Sampdoria: per Mihajlovic contro il Livorno sarà una finale

Conferenza stampa inusuale per Sinisa Mihajlovic che prima di lasciare spazio alle domande dei giornalisti ci tiene a fare un discorso di apertura.

Fonte: Laura Rossetti
Fonte: Laura Rossetti

“Domani ci giochiamo una finale che dobbiamo vincere a tutti i costi, come se fosse l’ultima partita del campionato. Se dovessimo vincere potremmo dire di essere praticamente salvi e sarebbe il coronamento di una grande impresa. Sono arrivato qui che eravamo ultimi in classifica e ora, a 11 giornate dalla fine, potremmo dire di aver raggiunto la salvezza. Dobbiamo vincere per tanti motivi: perché una società come la Sampdoria non dovrebbe mai lottare per non retrocedere; dobbiamo vincere perché siamo ambiziosi e non ci accontentiamo mai; dobbiamo vincere e da lunedì iniziare il campionato che la Sampdoria merita di giocare, senza fare l’errore di fermarci dopo aver raggiunto l’obiettivo. Questi giocatori, questa società e questi tifosi meritano ciò che stiamo facendo. Da quando abbiamo iniziato a lavorare abbiamo fatto meglio del Milan, dell’Inter, della Fiorentina, del Verona; saremmo sesti in classifica, ma questo non ci basta e non deve bastare ai miei ragazzi, perché noi vogliamo salire, salire ancora e a fine campionato fare i conti.
Da lunedì si potrebbe aprire un altro campionato, che ci potrebbe regalare tante soddisfazioni, ma per farlo dobbiamo vincere domani. È per questo che invito i tifosi a venire allo stadio, chiedo loro di sostenerci”.

Poi, finito il discorso introduttivo, analizza la vittoria di Torino e la prossima gara: “A Torino i ragazzi hanno fatto una grande partita e abbiamo vinto meritatamente. In settimana ho cercato di spiegare che con il Livorno non sarà una partita facile perché è una squadra in salute, un gruppo che con Di Carlo ha cambiato mentalità, ma se noi giochiamo come sappiamo, con lo spirito giusto e con concentrazione secondo me vinciamo”.

Parla anche dei giocatori chiamati dalle rispettive Nazionali.
“Sono molto contento per loro perché significa che stanno facendo bene e meritano questa soddisfazione”.

In chiusura risponde a chi lo paragona a Boskov.
“Essere paragonato a Boskov per me è un grande onore perché è stato lui a portarmi in Italia e per me è come un padre. Potrei aver qualcosa di lui ma essere accostato ad uno che ha fatto la storia del calcio, per ora, è troppo”.

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