Mister Mazzone spegne 76 candeline! Tutti i numeri del “Sor Carletto”

76 anni fa, nasceva a Roma uno dei giocatori e, successivamente, allenatori più carismatici e conosciuti. Stiamo parlando di Carlo Mazzone, detto anche Sor Carletto o Sor Magara, a sottolineare la sua spiccata parlata romanesca. Oggi compie gli anni, uomo che ha vissuto il calcio e il suo mutarsi nelle regole, nelle più piccole sfumature, ricoprendo ogni ruolo e carica professionistica. Mazzone conta, infatti, una carriera da calciatore, che inizia a Roma, nelle giovanili giallorosse. Il suo esordio in Serie A è datato 31 Maggio 1959: Roma Fiorentina (1-1). Indossa la maglia della Roma, da titolare, nell’ultima di campionato dello stesso anno, contro il Talmone Torino (4-1). L’anno seguente, il 1960, passa alla Spal dove, però, non lascia il segno. Nessuna partita giocata. Nello stesso campionato, Mazzone, giunse in Serie C, al Siena. Cambio di casacca e categoria, 13 presenze con i bianconeri, ma nessun gol segnato. Questi primi anni di gavetta lo portarono alla consacrazione, che avvenne nel 1961, quando Carlo approda alla Del Duca Ascoli. Nel club giocò per nove anni, collezionò ben 221 presenze, da capitano. Siamo al ‘68-69 e qui comincia, per Mazzone, l’esperienza da allenatore. Infatti, il presidente Costantino Rozzi gli affida la squadra, in attesa di trovare un nuovo tecnico, per due volte. Il 24 Novembre arriva l’esordio sulla panchina del Del Duca Ascoli – dove aveva lasciato il segno da calciatore – in sostituzione di Malavasi. Successivamente, Mazzone subentrò a Capello, precisamente il 4 Maggio 1969, sino a fine stagione. Il tecnico romano rimase in terra toscana, sino al 1975, dove, con due promozioni in tre anni, portò la squadra dalla Serie C al massimo campionato.

Fonte: Danilo Rossetti
Fonte: Danilo Rossetti

– L’UOMO DELLA SALVEZZA –
Approdato nel calcio che conta, Sor Carletto conquista, nel 74-75, la prima di molte salvezze in serie A. Il suo modo di vedere il calcio, prendere le cose con la giusta grinta, badare alla concretezza, in nome dei risultati, gli fa acquisire stima e fiducia da colleghi e avversari sul campo. Tant’è che l’anno seguente passa alla Fiorentina, dove rimase per tre anni, vincendo la Coppa italo-inglese (1975) e classificandosi al terzo posto, nella stagione 1976-1977. Conquistò, negli anni ’80, altre due salvezze col Catanzaro che gli valsero il ritorno all’Ascoli. Mazzone arrivò a portare la squadra al 6° piazzamento in campionato, nel 1981-82, seguito da quattro salvezze raggiunte consecutivamente.
Seguirono l’esperienza a Bologna, dove non riuscì ad ottenere la promozione per pochi punti. Nello stesso anno, Mazzone subentrò, a dieci giornate dal termine, sulla panchina del Lecce. In Salento fece buone cose: nell’86 non raggiunse la promozione, perdendo lo spareggio col Cesena, ma Carletto centrò l’obiettivo l’anno dopo, con un secondo posto. Il percorso fatto in terra salentina e in Sardegna (6° posto raggiunto) valse al Sor Magara il ritorno a casa: la chiamata sulla panchina della Roma.
– LA ROMA E L’ESORDIO DI TOTTI –
A Roma, Carlo Mazzone era di casa. Accolto come uno di famiglia, rimase in giallorosso per tre stagioni. Dal 93 al 96, il tecnico collezionò un settimo e due quinti posti. Gli appassionati lo ricordano per aver lanciato, nel panorama calcistico, Francesco Totti. Quello che oggi è considerato il secondo marcatore di tutti i tempi, nella massima serie, oltre che giocatore di grande spessore e talento. Il rapporto tra i due è spasmodico: lo stesso Totti ha definito Mazzone essere come un padre per lui, quello che gli ha insegnato come comportarsi, che lo ha guidato agli esordi, come si fa con i figli.
Nel 1998 Mazzone approdò nuovamente al Bologna, guidò i rossoblù, portandoli alla vittoria dell’Intertoto e raggiunse anche le semifinali di Coppa Italia e Coppa Uefa. Tutto questo, senza l’apporto di Roberto Baggio, ma con Giuseppe Signori. Passò al Perugia, sotto la presidenza Gaucci, dove fu uno dei pochi a completare un campionato, senza essere redarguito o esonerato dall’esigente patron.
– GLI ULTIMI ANNI: 2000-2006 –
Nel 2000 Mazzone approda sulla panchina del Brescia, dove ritrova Roberto Baggio. Il “Divin codino” segue con abnegazione il suo maestro, infatti nel contratto fa apporre una clausola che avrebbe permesso la rescissione con la squadra, nel caso in cui Mazzone avesse cambiato team. Il tecnico ha segnato la carriera di molti giocatori, considerati oggi top-player. Non solo Totti e Baggio sul suo cammino, proprio Mazzone decise di spostare Andrea Pirlo, da mezzapunta a regista di centrocampo, perché, con Baggio, era troppo isolato. Questa soluzione cambiò radicalmente la carriera del numero 21 nazionale, campione del mondo ’06 e grande protagonista, in quel ruolo, con Milan e Juve.
Mr Carletto eguaglia, con le Rondinelle, il record di quattro salvezze consecutive. Vicino a raggiungere anche l’Europa, la qualificazione alla Coppa Uefa svanì nella finale d’Intertoto, quando il Brescia fu eliminato dal Psg.
Dopo una parentesi stagionale sulla panchina del Bologna, nel 2006 Mazzone arriva a Livorno per sostituire Roberto Donadoni. Anche lì, si instaurò un rapporto speciale: il tecnico concluse la stagione con i toscani, a quasi 70 anni di età. Il tecnico romano ha battuto Nereo Rocco, superando il record di 787 panchine in Serie A. Mazzone ne vanta ben 795, altro record raggiunto è quello dei 40 anni di carriera da allenatore. Tradotto in panchine ufficiali, si arriva a quota 1278.
Insomma, 76 è solo uno dei tanti numeri che oggi raggiunge ed ha ottenuto Mazzone. Celebrarlo con un excursus della sua carriera è uno dei tanti modi, per ricordare che nel calcio di oggi, dove l’allenatore spesso è al centro di contestazioni e polemiche, l’esperienza di un tecnico può essere utile. Dietro ogni partita, ogni gol, ogni risultato, c’è sudore, lavoro e tante emozioni.
Buon compleanno, Mister!

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