Milan: perché Thiago no e Ibra si

“Ibra resta, Thiago va, Ibra va e Thiago resta; anzi no, partono entrambi, ma faremo l’impossibile per trattenerli”.
La fase di mercato, ormai avviata da pochissimi giorni, ce le ha già fatte sentire di tutti i colori, non solo il rosso e il nero.
A parlare, per via diretta o indiretta, è l’AD del Milan Adriano Galliani, alle prese con i tanti interrogativi di mercato che, puntuali dopo il grande esodo di campioni giunto a fine campionato, si sono ripresentati alle porte di Milanello.
Tutto, per il momento, tace, ma gli incontri, le cifre e le mosse sottobanco degli addetti ai lavori, si sa, vengono a galla facilmente; oggetti del desiderio rossonero sono principalmente Ibrahimovic e Thiago Silva, praticamente i due estremi della spina dorsale della squadra di Max Allegri.

Fonte: Danilo Rossetti

Thiago, a 28 anni, è riconosciuto da tutti ormai come il migliore al mondo nel suo ruolo; bravo e capace il Milan (e Leonardo) ad accaparrarselo qualche anno fa, anticipando tutti, ma sulle sue tracce, da tempo, ci sono i maggiori club d’Europa.
L’interesse del Barça è cosa nota, e va avanti almeno da due sessioni di mercato; Galliani ha sempre resistito alle offensive dei catalani che, fino ad oggi, hanno sempre scelto di investire ingenti somme per giocatori dalla cintola in su, piuttosto che per un difensore.
Ma l’età ormai avanzata di Puyol e la tranquillità per un reparto offensivo tanto giovane quanto efficace, potrebbero indurre gli spagnoli a puntare tutto su una difesa che, con Thiago, avrebbe la ciliegina sulla torta.
Il Milan ringrazia e va avanti, rifiutando 40 milioni cash che farebbero gola a tutti, figurarsi ad un club che ogni stagione si ritrova coi conti in rosso.
Quest’anno, sul brasiliano si sono mosse pure il City e il Psg degli sceicchi; Mancini ha chiesto di persona la priorità in caso di messa sul mercato di Thiago, mentre dalla Francia a spingere è il suo ‘scopritore‘ Leonardo, col quale c’è stato un ‘incontro’ introduttivo nel bel mezzo di un match del Roland Garros.
Ma a qualunque cifra, i rossoneri non possono permetterselo e rinunciare al migliore del mondo, proprio all’apice della sua carriera sarebbe da sciocchi, e non da sceicchi.

Zlatan Ibrahimovic, fonte foto: Danilo Rossetti

Discorso Ibra: diverso, non fosse altro per la rilevanza e l’età del calciatore.
Le voci di un suo ‘mal di pancia‘ si erano già mosse al termine della sua prima stagione a secco di trofei, e sembrava il momento propizio all’ennesimo cambio di maglia dello svedese.
Prima il Real, con Mourinho, ma era solo una voce, poi City e Psg, ancora loro, le uniche ad avere contante fresco da investire.
L’offerta è enorme: 40 milioni, e accettarla non sembrerebbe cosi da pazzi.
Ibra, per quanto determinante, ha ormai superato i trent’anni e quelle cifre per un ultratrentenne non le vedi spesso; i soldi incassati potrebbero servire a rinforzare altri reparti con i campioni che il Milan merita, e darsi la possibilità di fare mercato, una possibilità che, al momento, non c’è.
In più, l’attacco del Milan, anche senza Ibra, farebbe invidia a molti; Robinho e Cassano le sicurezze, Pato il fuoriclasse a cui affidarsi definitivamente, con El Shaarawy che fungerebbe da fiore all’occhiello su cui puntare.

Ecco perché Thiago no e Ibra si.

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