Il punto/Serie A: E arrivò, già a marzo, l’extra omnes

Il primo weekend calcistico di marzo in Serie A è anche quello del game over.

Dell’extra omnes, del fuori tutti. Fuori tutti gli altri, chiaramente, anche se c’è da chiedersi se siano davvero mai entrati. Nella corsa scudetto, chiaramente.

Ieri sera, infatti, proprio sul campo della principale rivale per la corsa al Tricolore, la Juventus ha di fatto messo sul petto il 35esimo triangolino verde, bianco e rosso, l’ottavo di fila, spedendo a -16 i campani a 12 giornate dalla bandiera a scacchi.

 

 

Pallone campionato Serie A - Fonte: Danilo Rossetti
Pallone campionato Serie A – Fonte: Danilo Rossetti

E al “San Paolo” si è capito perché i bianconeri non hanno rivali nel Belpaese, anche non giocando un calcio scintillante. Hanno dimostrato di saper interpretare meglio, con più convinzione, sicurezza, tranquillità e anche con più mezzi, certe partite e certi scontri diretti. Bravissimi a sfruttare gli episodi a proprio favore (la punizione di Pjanic, la prima juventina su calcio piazzato quest’anno, e la capocciata di Emre Can) e di colpire al momento giusto, di saper soffrire il ritorno degli avversari (tutto il secondo tempo, praticamente), di avere un lunghissimo conto aperto con la buona sorte (palo di Zielinski subito dopo l’1-0 e il rigore di Insigne calciato sul palo sul 2-1), e di avere nel complesso un bel po’ di più rispetto al resto della compagnia. Si chiama mentalità. Bisogna aggiungere due cose, però. I campioni d’Italia non hanno dimostrato un passo in avanti rispetto agli ultimi due mesi, ed è difficile dire se siano pronti per l’assalto all’Atletico Madrid il 12 marzo. Certo è che sono 26 le trasferte utili consecutive e 30 le partite senza sconfitte.

E che il Napoli ci ha messo tanto del suo per perdere contro gli acerrimi rivali, sbagliando (tante) cose che non avrebbe dovuto errare, arrivando forse troppo carico di tensione alla partita – male in questo senso le parole alla vigilia del patron De Laurentiis, ma non è una novità – e gridando alla malasorte in alcuni frangenti della contesa. Nel complesso, però, la banda di Carlo Ancelotti ha dimostrato che le manca ancora qualcosa per puntare a scalzare la dittatura che arriva da Torino. Ma ha avuto la benedizione che sarebbe meglio gettare anima e corpo all’Europa League, oltre che difendere – se così si può dire – il secondo posto. Che non è in discussione.

 

 

Juventus 73, Napoli 57, dunque. Alle loro spalle c’è il vero divertimento. La terza forza della Serie A è diventata il Milan (48 punti), a cui basta un’autorete per avere la meglio di un Sassuolo volitivo e che meritava qualcosa in più. Quarto successo consecutivo per i rossoneri, che nel girone di ritorno hanno messo in cascina 17 punti su 21 disponibili, con cinque vittorie e due pareggi (Napoli e Roma). Non perdono da nove partite, e non hanno subito reti in cinque delle ultime sette partite disputate. E Gattuso ha portato a 25 le vittorie in 50 panchine. I sette volte Campioni d’Europa, però, dopo un mese e mezzo a tutta, hanno dimostrato di avere poco ossigeno, e di essere un po’ sulle gambe. Per centrare gli obiettivi – e adesso dipendono soltanto da Romagnoli e compagni – il mister calabrese deve essere bravo a coinvolgere tutta la rosa, anche perché Bonaventura e Zapata a parte, è tornata a essere al completo. È il gruppo che conta in questi casi.

Soprattutto perché, nella seconda parte del girone di ritorno, le trasferte non saranno per nulla semplici e nessuno regalerà nulla.

La sensazione, però, è che, soprattutto a livello psicologico, il derby del 17 marzo sarà di una importanza capitale.

Il Milan, allora, ha superato l’Inter (47 punti), finita ko venerdì a Cagliari dopo un periodo in cui sembrava in ripresa, e ha portato a quattro le lunghezze di vantaggio sulla Roma – tre schiaffi nel derby capitolino -, e stracittadina che invece ha rilanciato le ambizioni della Lazio (41 punti, ma una partita in meno).

Fare pronostici è onestamente complicato, perché vista la non eccelsa qualità delle contendenti può accadere davvero di tutto.

La prima domenica del terzo mese dell’anno ha sorriso anche all’Atalanta, contro cui la Fiorentina di un cecchino Muriel (sette goal in otto tiri in porta) ha potuto ben poco. Al Torino, tre reti al fanalino di coda Chievo ma tutte nell’ultimo quarto d’ora, e davvero tanti applausi al lavoro di Mazzarri. I granata non beccano reti da sei partite, ne hanno incassati soltanto 22 – come le milanesi, per intenderci – e hanno perso soltanto 5 sfide. Meno di Lazio, Roma e Inter, tanto per capire. Reggeranno fino alla fine?

Anche gli orobici e i granati hanno 41 punti. Nella Sampdoria, invece, Fabio Quagliarella è tornato a essere una sentenza, e centrare un altro record. È il secondo giocatore blucerchiato a toccare quota 19 reti in due stagioni consecutive, raggiungendo così Vincenzo Montella. Correvano gli anni 1996-97 e 1997-98.

 

 

Nella parte bassa della Classifica di Serie A, invece, il Chievo sembra ormai segnato al proprio destino. Per tutte le altre – ma il Frosinone e il Bologna rischiano tantissimo – ci sarà da sudare fino all’ultimo minuto.

 

 

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