Il punto/Serie A: comanda Torino e pure la Milano nerazzurra

Comanda Torino. E pure la Milano nerazzurra.

 

Pallone campionato Serie A - Fonte: Danilo Rossetti
Pallone campionato Serie A – Fonte: Danilo Rossetti

Dopo la seconda giornata di serie A, il titolo dei giornali sportivi poteva essere tranquillamente questo. Senza infamia e senza lode. A guardare tutti a testa in giù c’è una coabitazione di abitudine, ritorno e sorpresa. Gli otto volte scudettati della Juventus, la nuova Inter di Antonio Conte e il Torino di Walter Mazzarri.

I 90 minuti che ci siamo messi alle spalle hanno dato molto spettacolo, adrenalina, non poche marcature, alcune risposte, tante squadre che devono sistemare qualcosa, e gli immancabili imbecilli che non hanno ancora imparato cosa voglia dire il tifo sano e sportivo.

E partiamo dalla vetta, allora. I campioni d’Italia hanno battuto il Napoli con un pirotecnico e inaspettato 4-3 ma, punteggio a parte, hanno dimostrato per oltre un’ora di essere (ancora) superiori ai partenopei. Più squadra quella bianconera, più quadrata, più vogliosa, più sicura dei propri mezzi e in attesa – De Ligt a parte, comunque impacciato – dei nuovi arrivi, e del gioco totale alla Sarry’s style, ancora pallido e timidamente parziale. Ma che quando si manifesta, ti fa bene agli occhi. Sono vietate, però, le pennichelle paurose e inaspettate, non sempre risolvibili con favori altrui clamorosi. I vicecampioni dello Stivale, invece, hanno mostrato, quando hanno potuto e voluto, di avere argomenti interessantissimi, soprattutto dal centrocampo in su, ma anche una fase difensiva troppo allegra e, a tratti, quasi inconcepibile. Ancelotti dovrà far vedere e rivedere le reti che Koulibaly e compagni hanno incassato allo Stadium.

I nerazzurri, guidati da un Stefano Sensi in versione trascinatore e già calatosi nello stile e volontà del proprio allenatore, vincono a Cagliari ma non convincono, ma sono proprio le vittorie “sporche” che fanno godere di più.

Il Torino, invece, ha centrato il colpo del weekend, andando a vincere a domicilio dell’Atalanta e per di più in rimonta. L’essere partiti prima degli altri, causa preliminari di Europa League, sta dando i frutti, chissà se duraturi.

Alle spalle del terzetto a punteggio pieno, c’è una bella Lazio, che impatta 1-1 nel derby capitolino per nulla brutto e al cloroformio, il Bologna di un sempre più gladiatore Sinisa Mihajlovic, il Verona, corsaro a Lecce, e il solito mucchietto selvaggio tipico delle prime domeniche della stagione.

Prima gioia stagionale anche per il Milan, che con una capocciata di Calhanoglu ha regolato con il minimo sforzo sindacale un Brescia troppo spuntato dalle parti di Donnarumma. I miglioramenti rispetto a Udine sono stati minimi, anche perché la rosa rossonera è quella del vorrei ma non posso, per le tante famigerate restrizioni e costrizioni estive.

Ancora al palo, tra le altre, Sampdoria e Fiorentina, ma che hanno due situazioni diverse eppur tante cose simili. I doriani hanno un allenatore nuovo ma una squadra indebolita e (forse) mentalmente scossa dalle poco chiare vicende societarie. I viola un mister che continua a fare male (2 pareggi e 7 sconfitte), momentaneamente salvato da Commisso ma una rosa che ha un potenziale offensivo da prime della classe.

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