Napoli: Paolo Cannavaro parla all’UEFA di squadra, città e tifosi

Paolo Cannavaro, capitano del Napoli, è stato intervistato dalla UEFA per descrivere le sensazioni della città e della squadra partenopea di ritorno in Champions League dopo un’assenza di oltre 20 anni.

Fonte immagine: Danilo Rossetti
Il Napoli, che si presenta come una sorpresa in questa edizione del torneo, tanto da aver fatto spendere qualche parola su di sè persino a sir Alex Ferguson, è una sorta di incognita in ambito internazionale: la formazione sembra competitiva, anche se non abbastanza per l’Europa che conta, ma l’entusiasmo della gente potrebbe portare gli uomini di Mazzarri a dei veri e propri miracoli in quello che si preannuncia essere un appuntamento storico per i calciatori azzurri.
“Far parte di un club con una storia così importante e un passato difficile, con il fallimento e le retrocessioni, è davvero un orgoglio e un onore – ha dichiarato Cannavaro –. Adesso c’è una società nuova che ha grandi progetti e far parte di un grande progetto non può che far piacere. E’ difficile da spiegare che cosa si prova ad avere la fascia di capitano quando a Napoli ci sei cresciuto e sei un tifoso azzurro fin da bambino”.
Il capitano non dimentica da dove era partito il nuovo Napoli di De Laurentiis: “Sono venuto a Napoli in Serie B, quello era l’anno della retrocessione di Juventus e Genoa. Quella non era il campionato cadetto, ma una vera Serie A, c’erano squadre fortissime. L’obiettivo era la promozione a tutti i costi e abbiamo dominato il campionato con la Juve fino alla fine. Abbiamo fatto un miracolo, perché anche se eravamo il Napoli, non è stato affatto facile. I primi anni in Serie A sono stati di adattamento, anche se abbiamo fatto Intertoto e Coppa Uefa, mentre negli due anni abbiamo espresso davvero il massimo della nuova società. Grazie al mister e alla società abbiamo creato un gruppo forte, con voglia di vincere e di farsi valere su tutti i campi, in casa e fuori casa; questa è una cosa importante”.
Il Napoli del presente porta l’inevitabile firma di Mazzarri: “Mazzarri ci ha dato organizzazione di gioco, responsabilità, ci ha fatto credere in noi stessi – ha sottolineato il numero 28 –. L’abbiamo seguito e lui ci ha dato quella carica giusta che un allenatore deve saper trasmettere. Gli dobbiamo molto”.
Da vero napoletano, Cannavaro sa che la Champions sarà l’evento dell’anno all’ombra del Vesuvio: Sono due mesi che la città non vede l’ora che inizi la Champions. Qui manca da 21 anni. Oggi la competizione è diversa, ci sono i gironi, la strada è più lunga e c’è grande attesa da parte di società, squadra e tifosi”.

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