Il punto/Serie A: il campionato non è deciso, meno male che Milik c’è

La rete del polacco Milik ha consentito al Napoli di restare un po’ in scia a una Juventus sciacalla e famelica in Serie A. E il Milan irrompe di forza, dopo anni, in zona Champions

Meno male che Milik c’è.

Già, perché oltre al sempreverde e mai intramontabile Sergio Pellissier, quasi 40enne e in rete domenica contro la Lazio (sua vittima preferita in serie A), l’uomo copertina della 14esima giornata del Campionato è l’attaccante polacco del Napoli. Che, al minuto 85 della sfida contro l’Atalanta, ha ridato fiato e un piccolissimo sorriso a tutti i non juventini d’Italia. La sua rete, bellissima sotto tanti aspetti, non solo ha permesso ai suoi di superare, e bene, l’ostacolo orobico, ma di far restare i partenopei a -8 da una Juventus che non conosce soste.

 

 

Milik al Napoli - Fonte immagine: Илья Хохлов - Football.ua, Wikipedia
Milik – Fonte immagine: Илья Хохлов – Football.ua, Wikipedia

 

 

Ed eccoli, allora, due dei temi del primo weekend di questo lungo mese di dicembre. La Juventus che sta battendo ogni record; il Napoli rimasta la prima e, forse, più credibile inseguitrice; Il Milan che piomba al quarto posto.

I vicecampioni d’Italia, allora. Che stanno disputando un’ennesima stagione a tutto gas. Ben 32 punti dopo 14 giornate (più di 2 punti a partita). Dieci successi e solo due pareggi. Sette risultati utili consecutivi. Secondo attacco della serie, alle spalle dei bianconeri. Secondo posto solitario, ricacciando l’Inter tre punti sotto. Notevole, anche, il lavoro di Carlo Ancelotti. Arrivato in punta di piedi, ci ha messo poco tempo a far capire il 4-4-2, a resuscitare chi con Sarri era ai margini, a tenere in tensione tutta ma proprio tutta la rosa, a non dare nulla per scontato. Come era prevedibile, vista anche la non sontuosa campagna acquisti estiva, è lui il top player arrivato a Castelvolturno.

Il problema, però, è che non sta bastando. Tutta responsabilità di una Juventus ingorda e famelica. Anche a Firenze, trasferta solitamente ostica.

Un netto 3-0, e superiorità di forza, compattezza, quantità, qualità, mentalità  che forse non ha eguali nella storia del calcio italiano. L’unico problema di Massimiliano Allegri, l’allenatore che ha fatto più punti nel 2018, è solamente l’abbondanza. E la gestione di un gruppo che sta crescendo benissimo e che lui, il mister livornese, sta centellinando alla grande. E, nel frattempo, sono 40 punti dopo 14 partite. Solo il Paris Saint Germain ha fatto meglio in Europa. E non sono così lontani il record dei 52 punti a fine girone d’andata e i 102 di maggio.

E in tutto questo Cristiano Ronaldo, nelle ultime sette partite, è andato a segno sette volte. C’è qualcosa da dire?

 

 

Se il big match di Giornata, quello tra Roma e Inter è finito in parità (ma a vincere sono state le polemiche post partita, ma c’è da segnalare l’11esima rete nelle ultime 10 partite da titolare per Keita e il sesto squillo di Icardi nelle ultime quattro uscite all’Olimpico) e nessuno è realmente contento, la domenica ha sorriso al Milan, che battendo di rimonta un arcigno Parma, è tornato dopo anni ad assaporare la zona Champions League, balzando al quarto posto. Certo, si dirà – magari anche giustamente – che i rossoneri sono lì per demeriti di Roma e Lazio, ma è un po’ riduttivo. Hanno fatto la miglior partenza dal 2011-2012 (l’ultimo anno in cui hanno lottato per qualcosa di importante, chiudendo secondi a 80 punti), hanno cinque punti in più dell’anno scorso, e sono in perenne emergenza, snaturando quelli che sono i loro tratti somatici. Passare dai piedi di Biglia a quelli di Bakayoko – detto senza offesa – non è la stessa cosa, tanto per fare un esempio. E un po’, finalmente, si vedono i meriti di Gennaro Gattuso, che con i suoi evidenti e, forse, incorreggibili limiti, ha compattato il gruppo pensando più alla sostanza che alla forma, in questo che sarà il momento più importante della stagione. In attesa di gennaio e di una rosa un po’ più al completo. Ma sarà sempre una lotta spalla a spalla con le romane.

 

 

 

Il resto, poi, è Torino e Parma che restano in alta quota, un’Atalanta che si è sgonfiata dopo la quaterna all’Inter e la sosta novembrina (due sconfitte consecutive, contro Empoli e Napoli), un Genoa che continua a sprofondare con Juric e con lo stop di Piatek, una Classifica davvero corta tra la Roma (settima a 20 punti) e il Bologna (18esimo e 11 punti). Ultimo, ma non da ultimo, la ventata di freschezza che hanno portato Di Carlo, Iachini e Nicola a Verona, Empoli e Udine.

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