Esclusiva-Gianpietro Piovani: “Il calcio italiano ha bisogno di lavorare sui settori giovanili”

Dopo sei giornate di campionato il campo ha già delineato, a grandi linee, quale potrebbe essere l’andamento della Serie A.

Gianpietro Piovani
Gianpietro Piovani
Ne ha parlato in esclusiva a SoccerMagazine.it Gianpietro Piovani, storica bandiera del Piacenza ed ex del Livorno. L’attuale allenatore delle giovanili del FeralpiSalò si è soffermato anche a parlare di alcuni momenti della sua lunghissima esperienza da calciatore ed ha fornito la sua opinione sullo sviluppo dei settori giovanili italiani.

La Serie A è partita già da sei giornate, non senza sorprese, c’è qualche squadra che ti ha particolarmente impressionato?
Guarda, sinceramente le squadre che mi hanno sorpreso di più sono sicuramente l’Inter e la Fiorentina, per quanto riguarda le più quotate, perché hanno cambiato molto e non è mai facile confermarsi. Per quanto riguarda le altre sicuramente il mio Livorno.

Il Livorno sta mettendo sul campo un’organizzazione di gioco, ed una compattezza, che in pochi si sarebbero aspettati ad inizio campionato. Credi che gli amaranto possano portare in porto la salvezza?
Sicuramente il Livorno ha tutte le carte in regola per ottenere una salvezza tranquilla, anche perché in questo momento non vedo grosse squadre, a parte le cinque o sei che giocano per obiettivi importanti. Io me lo auguro di cuore.
Quello degli amaranto è un gruppo unito e alcuni giocatori hanno rifiutato proposte dalla Serie B pur di rimanere a Livorno, a costo di fare le riserve. Quando si arriva a certi livelli, quanto è importante per un giocatore la serenità, e allo stesso tempo il calore, che da una piazza come Livorno?
Tanto, tanto, tanto. Te lo dico tre volte perché credo nei valori del gruppo più di tante altre cose. L’esempio l’ho avuto a Livorno con mister Jaconi. Eravamo una famiglia unita tra noi e unita fra i tifosi, e questo ci ha portato ad ottenere dei grandi risultati. Sono commosso se penso a quel periodo.
A proposito di quanto la piazza possa fare la differenza, a Piacenza sei il giocatore con più presenze in assoluto ed hai rifiutato un’invitante offerta del Valencia, segno di grande attaccamento alla maglia, tornando in dietro rifaresti questa scelta?
Sicuramente sì, la rifarei perché a Piacenza ho trovato una società che trasmetteva fiducia non solo a me ma a tutto l’ambiente e questo mi ha portato a fare questa scelta, un po’ come Igor Protti a Livorno.
Hai fatto parte del Livorno che ha conquistato la promozione in serie B, qual è il ricordo più bello che hai della tua esperienza amaranto?
Come ti ho detto prima la grande coesione tra squadra e tifosi ha fatto la differenza. In campo andavamo in 11 ma ci sembrava di giocare sempre in 3 in più. Fantastici.
Nel 2004 eri presente nella finale play-off Lumezzane-Cesena, durante la quale successe una spiacevole rissa, che ricordo hai dell’accaduto?
Io fui squalificato per sei giornate per aver difeso un mio compagno di squadra che stava per essere massacrato da un gruppo di giocatori del Cesena. Sicuramente per i bambini non fu un bello spettacolo. Non Voglio essere polemico ma credo che ci fosse più interesse a far salire il Cesena che il Lumezzane… (ride,ndr).
Attualmente alleni gli Allievi Nazionali del FeralpiSalò, quanto è importante, secondo te, lavorare bene con i giovani e puntare sul settore giovanile per rendere la Nazionale competitiva in ogni manifestazione? Avendo anche fatto parte del Piacenza che aveva la rosa tutta italiana, cosa ne pensi delle società che preferiscono puntare su un giovane straniero prima di cercare nel proprio vivaio?
Credo che la Feralpisalo’ sotto questo punto di vista voglia crescere molto e io sono orgoglioso di dare una mano a loro nel far crescere i giovani. L’Italia ha bisogno di lavorare sui settori giovanili per poter sperare un giorno di trovare un Messi o un Ronaldo. Ad oggi non ne vedo.
 
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