Inter, Thohir detta gli obiettivi: “Tornare in Europa per puntare alla finale di Champions nel 2016”

È un fiume in piena Erick Thohir, presidente dell’Inter, nella lunga intervista concessa al Corriere dello sport.

Erik Thohir. Fonte: inter.it
Erik Thohir. Fonte: inter.it

Presidenza– Il tycoon indonesiano spiega subito perché ha deciso di investire in questi colori: “Perché io amo l’Inter. E quando vedo le glorie nerazzurre del passato mi emoziono. Non avrei mai immaginato di essere un partner di Moratti e di diventare proprietario del club, ma, avuta l’opportunità, non ci ho pensato due volte”. Nonostante la possibilità di acquistare altre società, Thohir voleva solo l’Inter: “Mi sono stati offerti alcuni club della Premier League, non quelli di vertice, ma se non sei innamorato di una squadra è dura. Per fare bene le cose, oltre al giusto business, ci vuole anche la passione. E io per l’Inter di passione ne ho tanta. Non sono un business man che cercava solo una società con un brand forte per fare affari. Volevo anche una squadra con una grande storia alle spalle, un club che mi emozionasse. L’Inter è tutto questo. Ho fatto la stessa cosa quando ho investito nei Philadelphia 76ers: erano la mia seconda franchigia preferita dietro i Los Angeles Lakers. La passione è importante.Per competere ad alti livelli bisogna avere voglia, motivazioni ed essere coinvolti in un progetto. Se uno non è felice di essere all’Inter, non può dare il 100%. Io non sono a Milano perché voglio essere glamour, perché punto a essere famoso o perché desidero finire sui giornali. Niente di tutto questo anche perché non mi piace che la gente guardi troppo nella mia vita privata. Io sono qui perché voglio il bene dell’Inter, per riportare questo club a essere competitivo e per vincere.

Lavoro– Ora che è diventato presidente della società, interessa sapere quali sono i passi da fare per riportare in alto i colori neroazzurri: “Conosco bene la storia dell’Inter, non solo i grandi giocatori, ma anche Ventola, Martins, Fresi e quelli che hanno dato un contributo importante pur non essendo della superstar. Questo per dire che tutti sono preziosi. Ho fiducia nei miei dirigenti e in quello che fanno. Io controllo e verifico il loro operato tenendo ben presente una cosa: che noi, io compreso, siamo solo una piccola parte della storia di questo club. L’Inter non è Erick Thohir, ma molto molto di più”. Passi che comunque vanno misurati: “Quando sono arrivato molti mi chiedevano di fare tutto e subito, ma non era possibile perché dovevo prima capire tanti aspetti: le tasse, l’organizzazione della società e altro ancora. Sono all’Inter dal 15 novembre e ho avuto troppo poco tempo. La struttura secondo me deve essere corretta, ma per farlo c’è bisogno sia di tempo sia di creare il giusto feeling con le persone con cui dovrò lavorare”.

Inter– Si parte subito dal pareggio casalingo di domenica: “Non sono arrabbiato, ma dispiaciuto come tutti i tifosi. Credo sia normale perché quella dei primi 45′ non era l’Inter. Nella ripresa invece abbiamo fatto bene. La mia non è una critica, ma i giocatori devono guardarsi dentro e capire perché è andata così”. Pareggio che rende sempre più un miraggio il raggiungimento del terzo posto: “Sarà dura riuscirci, ma il nostro obiettivo deve essere quello di finire quarti o quinti. Se arrivassimo in Champions sarebbe una grande festa per la nostra famiglia nerazzurra, ma intanto dobbiamo tornare in Europa, giocare la prossima Europa League. Il prossimo anno è necessario tornare in Europa, poi proveremo a qualificarci per la Champions con l’obiettivo di disputare la finale del 2016 che si svolgerà a Milano. Questo non è solo il nostro sogno e tradizionalmente poche formazioni riescono a giocarsi una finale… in casa”. 

Serie A– Thohir fa i complimenti alla Juve, la squadra più forte d’Italia: “Ha mostrato grande carattere e ho tanto rispetto per i loro manager che hanno costruito una rosa così importante negli ultimi 2 anni” e alla Roma: “Negli ultimi tre anni i dirigenti hanno lavorato molto. La prima stagione hanno faticato, ma adesso la squadra è forte e sta facendo bene. Il loro progetto è simile al nostro e Pallotta guarda molto al modello che altri americani stanno portando avanti negli States e in Inghilterra”.

Mercato– Primo grande acquisto dell’era Thohir è stato Hernanes: “Vogliamo calciatori che ci aiutino sul campo. Questo è il primo requisito, quello fondamentale. Poi sarebbe importante che potessero darci una mano anche a livello di marketing, giocatori globali che facciano crescere il brand Inter e la considerazione della Serie A”

Mazzarri–  Il presidente ha sempre ammirato il tecnico interista di cui dice: “Finora dico “Sì, è l’allenatore giusto” e credo in lui. Prima della fine della stagione lo incontreremo per capire se la sua visione coincide con quella del board della società. Per il contratto, è troppo presto per dirlo, ma se le nostre visioni saranno in sintonia, può essere il nostro allenatore a lungo. Non amo le squadre che cambiano tecnico ogni anno, ma non voglio neppure avere un allenatore che sia più grande del club”. 

MorattiMassimo Moratti ha suggerito a Erick Thohir di stare più vicino alla squadra: “Io sono il presidente, ma è fondamentale avere un management forte, che porti avanti la strategia che abbiamo. Non è necessario che sia ogni week end alla Pinetina. Essere presente alle partite? Ho visto il match con la Fiorentina da Giacarta fino all’alba e abbiamo vinto, mentre ogni volta che vengo a Milano pareggiamo… (ride, ndr) Secondo me conta il lavoro. E’ su quello che tutti insieme ci stiamo concentrando per il bene dell’Inter”

Arbitri- La sua squadra è ancora a secco di rigori: “Non capisco. La Lega di Serie A ha da sempre i migliori arbitri al mondo. Se all’estero parli degli arbitri italiani, tutti dicono che sono il top. E devono rendere di conseguenza”. L’Inter è stata però sfortunata in certe decisioni: “Gli arbitri non devono uccidere le partite perché alla fine gli spettatori capiscono gli errori. D’accordo, gli arbitri sono persone e possono sbagliare, ma se fanno errori continui, le persone possono farsi delle domande o magari pensare male. Grossi sbagli di continuo possono creare un grosso danno anche alla Lega perché i direttori di gara sono una parte importante del sistema e devono dare, da attori non protagonisti, il loro contributo alla crescita della Serie A. In molti incontri finora abbiamo avuto episodi un po’… così: non so se c’è qualcosa di sbagliato o se siamo solo sfortunati. Tutti hanno capito e visto quello che è successo. Ognuno con i propri occhi: io con quelli del presidente, i tifosi con quelli dei tifosi”. Un aiuto potrebbe arrivare, secondo il presidente, dalla tecnologia: “Il mondo sta cambiando e gli uomini commettono degli errori. Se la tecnologia può contribuire a limitarli, è positivo. Non sono d’accordo con l’utilizzo della tecnologia a 360° perché il calcio perderebbe il suo lato umano, ma per esempio potrebbe essere importante la goal line technology. Per chi è in campo, ma anche per i media”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi. Cookie policy