Palermo, Sorrentino spiega: “Mai chiesto la cessione, ho ricevuto minacce anche per il nome di mia figlia”

Stefano Sorrentino, portiere del Palermo, spiega in conferenza stampa ciò che è accaduto durante la sessione estiva di mercato:

Fonte: Alessandra Lo Monaco
Fonte: Alessandra Lo Monaco

“Il mercato è stato più un problema dei giornalisti che non mio. La gente poi legge quello che si scrive sui giornali. Ho saltato un solo allenamento, il penultimo, durante il ritiro, per un problema al polpaccio, dopo questo episodio si è cominciato a scrivere di tutto sul mio conto. Allora con la testa dura che ho, sono sceso in campo con questo problema, per non dare adito a polemiche. Ho manifestato a Gattuso la mia volontà di avvicinarmi a casa, io sono separato da mia moglie, e in Italia la legge sulla separazione, da uomo e padre, non è facile da affrontare. Sono cose private e andrebbe giudicato solo quello che si fa in campo. Ho parlato solo di questo con Gattuso e Perinetti in maniera molto limpida. Poi, quello che è stato detto e scritto non era corrispondente al vero…Io ed Hernandez eravamo le due punte dell’iceberg di questa situazione. Il mio agente ha sbagliato nel parlare, nel dire che non è riuscito a a portarmi in Serie A, magari per riassumere una situazione e senza voler tirare fuori i fatti personali. Ma da questo non si può intaccare la mia professionalità. Non ho mai chiesto la cessione, per me restare a Palermo anche in Serie B, è una gratificazione, ma tutto questo non è stato messo in risalto”. Alcuni tifosi hanno criticato duramente il portiere su Twitter, social network  a cui Sorrentino è iscritto: “Gli insulti di certi tifosi non mi fanno assolutamente cambiare idea sulla piazza, sono stato in giro per Palermo in questi giorni e nessuno si è mai permesso di dirmi qualcosa dal vivo. Però su Twitter molti avevano esagerato, alcuni dicevano che non dovevo chiamare mia figlia Viola, altri che mi avrebbero aspettato fuori dal campo. Però se qualche giocatore va via e dice quello che pensa viene criticato. Ci sono stati giocatori presi a parole e insultati, poi se dicono che giocare a Palermo non è facile allora sembra che abbiano detto una cosa non vera. Se uno fa come me, comunque viene criticato e gli si dice che lo aspettano fuori”. 
Qualche parola infine sull’inizio non esaltante del Palermo in Serie B: “Abbiamo preso un pò troppi gol. La maggior parte di testa e come centrimetri ci siamo, quindi è questione di attenzione. La B è più difficile della Serie A a livello di mentalità, certe cose in B non le puoi fare. Siamo usciti dal campo travolti dai fischi pur avendo avuto moltissime occasioni. Bisogna registrare ancora i meccanismi, col passare del tempo penso che la situazione migliorerà senz’altro”. 

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