Esclusiva-Toni: “Lo scudetto con la Roma è il mio rimpianto”

Pochi attaccanti italiani hanno segnato negli ultimi vent’anni come Luca Toni. L’ex attaccante della Fiorentina rimarrà però nel cuore dei tifosi di tutta Italia non solo per le sue reti ma anche per aver indossato la maglia numero 9 della Nazionale in tante occasioni, tra cui una in particolare: la spedizione del Mondiale di Germania nel 2006. Gol su gol l’ex centravanti ha conquistato l’attenzione di tutto il mondo (così si spiega anche il suo passaggio poi al Bayern Monaco) e ancora oggi in molti lo ricordano con immenso piacere. Noi di Soccermagazine.it abbiamo contatto in esclusiva Luca Toni per parlare con lui della sua carriera, della situazione della Serie A e del suo presente.

Luca Toni - Fonte: Paul Blank (Wikipedia)
Luca Toni – Fonte: Paul Blank (Wikipedia)

Hai segnato tantissimi gol. Ce n’è uno a cui sei più legato?

Ho avuto la fortuna di vincere tanto e fare gol molto pesanti. Ogni gol magari ha il suo significato, quindi diventa complicato scegliere. Però forse ti direi quelli al Mondiale perché sono quelli più importanti anche perché poi quel Mondiale l’abbiamo vinto.

In quell’occasione tra i tuoi compagni di squadra c’era anche Daniele De Rossi, di cui in questi giorni si parla inevitabilmente molto. Qual è il tuo pensiero riguardo a quanto accaduto?

È chiaro che si va sempre verso società gestite in maniera aziendale e nelle aziende i nomi importanti sono quelli che possono risultare spesso più scomodi. Daniele è una bandiera e se non rientrasse nei titolari per il nuovo allenatore sarebbe un peccato. Poi magari a lui poteva andar bene anche rimanere lì e non giocare. Non conosco bene la situazione, ma vederlo con un’altra maglia farà sicuramente effetto a tutti.

Riguardo alla spedizione del Mondiale, hai qualche ricordo più curioso?

Ormai si è raccontato quasi tutto, però ciò che ricordo è che quando siamo partiti eravamo in piena Calciopoli e in ritiro ci lanciavano le bombe carta. Addirittura alcuni politici dissero che dovevamo proprio non prendere parte al Mondiale. Dopo un mese poi ci hanno accolto con le frecce tricolore a Roma. Il calcio può cambiare l’opinione delle persone nel giro di pochissimo tempo.

Prima di passare al Bayern, si parlava tanto di un tuo avvicinamento all’Inter. C’è mai stata questa possibilità?

Sì, l’anno prima di passare al Bayern. Era quasi tutto fatto con l’Inter, stavo per passare in nerazzurro e poi dopo Calciopoli rimasi invece alla Fiorentina. I viola avevano subito una pesante penalizzazione e avevano bisogno di una squadra forte. Facemmo una stagione stupenda perché non solo ci salvammo, ma arrivammo anche in Europa. Però prima di ciò ero veramente vicino a vestire i colori nerazzurri.

Fu quindi una tua scelta?

Direi più una scelta comune, perché parlai con i Della Valle che mi dissero che avevano bisogno di me quell’anno e che poi ne avremmo riparlato l’anno successivo e furono effettivamente di parola.

Hai vestito anche la maglia della Juventus di cui si parla tanto in queste ore in seguito al divorzio con Allegri. Secondo te era effettivamente finito un ciclo?

Non saprei se sia finito il ciclo. È chiaro però che per rimanere per tanti anni una grandissima squadra o cambi tanti giocatori o devi cambiare l’allenatore, secondo me. L’allenatore nuovo porta sempre qualcosa di nuovo, tutti i giocatori partono alla pari e può dare stimoli nuovi a tutti i calciatori.

C’è un rimpianto legato alla tua carriera?

Sicuramente lo scudetto che non abbiamo vinto alla Roma. Sono stati sei mesi bellissimi, abbiamo fatto una grande cavalcata che ci aveva fatto puntare allo scudetto, ma purtroppo abbiamo sbagliato la partita con la Sampdoria che ci costò il campionato.

Rivedi qualcosa di tuo in qualche giovane in Serie A?

Non vedo tanti attaccanti giovani forti fisicamente in Italia. Ci sono però tanti giovani bravi che possono essere il futuro dell’Italia, però con certe caratteristiche non ne vedo molti.

Il Napoli in avanti può contare su Milik. Che ne pensi di lui?


Milik è stato molto sfortunato, ha patito quei due brutti infortuni ma secondo me è un attaccante molto forte che anche quest’anno ha fatto bene a Napoli e sono contento.

E di un altro polacco, Piątek del Milan, che ne dici?

È partito molto forte, ora forse sta avendo qualche difficoltà ma è sicuramente un attaccante di prospettiva. Forse oggi Milik è un po’ più avanti.

Riguardo alla tua vita di oggi, che fa Luca Toni nel presente?

Sono rimasto legato al Bayern, faccio parte delle loro leggende e giro il mondo come loro ambasciatore. Vado ogni tanto in TV, nei programmi che mi piacciono. E poi mi godo i miei figli.

Se i tuoi figli si volessero avvicinare un giorno al calcio cosa diresti loro?

Che devono fare ciò che vogliono, l’importante è che facciano sport (ride ndr).

Qual è il tuo rapporto coi social, invece?

In tutta sincerità ho creato il mio profilo Instagram lo scorso anno perché un tizio si era impossessato della mia immagine e parlava a nome mio con un profilo chiamato Luca Toni ufficiale (ride ndr). Più persone mi facevano notare ciò e allora l’ho fatto anche per questo. Mi piace utilizzarlo oggi, mi piace scherzare e far vedere ai tanti tifosi che mi scrivono le cose che faccio. Ma vivo tutto ciò in maniera molto divertente e soft.

Nel ringraziare Luca per la sua disponibilità, vi ricordiamo che è possibile seguirlo sul suo profilo Instagram ufficiale.

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