Il punto/Serie A: la lepre è subito bianconera, le mine vaganti non mancano

La lepre ha già i colori bianconeri. E alle sue spalle un agguerrito team di mine vaganti.

La terza domenica di Campionato ha confermato, ancora una volta, la tendenza delle prime due settimane: le big della serie A, a parte i Campioni d’Italia, hanno più di qualcosa da far registrare e sistemare, un sistema difensivo che scricchiola ed equilibri da perfezionare, le prime punte ancora con i fucili scarichi (Immobile, Dzeko, Cristiano Ronaldo, Higuain, Icardi hanno collezionato soltanto due goal in cinque).

A godere, allora, è il resto del mondo. In modo particolare, il Sassuolo di Kevin Prince Boateng, la squadra più prolifica del lotto con otto reti messe a segno. La Fiorentina di Stefano Pioli. E altre che sembrano poter dire la loro.

Ma non è un fenomeno da circoscrivere, perché già analizzato, visto e rivisto nelle stagioni scorse. Perché allo start c’è sempre qualcuno che ha bisogno di tempo per ingranare la piena velocità.

Gli occhi dei tifosi, invece, si stropicciano per l’alta frequenza dei colpi di tacco vincenti. Lunedì aveva il sapore argentino di Pastore, ieri quello nostrano di Quagliarella.

Quagliarella - Fonte immagine: Вячеслав Евдокимов - fc-zenit.ru, Wikipedia
Quagliarella – Fonte immagine: Вячеслав Евдокимов – fc-zenit.ru, Wikipedia

 

 

In testa, allora, l’unica ad aver fatto all-in è la Juventus, già da sola lì in cima alla Classifica. Anche sabato, nella non semplice trasferta del Tardini in casa di un Parma gagliardo, vivo, troppo sprecone nonostante un Gervinho trascinatore, i bianconeri hanno vinto più di spada che di fioretto, sfruttando le molteplici sfaccetature della loro superiorità.

Il 4-3-3 sembra essere, almeno al momento, il modulo migliore per unire la tanta qualità offensiva e la quantità degli altri reparti. Soprattutto lontano dallo Stadium, dove Chiellini e compagni concedono qualcosina agli avversari (tre reti incassate in due trasferte), e soffrono più di quanto di possa pensare. In attesa del cinque volte pallone d’oro (era dall’estate 2010 che non restava a secco per tre gare consecutive, ma è il giocatore che più di tutti ha tirato verso la porta, ben 23 volte), che Dybala ritrovi se stesso, Massimiliano Allegri scopre quanto sia fondamentale il vicecampione del mondo Mario Mandzukic, e che tutti possono andare a segno. Già sei marcatori per sette reti.

Nove punti su nove. Tre vittorie su tre a principio di Campionato. È la quinta volta che accade nelle ultime sette stagioni, la terza consecutiva.

Dietro, tutte quelle che dovrebbero contrastarla si fanno male. Il Napoli è stato preso a pallate dalla Sampdoria, complice ancora un approccio di match troppo soft e leggerino. Aspetto da migliorare in fretta per Carlo Ancelotti, anche perché le rimonte da urlo e da titoloni dei giornali non sempre riescono. Così come una fase difensiva da punto interrogativo, con sei centri incassati in tre domeniche, con altrettanti tiri avversari subiti.

Tanto lavoro ha anche da fare Di Francesco sulla panchina della Roma, che al di là del ko all’ultimo respiro contro il Milan, deve trovare, e in fretta, un modulo preciso che ben si adatti ai giocatori e non il contrario (nessuno ha capito la difesa a tre di San Siro), equilibrio tra i reparti e registrare presto il centrocampo, completamente nuovo rispetto alla passata stagione.

Per adesso, le cessioni eccellenti – Nainggolan, Strootman e Alisson – sono più pesanti delle facce nuove. E c’è anche una condizione fisica da grattacapi.

Il primo weekend di settembre ha regalato le prime gioie per le milanesi e la Lazio.

Il Milan ha dimostrato di essere in palla nell’anticipo di venerdì, soprattutto mentalmente, che non può rinunciare al tuttofare Higuain, che ha ancora Suso in una fase abulica, che concretizza e tira poco rispetto alla mole di gioco, e su quale tipo di filosofia e idea di gioco sta lavorando. Sempre al controllo della sfera, anche quando c’è da spazzare l’area di rigore.

Sorride anche l’Inter, che ne rifila tre al Bologna in una partita che però fino al 65′ era noiosa, brutta, e tatticamente bloccata con i nerazzurri lenti e impacciati contro una squadra tutto schierata in difesa e ancora a “zero” nella casella delle marcature stagionali, come il Frosinone. Mentre Luciano Spalletti attende i bomber, gongola con i centrocampisti. Nainggolan, già a segno per la quarta volta contro i felsinei. Candreva, che non esultava per una rete da 504 giorni, dal primo derby cinese contro i rossoneri datato 15 aprile 2017. Perisic, uno dei punti chiave della compagine del mister di Certaldo.

Un’aspirina in casa nerazzurra, ma bisogna vedere l’effetto che fa.

Primo squillo anche per la Lazio, che ringrazia uno dei suoi uomini chiave, Luis Alberto, talmente fondamentale che ha messo lo zampino in 11 reti nelle ultime dieci presenze.

 

 

E il resto? Ci godiamo la partenza lanciata del Sassuolo di Roberto De Zerbi, ieri quattro goal in 12′ nel pirotecnico 5-3 contro il Genoa. La Fiorentina, squadretta di tanti giovani di belle speranze.

E pure Chievo-Empoli, prima partita di questa nuova stagione con zero tiri nello specchio del primo tempo.

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