A tutta tattica – Il Milan e la Rivoluzione Francese

Chi frequenta questa rubrica sa di quanto già da tempo ci occupiamo della crisi del nostro calcio. Una crisi anzitutto economica, poi anche etica e sociale.

Purtroppo la notizia principale di questa estate di calciomercato è il passaggio di Ibrahimovic e Thiago Silva al Paris Saint German. Comunque finirà il 31 agosto, questo doppio colpo rimarrà assolutamente come il più significativo di un campionato non in salute. Non possiamo far finta di niente: anno dopo anno la Serie A si sta progressivamente depauperando.

Alla generale crisi economica si è sovrapposta la particolare situazione del Milan.

Solo due stagioni fa il club di Silvio Berlusconi si preparava ad affrontare un nuovo ciclo vincente, sostenuto da un cambio di allenatore, da un organico sempre più rinnovato e da una campagna acquisti sontuosa: Boateng, Ibrahimovic e Robinho su tutti.

 

Oggi le cose sono cambiate; il motivo è tanto semplice quanto difficile da risolvere: c’è un problema economico. Questa perdita di disponibilità, per il vero, deriva da vicende extracalcistiche . Il gruppo Fininvest, cui il Milan fa capo, si è visto comminare una multa di più di 400 milioni di euro. Un blocco di liquidità del genere metterebbe in seria difficoltà qualsiasi grande azienda.

 

Questa vicenda stranamente non viene richiamata dai media sportivi per motivare la schizofrenica campagna acquisti e cessioni del Milan. Ovvio che la cosa ha anche una lettura politica, ma a noi, comunque, interessa il risvolto calcistico della vicenda. Dunque, così come il suo proprietario sta attraversando un periodo di incertezza, così di riflesso anche il Milan deve affrontare un periodo di tempesta.

Lecito allora chiedersi che Milan sarà quello dell’anno prossimo e delle stagioni a venire.

Difficile dirlo, Ibra ma ancora di più Tiago sono stradecisivi. Se il difensore brasiliano non si fosse infortunato gli ultimi mesi dello scorso campionato, difficilmente i rossoneri avrebbero perso lo scudetto. Però l’esperienza e il blasone del club fanno pensare che difficilmente il Milan potrà allontanarsi dalle prime. Non dimentichiamoci che nel 2007 il Milan ha vinto una Champion quando nessuno se lo aspettava, incluso lo stesso club.

Difesa: La novità è Acerbi accanto ad un appensantito Mexes. Rimpiazzare in un colpo solo Tiago e Nesta è impossibile, Allegri dovrà lavorare molto per ricostruire una difesa solida, la vera base su cui costruire una squadra da scudetto. Anche a sinistra Galliani sta cercando qualcuno per la casella da titolare.

Centrocampo: Sono arrivati Montolivo e Traorè. Un pò pochino, inutile negarlo. La speranza è che l’azzurro si affermi definitivamente e con continuità anche in ottica Nazionale.

Attacco: Il vero punctum dolens. Carletto Mazzone, uno dei padri della nostra nazione calcistica, diceva: “palla su e Gesù pensaci tu”. Ecco, al Milan per due anni non è servito Gesù, era sufficiente Ibra; bastava buttare la palla lunga a lui e le medio-piccole di Serie A venivano spazzate vie.
Ora le cose sono diverse, servirà gioco, non si ptrà più affidarsi a Gulliver di fronte al catenaccio altrui. Se Cassano si fa passare il “mal di pancia” e Pato decide di diventare grande, lo svedese potrà essere dimenticato in fretta. Tutte ipotesi però perchè certezze non ce ne sono.

Poche squadre quest’anno cominceranno la stagione con certezze nel loro bagaglio, forse solo Juve e Napoli tra le grandi. Per le altre tutto è possibile. In fondo è meglio così, ci sarà di più da divertirsi.

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