Napoli: Paolo Cannavaro parla all’UEFA di squadra, città e tifosi
Paolo Cannavaro, capitano del Napoli, è stato intervistato dalla UEFA per descrivere le sensazioni della città e della squadra partenopea di ritorno in Champions League dopo un’assenza di oltre 20 anni.
Il Napoli, che si presenta come una sorpresa in questa edizione del torneo, tanto da aver fatto spendere qualche parola su di sè persino a sir Alex Ferguson, è una sorta di incognita in ambito internazionale: la formazione sembra competitiva, anche se non abbastanza per l’Europa che conta, ma l’entusiasmo della gente potrebbe portare gli uomini di Mazzarri a dei veri e propri miracoli in quello che si preannuncia essere un appuntamento storico per i calciatori azzurri.
“Far parte di un club con una storia così importante e un passato difficile, con il fallimento e le retrocessioni, è davvero un orgoglio e un onore – ha dichiarato Cannavaro –. Adesso c’è una società nuova che ha grandi progetti e far parte di un grande progetto non può che far piacere. E’ difficile da spiegare che cosa si prova ad avere la fascia di capitano quando a Napoli ci sei cresciuto e sei un tifoso azzurro fin da bambino”.
Il capitano non dimentica da dove era partito il nuovo Napoli di De Laurentiis: “Sono venuto a Napoli in Serie B, quello era l’anno della retrocessione di Juventus e Genoa. Quella non era il campionato cadetto, ma una vera Serie A, c’erano squadre fortissime. L’obiettivo era la promozione a tutti i costi e abbiamo dominato il campionato con la Juve fino alla fine. Abbiamo fatto un miracolo, perché anche se eravamo il Napoli, non è stato affatto facile. I primi anni in Serie A sono stati di adattamento, anche se abbiamo fatto Intertoto e Coppa Uefa, mentre negli due anni abbiamo espresso davvero il massimo della nuova società. Grazie al mister e alla società abbiamo creato un gruppo forte, con voglia di vincere e di farsi valere su tutti i campi, in casa e fuori casa; questa è una cosa importante”.
Il Napoli del presente porta l’inevitabile firma di Mazzarri: “Mazzarri ci ha dato organizzazione di gioco, responsabilità, ci ha fatto credere in noi stessi – ha sottolineato il numero 28 –. L’abbiamo seguito e lui ci ha dato quella carica giusta che un allenatore deve saper trasmettere. Gli dobbiamo molto”.
Da vero napoletano, Cannavaro sa che la Champions sarà l’evento dell’anno all’ombra del Vesuvio: “Sono due mesi che la città non vede l’ora che inizi la Champions. Qui manca da 21 anni. Oggi la competizione è diversa, ci sono i gironi, la strada è più lunga e c’è grande attesa da parte di società, squadra e tifosi”.