A tutta tattica – Gasperini e la nuova/vecchia Inter

Prima giornata (effettiva) di campionato e primi riscontri di calcio giocato. Tra le squadre più attese c’era l’Inter, dopo un’estate vissuta tra gli abbandoni di Leonardo e Eto’o e la difficoltà di arrivare agli obiettivi di mercato prefissati.
Lo sappiamo tutti, lo sa anche il diretto interessato: Gasperini è stata la terza o quarta scelta del Presidente Moratti (pure Del Bosque ha rifiutato la avances interiste!). Eppure è ingeneroso che un così bravo allenatore venga considerato un ripiego; bisogna anche ricordare che Gasperini è titolare di cattedra al corso allenatori della FIGC.
Già in discussione da quando è arrivato per il suo innamoramento alla difesa a tre, l’ex allenatore del Genoa probabilmente non è accompagnato da una fiducia assoluta in seno alla dirigenza del suo nuovo club. Infine, la sconfitta alla prima partita di campionato non aiuta a chiarire le idee.
Ma vediamo come la nuova Inter dovrebbe affrontare la stagione:

Difesa. In queste prime uscite la difesa è stata schierata a tre. Contro il Palermo, Lucio, Samuel e Zanetti hanno evidenziato parecchie difficoltà nell’intercettare i palloni filtranti degli avversari. L’allenatore attribuisce le difficoltà difensive ad una generale mancanza della squadra che dovrebbe difendere meglio nell’insieme e non nei singoli. Sta a lui convincere e dare la fiducia necessaria ai giocatori per farlo.

Centrocampo. Gasperini predilige giocare con due giocatori di sostanza e quantità in mezzo, affiancati da due esterni fluidificanti, che devono saper tenere tutta la fascia di competenza. Cambiasso è da un pò che non si esprime ai livelli cui ci aveva abituato, Stankovic non può garantire quell’apporto degli anni migliori, Thiago Motta passa molto tempo in infermeria, Poli è stato catapultato dalla realtà di una retrocessa, se pur di prestigio.. insomma, sembra difficile quest’anno per l’Inter trovare una coppia di centrocampo affidabile e di rendimento, che sappia costituire la spina dorsale della squadra. A questo si aggiunge l’incognita Snejder, vero problema del Gasp: perché il trequartista lui non lo digerisce motlo bene, così come l’olandese si rova fuori posizione a fare da mediano. La verità è che sarebbe dovuto partire lui e non Eto’o, ma le logiche di mercato seguono tutt’altri progetti.
Sugli esterni, l’unico giocatore adatto al gioco di Gasperini è Maicon, ma fermo per un lungo infortunio; i vari Jhonatan, Nagatomo, Obi, non sembrano essere adatti per giocare in una grande squadra.

Attacco. L’ attacco è il vero “punctum dolens” di questa nuova Inter: Gasperini infatti mette in campo le sue squadre sempre con una punta centrale (si veda i vari Borriello, Milito) e con due attaccanti esterni. Eto’o, tra i più forti del mondo nel fare quel lavoro lì, ha scelto la via del pre-pensionameto in Russia sommerso dall’oro. Certo, è arrivato Forlan, ma non sappiamo che apporto potrà dare questo giocatore che forse ha già vissuto i suoi anni migliori a Madrid. Nè Zarate sembra alzare di molto il livello dell’attacco, visto che si rivela troppo spesso inconsistente e discontinuo.

In conclusione, sarà difficile per il nuovo allenatore porre le basi per una squadra fortemente competitiva per tutta una serie di motivi che non dipendono da lui: la scarsa fiducia di società e giocatori nei suoi confronti, unita alla fase di declino e svuotamento che hanno intrapreso troppi giocatori, rischiano di far tornare l’Inter nel lungo tunnel di amarezze che ha dovuto percorre per troppi anni.

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