A tutta tattica – Manchester City, nuovi ricchi al potere

Nei grandi campionati europei, una squadra può ritenersi matura per vincere qualcosa di importante quando comincia a uscire vittoriosa dagli scontri diretti con gli avversari per il titolo. Questo è quanto sta accadendo sul Manchester City di Roberto Mancini, oggi vittorioso in casa con il Totthenam per 3-2.

Al contrario di quanto sia percepito mediaticamente, gli investimenti dei nuovi grandi magnati (russi o arabi) non ha rivoluzionato il calcio europeo. A ben vedere, l’unica squadra che finora è riuscita a vincere qualcosa dopo l’avvento di un facoltoso presidente è il Chelsea. Con Mouin panca, i Blues hanno vinto due Premier League e qualche altra “coppetta”. Niente in Europa però. Da soli i soldi non rendono un club vincente.

Per questo sulla panchina del Man City è stato chiamato Roberto Mancini, un allenatore con una discreta esperienza alle spalle che sta dimostrando di saper tenere lo spogliatoio di una squadra composta da molti campioni piuttosto “spocchiosi”: Tevez e Adebayor ne hanno fatto le spese finendo fuori rosa, ma anche Turè e Balotelli non sono due tipi teneri; proprio di oggi pomeriggio è l’ultima “cassanata” di Balo in ordine di tempo (leggi qui).

Mancini, in paio di anni, ha portato il club prima in Europa League, poi in Champions. Ha anche vinto la FA Cup (come Mou al Chelsea). Non bastano i giocatoroni, è necessario metterli bene in campo:

Difesa: Hart è il portiere; gli inglesi non hanno una grande tradizione di estremi difensori, lui non è un fenomeno ma è un buon portiere. Con i due fratelli Turè impegnati in Coppa d’Africa, la cop,pia di centrali è formata da Lescott e Savic; quest’ultimo, contro il Tottenham, si è mostrato spesso insicuro e ha favorito i gol avversari. Però questi sono errori di gioventù, che si possono evitare con l’esperienza. Sugli esterni, Richards a destra e Clichy a sinistra completano la linea a 4.

Centrocampo: Qui Mancini gioca con due uomini, che oggi erano Barry e Milner. A loro è richiesto di coprire, vista la gran quantità di punte e fantasisti schierati in attacco.

Attacco: è il reparto più zeppo di campioni, tre trequartisti dietro una punta. Silva a sinistra, Nasri e Aguero a destra si inseriscono negli spazi lasciati da Dzeko. Un attacco da Football Manager! Se il francesino Nasri finora ha offerto prestazioni piuttosto opache, questa stagione ha visto l’esplosione del nuovo arrivato Aguero (ambientatosi benissimo in Premier) e soprattutto di Silva, divenuto il vero artefice del gioco del City. Dzeko è un attaccante di una forza straripante, in gradi di fa reparto da solo e di creare gli spazi per gli altri attaccanti, più rapidi e leggeri.

Il modulo disegnato da Mancini è in 4-2-3-1. Potremmo definirlo un’evoluzione del modulo di Spalletti, anche se il tecnico toscano non aveva una punta di ruolo a Roma (Totti non lo è), mentre Mancini ce l’ha. D’altronde il calcio inglese è diverso da quello italiano.

Non ci è ancora dato sapere dive potranno arrivare i Citizens; il 6-1 rifilato in campionato allo United e il primato solitario in cassifica che dura aramai da molte giornate fanno ben sperare i tifosi per la vittoria della Premier.

Come sanno a Napoli, però, la Champions è tutta un’altra cosa…

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