Primo anno a “Zeru Tituli”, Arrivederci Grande Inter

Una straordinaria serie di successi, prolungati nel tempo, trofeo dopo trofeo. Tanti protagonisti, tanti colpi di scena, mille momenti da ricordare in 7 stagioni, per quello che è stato il ciclo della “Grande Inter” del nuovo millennio.

Fonte: Inter.it

Dopo un ventennio di sofferenza tra polemiche ed errori, alleviata da qualche Coppa Uefa, i nerazzurri conquistano nella stagione 2004/2005, la prima Coppa Italia della Nuova Era.

Lo fa con una doppia vittoria sulla Roma, tra la gioia dei milioni di tifosi, ansiosi di vedere alzare un trofeo dalla propria squadra.

Quella sera, ad alzare la Coppa Nazionale, non c’era Capitan Zanetti (impegnato con l’Argentina) bensi Ivan Ramiro Cordoba; il numero 4 nerazzurro, si rifece qualche mese dopo, quando l’Inter espugnò il Delle Alpi nella Supercoppa Italiana contro la Juventus, dopo i tempi supplementari, grazie ad un gol di Juan Sebastian Veron su assist di Adriano.

Quella era l’Inter di Mancini, costruita pian piano per arrivare ad obiettivi molto più importanti delle Coppe di casa nostra.

Di li a poco, lo scandalo di “Calciopoli” rovesciò completamente gli equilibri della Serie A mandando in B la Juventus e penalizzando le altre “grandi” coinvolte nello scandalo del secolo.

Dalla stagione 2006/2007, comincia l’era di Ibrahimovic e del duello Inter-Roma, con i nerazzurri che prevalgono sempre e comunque sui giallorossi, fatta eccezione per un paio di finali di Coppa Italia.

Quell’anno, l’Inter macina record su record riuscendo a compiere l’impresa delle 17 vittorie consecutive (diciasette!!!) e 97 punti in Campionato.

Sarà cosi per altri anni consecutivi, quasi ad abbuffarsi di Scudetti, dopo essere stati a digiuno per tanti anni.

L’Inter cresce, diventa sempre più matura e decide di fare il grande passo con il nuovo “Mago”, Josè Mourinho.

E’ lui a cambiare definitivamente marcia ad una squadra bloccata psicologicamente per fare il grande salto.

Lo dimostra l’eliminazione a Manchester, quando Mourinho promise che dall’anno successivo anche l’Europa non sarebbe più stata un tabù; si, perchè in Campionato i nerazzurri continuano ad essere padroni incontrastati, vincendo quasi con facilità, lasciando ad Ibra lo scettro di leader incontrastato.

Ma la stagione 2009/2010 cominica col botto!

Via Ibra, dentro Eto’o, Milito, Thiago Motta, Lucio, Sneijder e poi Pandev…

I nerazzurri cambiano metà squadra e cominciano una cavalcata mai realizzata da qualsiasi altra squadra in Italia; Campionato, Coppa Italia e, dopo 45 lunghissimi anni, la tanto sognata Champions League, per un Triplete che rimarrà nella Storia del nostro Paese.

Un’impresa leggendaria che porta l’Inter all’apice del calcio mondiale (memorabile il 3-1 al Barcellona) e consacra Mourinho come migliore allenatore al mondo.

Da qui, la lenta discesa.

Lenta perchè nel frattempo ci sono ancora una Supercoppa Italiana, un Mondiale per Club e, nel maggio scorso, l’ennesima Coppa Italia.

15 Trofei in Sette anni…mostruoso!

Ma si sa, le favole prima o poi finiscono, per forza di cose.

Massimo Moratti qualche errorino lo commette, circondato da qualche consigliere sciagurato, sbagliando a non impostare subito un progetto, vivendo alla giornata e pensando di poter vivere di rendita, in un calcio che però è troppo ingrato e mai riconoscente con chi fino a qualche mese prima ha fatto salire sul tetto del mondo la propria squadra.

Per forza di cose dicevamo, i nerazzurri pagano tutti questi errori, poco aiutati dall’età anagrafica sicuramente non più freschissima e cadono, sempre più giù, diventando quasi irriconoscibili.

Fino al 92esimo minuto di un martedi di metà marzo, quando un attaccante di nome Brandao, infila Julio Cesar, lasciando di ghiaccio 70mila spettatori, ancora speranzosi che questa Inter potesse sopravivvere.

Quel gol ha staccato definitivamente la spina a quella che è stata una grandissima squadra.

L’applauso finale di tutto il popolo nerazzurro a quegli uomini che tanto hanno dato a questa squadra, è stato il giusto tributo dopo tante battaglie e guerre vinte.

Ma quel gol di Brandao, è stato anche il sipario che è calato dopo un ciclo meraviglioso che, come nelle favole, verrà ricordato con il classico “C’era una volta…”.

Arrivederci, Grande Inter.

 

 

 

 

 

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