Esclusiva-Baronio: “Sono stato vicino ai Los Angeles Galaxy. Pirlo per me come un fratello”

Roberto Baronio ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Soccermagazine.it.

Ci ha svelato dei retroscena di mercato che lo hanno riguardato questa estate, i suoi progetti per il futuro ed il suo passato. Cresciuto nel Brescia e approdato da giovanissimo nella super Lazio di Cragnotti, vanta anche una presenza in nazionale. Dopo la parentesi all’Atletico Roma, attualmente è svincolato.

Ѐ stato contattato da qualche squadra dopo che l’Atletico Roma è fallita e quindi Lei è rimasto giocoforza svincolato?
Mah, guarda, c’è stato qualche contatto, piccolo contatto, magari tramite amicizie o comunque persone vicine a delle società di Lega Pro, però niente di particolare. Solo abbocchi, nel senso che si dava la disponibilità. L’unica vera trattativa, diciamo, che c’è stata è stata quella con i Los Angeles Galaxy che è durata praticamente per tutto agosto e poi si è chiusa intorno al 10 settembre, dove loro mi hanno detto che preferivano ormai finire la stagione adesso a fine ottobre per riparlarne per la prossima, quindi a febbraio.

Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Io vorrei giocare a calcio. Nel senso che ho ancora tanta voglia di giocare, non vorrei smettere più che altro. Almeno fino a fine del mercato di gennaio aspetterò e poi dopo il mercato di gennaio nel caso vedessi che, insomma, non c’è altra possibilità di poter giocare allora rivedrò di prendere in considerazione altre strade.

Da quale allenatore ha imparato di più?
Ho imparato da tutti, chi più chi meno però, insomma, tutti ti lasciano qualcosa sia in positivo che in negativo. Devo dire, comunque, grazie a tutti gli allenatori che ho avuto, perché anche dove e con chi ho giocato un po’ meno comunque ho imparato qualcosa.

Come mai nessuna grande ha puntato su di Lei quando da giovane era considerato uno dei migliori centrocampisti d’Italia?
Io ho avuto la fortuna di essere acquistato dalla Lazio molto giovane e di essere stato pagato un sacco di soldi e di essere capitato in una delle Lazio forse più forti che sono mai esistite e non so se esisteranno. Io spero che i tifosi della Lazio potranno rivedere una Lazio del genere, tipo quella di Cragnotti. Ho avuto la fortuna di giocare in quella Lazio dove sicuramente non era neanche facile imporsi perché comunque la maggior parte erano nazionali, sia italiani che stranieri, e quindi non era facile giocare e, spesso, ero costretto ad andare in prestito per trovare spazio.

Ha mai chiesto alla Lazio di cederLa a titolo definitivo dopo il tam-tam di prestiti fra Reggina, Fiorentina, Chievo Perugia?
L’unico momento in cui potevo essere ceduto probabilmente era dopo i due anni di Chievo dove io avevo chiesto, nel caso non rientrassi nei piani, di essere ceduto e invece era il periodo dove Lotito era alla Lazio per il secondo anno e preferì non cedermi e quindi il mio rapporto con la Lazio proseguì.

Cosa ne pensa di Reja e Lotito?
Sono due personaggi con cui io, comunque, ho avuto un buon rapporto. Con Lotito di più e con Reja per pochi mesi. Sono due personaggi totalmente diversi che comunque alla Lazio stanno facendo bene soprattutto per quanto riguarda Reja. Da quando è arrivato ha sempre fatto bene e il presidente soprattutto negli ultimi anni.

Qual è stato, fra i calciatori che ha avuto il piacere di conoscere calcisticamente, quello che reputa più forte?
Come ti dicevo prima, nella Lazio di Cragnotti ho avuto la fortuna di giocare praticamente con una rosa di calciatori fortissimi, dal primo all’ultimo, e quindi se ti devo fare un nome per reparto direi Peruzzi per il portiere; direi Nesta come difensore; ho avuto la fortuna di giocare con Veron alla Lazio ma per me il numero 1 penso che sia Andrea Pirlo con cui ho giocato nelle giovanili delle Nazionali e alla Reggina. Tra l’altro lo reputo come un fratello perché abbiamo un rapporto speciale.

Chi potrebbe essere l’erede di Roberto Baronio?
Gli eredi possono esserci per i grandi giocatori. Io non mi reputo un grande giocatore. I grandi giocatori sono Pirlo o, comunque, quelli che hanno fatto qualcosa di veramente importante. Mi reputo un buon giocatore che sicuramente poteva fare molto di più ma per vari problemi miei e colpe di altre persone non sono riuscito a fare quello che avrei potuto fare. Di giocatori bravi in questo momento ce ne sono parecchi ed è normale che per dimostrare il proprio valore devono giocare e riuscire a trovare spazio. I centrocampisti della nazionale sono a centrocampo i migliori. Vedi Aquilani, Marchisio, Montolivo e lo stesso Andrea (Pirlo, nda) anche se, comunque, Andrea ha già passato i 30 anni e deve dare il passo a quelli un po’ più giovani, insomma.

Come mai non ha avuto la carriera che da giovane Le si prospettava?
Nel calcio ci vuole fortuna e ci vuole una serie di coincidenze che vadano tutte nella direzione esatta. Io, purtroppo, ho avuto la fortuna e la sfortuna di capitare in una Lazio piena di campioni e nel momento in cui magari potevo esprimermi ero chiuso da campioni veri, da giocatori importantissimi. Allora magari potevo giocare in altre occasioni ma ho trovato degli allenatori che preferivano altri a me e poi, nel momento in cui ripartivo, vedi i due anni di Chievo dove sono riuscito anche a raggiungere la nazionale con Marcello Lippi nella tourneé americana, subito dopo son tornato alla Lazio incontrando Delio Rossi, un altro allenatore che mi ha sempre visto ben poco. Diciamo che ho avuto alti e bassi e non ho mai avuto la costanza e la continuità di altri che hanno fatto meglio di me.

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