Seedorf a 360° gradi: “Milan, non torno. El Shaarawy? Non lo si tratti come Pato…Ibra? Non migliora la squadra, meglio T. Silva”

L’ex centrocampista rossonero, Clarence Seedorf, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha smentito le voci su un suo possibile ritorno al Milan e ha abbracciato vari argomenti.

Seedorf con la maglia del MilanFonte: Elena Rybakova (Wikipedia)
Seedorf con la maglia del Milan
Fonte: Elena Rybakova (Wikipedia)

SUL RITORNO IN ROSSONERO –  “No. Non torno sulla decisione di andare in Brasile“.  SULL’ESPLOSIONE DI EL SHAARAWY –  “Me l’aspettavo. Anche l’anno scorso era forte, solo che non giocava quasi mai. Stephan è serio, si impegna e quella cosa sulla sua testa… vabbè, io ho sempre detto che tutti devono avere libertà di esprimersi. Il Milan però non deve fare come con Pato, fatto diventare il giocatore principale quando aveva tutto da dimostrare. El Shaarawy a 20 anni non può essere il trascinatore”. SULLE CESSIONI DI THIAGO SILVA E IBRAHIMOVIC, SEEDORF NON HA ESITATO –  E’ stato peggio perdere Thiago, perché una grande squadra comincia dalla difesa. Ibra è determinante ma non migliora necessariamente la squadra. In attacco faceva tutto lui, ne dribblava due-tre. E quando era fuori, negli anni passati, il Milan non ha quasi mai perso. Diciamo che con Ibra puoi buttare la palla avanti sapendo che ci penserà lui, Thiago è più funzionale alla squadra”. SUL SUO FUTURO – Ho sempre pensato che farò l’allenatore, comincerei anche da una ‘big’. Ci sarà un modello Seedorf, un mix. Ho avuto la fortuna di lavorare con tutti i più grandi tranne Mourinho: Van Gaal, Hiddink, Rijkaard, Eriksson, Lippi, Capello, Ancelotti, Del Bosque… Guardiola? No, è un’altra storia: la macchina Barcellona andava a mille già con Rijkaard. E anche prima, quando ero io al Real, al Camp Nou non vedevamo palla”.SULL’ESPERIENZA BRASILIANA – In Brasile è difficile vedere uno stop sbagliato. Al posto dell’ordine tattico c’è un caos organizzato. In Europa non mi piaceva svegliarmi presto e consideravo il pomeriggio il momento ideale per allenarsi. In Brasile invece mi sono alzato per cinque mesi alle 6.30-7 perché alle 11 fa già troppo caldo per giocare”.

 

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