagevole per mia moglie, mi inorgoglì molto sia per l’attestazione di stima e fiducia mostratemi, sia in quanto mi fece capire che riteneva essenziale il mio ruolo e le mie prestazioni“. Questa, invece, la deposizione di Antonio Conte del 13 luglio: “Escludo di aver mai detto ai calciatori che il pareggio sarebbe potuto essere un buon risultato anche perché, in tal caso, avrei vanificato tutta la mia opera motivazionale. Non concessi il permesso a Carobbio in quanto era fondamentale prepararsi bene, dovendo affrontare una partita importante; Carobbio non ebbe nulla a replicare. Anzi, in effetti lo stesso Carobbio aveva chiesto prima a Stellini se fosse il caso di chiedermi un permesso e Stellini gli suggerì di andare a Bergamo e di chiamare direttamente da fuori dicendo che la moglie era stata ricoverata d’urgenza in modo di potersi trattenere; Carobbio, però, evidentemente preferì correttamente venire da me a chiedermi il permesso, anche perché, altrimenti, mi sarei comunque molto alterato; solo recentemente ho appreso del pessimo consiglio fornito a Carobbio da Stellini, con il quale mi sono infuriato; lo stesso, peraltro, in medesima circostanza, ebbe a riferirmi di aver raccolto le lagnanze di Carobbio in merito alla mia carenza di umanità, appellandomi come uomo di m…In occasione di Juve-Siena, successivamente alle notizie relative all’indagine di Cremona, la mia compagna mi ha riferito di un colloquio avuto in tribuna con la moglie di Vergassola, durante il quale la medesima le riferiva testualmente: “hai visto quello che ve la sta facendo pagare”; a quel punto la mia compagna ritenne di raccontarmi quanto accaduto in occasione della festa della figlia di Brienza, ove la moglie di Carobbio, alla presenza del medesimo, si era lamentata con lei con tono acceso, additandola con l’indice, in quanto, a causa del diniego del permesso al marito, in occasione della nascita della figlia aveva dovuto sostenere una spesa di 1.500 euro”.

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