La Roma e il suo stadio: Ecco, come un progetto edilizio può diventare una risorsa

La Roma e il suo stadio. Ormai, sembra più che avviato il progetto, edilizio stavolta, che porterà l’associazione sportiva Roma ad avere uno stadio di proprietà. La Capitale intende seguire il modello juventino, infatti, come è già stato reso noto, il club giallorosso si è affidato alla Cushman & Wakefield, società di consulenza immobiliare proprietà della Exor, una holding della famiglia Agnelli.

Fonte immagine: flickr.com - (C) SerieAdict@

Tale società immobiliare ha il compito di individuare un’area, all’interno del Comune di Roma, adatta, dove costruire l’impianto sportivo. Un comunicato del club capitolino attesta questo accordo: “L’advisor ha già attivato il processo di selezione delle opportunità presenti sul territorio cui seguirà una attenta analisi tecnica, che permetterà di arrivare ad una scelta definitiva entro giugno di quest’anno”.

La Roma e Roma, in quanto città, è pronta ad investire in questo progetto che risiede sul taccuino del sindaco Alemanno già da tempo. Infatti proprio lui, tempo fa, precisamente il 21 settembre del 2011, dichiarava: “Lo stadio è un tema su cui mi sono impegnato in campagna elettorale”. Da qui, comincia il tutto, sottolineiamo però, che lo studio professionale dell’impianto è depositato in comune dal 2008 e prevede come oggetto, la realizzazione di una Cittadella dello sport. All’epoca, il mandato progettuale era stato incaricato al committente “Tor di Valle City Sport s.r.l”.

Sempre nel 2008, erano già pronti studio di fattibilità, progetto preliminare e definitivo dell’impianto, che si sarebbe dovuto costruire in zona Tor di Valle. Il sindaco, però, smentì il tutto, dicendo che lo stadio era una priorità, ma non erano ancora arrivati progetti strutturali validi. Affermazione credibili, se non fosse che tali dichiarazioni sono state fatte, quel 21 settembre 2011, stesso giorno in cui, sulla Cronaca di Roma di Repubblica, compariva il dossier di Legambiente Lazio, che attestava l’ipotesi, non più tanto remota, della costruzione di un nuovo stadio in zona Tor di Valle. Inoltre, Thomas DiBenedetto, allora presidente appena insediato, dopo l’incontro col sindaco avvenuto in Campidoglio, decise di fare un “sopralluogo a Tor di Valle”. Forse ai piani alti, sarà sfuggito questo fascicolo, casualmente già pronto tre anni prima, chissà. A noi non interessa fare banale dietrologia.

Tornando ai giorni nostri, la zona designata sembrerebbe non essere più Tor di Valle, causa vincoli paesaggistici che gravano in quella tenuta. Qui entra in gioco la Cushman, designata a trovare la zona più adatta. Quello che è rimasto, di quel famoso fascicolo, ormai a distanza di ben 4 anni, sono le cifre definitive che ruotano attorno al nuovo colosso. Facciamo i conti: lo stadio avrebbe una capienza di 45.000 posti e sarebbe accompagnato da un hotel di 250 stanze, relativi uffici per 3800 metri quadrati, attrezzature collettive per 17mila, centro congressi (6000 mq) e dulcis in fundo parcheggi e centri commerciali, siti all’interno ( 12mila mq). Costi dell’ operazione: centoventisette milioni e mezzo di euro.

“Alla faccia del bicarbonato di sodio”, direbbe qualcuno. Ebbene sì, questo è quanto, o è tanto, fate voi. Adesso, rimane la risoluzione di una piccola questione, ma fondamentale. Quella relativa al terreno. Sono state già individuate quattro zone della città, che sembrerebbero essere idonee alla costruzione. Bisogna vedere però, su questo terreno chi ci guadagna, perché se la costruzione dovesse sorgere su terreni di proprietà dello “zio Tom”, allora eventuali guadagni e proventi andrebbero totalmente all’A.S. Roma s.p.a. , se lo stadio dovesse costruirsi su terreni che fanno parte del demanio pubblico, sarebbe a dire, che appartengono al comune, bisognerebbe pagarne l’affitto e quindi una parte degli introiti sarebbe ceduta alla città di Roma, dato che, tali appezzamenti di terra sono inalienabili. Essi non possono essere venduti (se non in forza di una specifica nuova legge) e non possono formare oggetto di diritti a favore di terzi, se non nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi che li riguardano. L’eventuale accordo tra il sindaco e Thomas Dibenedetto, in merito alle possibili cifre economiche, non è stato ancora reso noto. Questa è l’occasione per far sì che Roma, grazie ad un progetto così altisonante, possa anche avere un ritorno economico preponderante.

Magari, con i soldi entrati dall’affitto territoriale, il sindaco potrebbe risanare molti problemi che imperversano sulla Capitale. Uno su tutti, quello dell’accessibilità per i portatori di handicap all’interno della città. Infatti, proprio ieri il Comune di Roma è stato condannato per condotta discriminatoria, perché le fermate dei bus non sono accessibili, come molte zone della città. Questo però era solo un suggerimento. L’importante è che grandi opere, come questa, trovino sempre la giusta collocazione all’interno del panorama cittadino, così che si possa sperare anche in un maggiore impegno nel sociale.

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