Juventus, Conte: “Ho fiducia nei giudici, contro il Parma conto di ritornare in panchina”

Antonio Conte si esprime riguardo il processo del calcioscommesse in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. Ecco quanto evidenziato da Soccermagazine.it.

Fonte immagine: ViolaChannel.tv

 

Ha fiducia nei giudici che dovranno valutare il ricorso? «Sì, sono convinto che leggeranno le carte con attenzione evitando, con il proscioglimento, un’ingiustizia. Ho la coscienza a posto, non penso possa dire lo stesso chi ha gettato fango su di me. Sbaglio o parliamo di un ex giocatore che ha ammesso di aver truccato partite per anni? Per carità, il fenomeno del calcioscommesse va stroncato. Ma non si può squalificare una persona in  questo modo, senza nessun riscontro. Chiunque può alzarsi, puntare il dito su qualcuno e mandarlo al macello. Dei giudici ho fiducia, del sistema meno».

 

Ci spieghi meglio. «Un passaggio è fondamentale: se per assurdo avessi ammazzato delle persone, il tifoso juventino sarebbe lo stesso pronto a difendermi. Per gli altri accade il contrario. Ma questa storia va al di sopra delle fazioni. Voglio che la gente sappia che una cosa così può capitare a chiunque. Per questo quando le Procure avranno finito le indagini, penso che la Federcalcio debba chiedersi se le regole attuali del processo sportivo siano rispettose della difesa di un tesserato e delle società quotate in Borsa. Credo si possa coniugare la lotta alle combine con un dibattimento meno sommario: vi sembra normale quello dove i difensori non hanno la possibilità almeno di controinterrogare un pentito considerato credibile anche quando si contraddice in modoevidente? I collaboratori sono tutelati in modo spropositato».

 

Si ricorda che cosa ha provato quando per la prima volta ha sentito il suo nome associato al calcioscommesse? «Quasi mi mettevo a ridere. L’avevo presa alla leggera. Tutto cambiò con la perquisizione».

 

Arrivata poche settimane dopolo scudetto vinto. In una conferenza stampa aveva usato parole dure contro la Procura di Cremona. A distanza di quasi tre mesi che cosa si sente di dire? «Solo io so il dolore che ho provato quel giorno. Non ero in casa, ma c’erano mia figlia piccola e sua nonna. Sa che cosa ha detto un poliziotto a mia suocera che domandava perché? Lo chieda a suo genero il perché. Ha detto così, in modo quasi sprezzante. Ecco, non avendo fatto nulla non potrò mai dare una risposta a mia suocera. Gli avvocati mi hanno spiegato che quello era un atto dovuto, ma questo non lenisce una ferita che resterà aperta per tutta la vita».

 

Lei si dichiara innocente. Perché la gente dovrebbe crederle? Perché Carobbio avrebbe deciso d’inventarsi le accuse per le gare con Novara e AlbinoLeffe? Gli aveva negato un permesso per assistere alla nascita della figlia: basta a spiegare tutto? «Anche qui fatico a trovare una risposta. Certo, tornassi indietro valuterei con più attenzione quella richiesta. Il parto è un momento importante nella vita di una coppia».

 

Gervasoni, altro pentito, sostiene che la gara col Novara è stata combinata daalcuni giocatori prima dell’inizio. Carobbio dàla stessa versione per due volte aCremona, poi davanti a Palazzi cambia e l’accusa. E’ una delle incongruenze su cui insiste la sua difesa. «Mi faccia spiegare l’importanza del fatto: due pentiti ritenuti credibili raccontano cose diverse su Novara-Siena. Non avendo altri riscontri, una versione annulla l’altra. E poi Carobbio ha continuato a cambiare le sue dichiarazioni in modo camaleontico, altro che arricchimenti come li ha definiti Palazzi. L’ultimo aggiustamento è arrivato, guarda caso, tre giorni prima della mia audizione. Carobbio in realtà non è un vero collaboratore, ma un soggetto che si sta difendendo».

 

Le indagini di Cremona, Bari e Napoli hanno portato alla luce un calcio malato. Il gip Salvini ha puntato il dito sui giocatori: mentalità sbagliata e consuetudine di «regalare» partite, specie a fine stagione, sono terreno fertile per gli illeciti. «A obiettivi raggiunti, un rilassamento è naturale. Ma questo non vuol dire permettere a dei criminali di rovinare il calcio».

 

Contento della campagna acquisti? «Per ora, sì. Abbiamo fatto quello che avevamo programmato. Ora c’è da completare la rosa. Chi scelgo tra Llorente e Dzeko? C’è sintonia con Marotta. Il top player non deve essere solo per il costo. Qualcuno arriverà».

 

Il Milan senza Ibra e Thiago Silva sembra indebolito, l’Inter non ha fatto follie sul mercato, la Roma potrebbe perdere De Rossi. «In un momento di crisi economica, noi tecnici abbiamo una grande opportunità: dimostrare che le idee e l’organizzazione di gioco possono colmare il gap, soprattutto con le straniere».

 

Sabato inizia il campionato della Juve… E il suo? «Ribadisco l’ennesima fiducia nei giudici, la mia presenza in aula era proprio un segnale di rispetto verso di loro. Ho annusato l’aria di questo processo, ho ascoltato i miei avvocati e la controreplica di Palazzi. Da quello che ho sentito sono molto sereno e fiducioso: contro il Parma conto di ritornare in panchina».

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