Esclusiva-Moggi: “Figo persona poco attendibile. Calciopoli? Il patteggiamento fu un grosso errore”

Trattative e scottanti retroscena di mercato, rapporti con giocatori, allenatori presidenti e tifosi e l’inevitabile questione legata a Calciopoli, evento che ha lasciato il segno nel mondo del calcio e nella sua carriera.

Fonte immagine: Stefano Discreti
Fonte immagine: Stefano Discreti

Questo è il succo, seppur sommario, del libro “Il Pallone lo porto io”, che racconta vita, morte e miracoli di Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, che ha scritto l’opera a quattro mani con Andrea Ligabue, giornalista e caporedattore de “Il Resto del Carlino”. Il libro è stato presentato nell’ambito dell’evento organizzato dallo Juventus Club di Francavilla Fontana (Brindisi)svoltosi presso il ristorante – masseria “Torricella” e che ha visto come protagonisti anche Nicola Penta, consulente legale della difesa di Luciano Moggi, l’avvocato Maurilio Prioreschi, e il giornalista e telecronista ufficiale della Juventus Claudio Zuliani. Tanti sono gli spunti che Moggi ha regalato, a cominciare da Calciopoli, “un evento che ha colpito solo pochi individui e poche squadre” ha detto il dirigente, che ha attaccato anche una parte dei media che avrebbero alimentato ‘la macchina del fango’ nei suoi confronti a quel tempo, riservando anche delle frecciate nei confronti dell‘avvocato Zaccone che difese la Juventus nel processo (“il patteggiamento che portò la Juve in B fu un grandissimo errore”) e rimandando ad alcune intercettazioni che allargherebbero il raggio dell’inchiesta (“insieme ai miei legali abbiamo trovato altre telefonate, ignorate precedentemente, che riguardano altre squadre”). L’ex dg bianconero si è poi soffermato anche sul mercato passato, dichiarando che sapeva “comprare un giocatore a 2 e venderlo a 10” e e quello presente, scegliendo il silenzio per quanto riguarda il nodo Didier Drogba, nome caldo del mercato torinese: “Non dico nulla riguardo l’ivoriano, anche perchè non so molto. Se la Juventus lo prende anche a questa età può essere che faccia un affarone”. Su Pogba ha detto: “Con Pogba dobbiamo andare piano.E’ ancora giovane, ma ha tutte le potenzialità per diventare uno dei migliori. Se rimane? Non saprei, dico solo che se bisogna vendere dei giocatori poi bisogna prenderne altri che siano migliori”. Inevitabile il commento su Antonio Conte, rimasto sulla panchina bianconera dopo un lungo tira e molla: “Se è rimasto vuol dire che non aveva ragioni per andarsene. Sono state scritte alcune cose errate sulla questione”. Ovviamente Soccer Magazine non poteva mancare all’evento e, oltre a raccogliere le sue dichiarazioni, ha colto l’occasione per approfondire qualche tema specifico insieme all’ex dirigente.
 
La domanda delle domande, probabilmente la più scontata: qual è stato il miglior acquisto e quello peggiore di tutta la sua carriera?
“Sicuramente l’affare Zidane, sia in entrata che in uscita, è stato il migliore di tutti. Il francese arrivò per una cifra vicina ai 7 miliardi di lire, praticamente un affarone. Poi lo vendemmo per la cifra astronomica di 150 miliardi di lire e lo ‘rimpiazzammo’ prendendo giocatori del calibro di Buffon, Thuram e Nedved e rifacemmo praticamente una squadra in un sol colpo. Il mio peggior acquisto senz’altro è stato l’avvocato Prioreschi (scherza sul suo legale nel processo Calciopoli, ndr)”.

 
Tutti parlano del mancato approdo di Cristiano Ronaldo in bianconero, quando ancora militava nello Sporting Lisbona, ma pochi si ricordano dell’affare Luis Figo, conteso da Juventus e Parma e poi andato al Barcellona. Cosa ci dice al riguardo?
“Figo me lo portò Paulo Sousa. Allora gli facemmo firmare una specie di pre-contratto e, quando andai a depositarlo in Lega, trovai quello che Figo firmò col Parma. Poi sappiamo quel che successe: la Lega riconobbe come irregolari i due contratti e alla fine il giocatore andò al Barcellona. Devo dire che Luis Figo è una persona poco attendibile e che i portoghesi hanno il vizio di fare queste cose”.

 

Il Mondiale in Brasile è ormai alle porte. Qual è la nazionale favorita per la vittoria della rassegna iridata? Come vede l’Italia nella competizione?
“Il favorito numero uno per la vittoria finale è senza dubbio il Brasile, anche perché sfrutterà il fattore campo. Per l’Italia speriamo vada tutto per il meglio e che arrivi il più lontano possibile”.

 

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Olivio Daniele Maggio

Originario di Francavilla Fontana, città dell'entroterra brindisino. Laureato in Scienze della Comunicazione e cresciuto praticamente a pane e calcio, coltiva molte aspirazioni tra cui quella di diventare giornalista professionista, ruolo che oscilla su un filo che divide il lavoro e la passione.

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