Napoli, un febbraio da dimenticare
Fuori dall’inferno con le ossa rotte. Il Napoli di Sarri si aspettava un febbraio difficile ma così è davvero troppo.

Questo il bilancio: perso il primato ad opera della Juventus, ora distante tre lunghezze, due soli punti nelle ultime tre decisive sfide di campionato con Juventus, Milan e Fiorentina ed eliminazione dall’Europa League ad opera del Villareal. Peggio di così ??? Eppure, in uno scenario tanto negativo, i demeriti del Napoli non sono la causa principale della crisi di risultati. Col rischio di apparire i soliti meridionali che si piangono addosso, gli azzurri non possono non prendersela con la cattiva sorte in modo particolare nello scontro diretto con la Juventus, risolto in extremis da un tiro di Zaza deviato dalla difesa, e nella sfida di ritorno al S.Paolo contro il Villareal quando il cross alla cieca di Pina finiva dietro le spalle di Reina e cancellava i sogni europei dei partenopei. La sfida di ieri sera al Franchi finita con un pareggio giusto chiude di fatto un ciclo di ferro dal quale il Napoli sperava di racimolare qualcosa in più. Il dato di fatto lapalissiano scaturito dalla prova del nove rappresentata da questo incancellabile febbraio 2016 è l’insufficienza della rosa partenopea a lottare per più obiettivi. Le evidenti difficoltà fisiche e di conseguenza psicologiche, del gruppo di Sarri sono venute tutte a galla nel momento del bisogno quando, una panchina più competitiva, avrebbe permesso ad Hamsik, Allan ed Albiol di tirare il fiato. L’infortunio immediato di Grassi avrebbe dovuto spingere la società ad un altro sacrificio, necessario per gli impegni del febbraio appena trascorso e il poco lungimirante arrivo di Regini ha soltanto occupato un altro armadietto di Castelvolturno senza strappare nemmeno una riga di commento per l’esordio. Una campagna acquisti di gennaio che doveva andare diversamente, insomma. Invece ci ritroviamo a commentare l’ennesima buona annata di un vino non conservato nelle giuste botti, accontentandoci del soddisfacente e rinunciando per l’ennesima volta all’eccellente. Ora restano undici giornate e trentatre punti in palio, bottino che il Napoli dovrà conquistare partita dopo partita cercando di lasciare meno mance possibili per strada. La Juventus è lì, splendidamente in forma e consapevole dei propri mezzi. Solo il miglior Napoli della storia ed un po di buona sorte possono cambiare lo status quo. AAA, cercasi miracolo.