Esclusiva-Bruscolotti: ”Non vedo giovani che mi somigliano. Non venderei Hamsik e Lavezzi”
Soprannominato dai tifosi “Palo ‘e fierro” per il fisico massiccio e la stazza imponente; record assoluto di presenze (ben 387) con la maglia del Napoli in serie A; proprietario di un ristorante dedicato al primo scudetto partenopeo.
Giuseppe Bruscolotti, arcigno difensore mai dimenticato dai napoletani, ha rilasciato un’intervista esclusiva a Soccermagazine.it.
Quali differenze nota tra il “Suo” Napoli e quello di De Laurentiis?
Non sono proponibili perché negli anni è difficile fare paragoni.
Quale difensore Le assomiglia di più fra quelli attualmente nel Napoli?
Non lo so perché è un gioco diverso, è cambiato il modulo, il modo di giocare.
Ha mai pensato a tornare nel mondo del calcio con qualche ruolo dirigenziale o magari da allenatore?
Sì, avevo iniziato e poi per motivi di lavoro ho dovuto cambiare.
Come è nata l’idea del ristorante dedicato allo scudetto del Napoli?
Beh, bisognava dare un nome e quindi ci ha pensato mia moglie a trovare questo nome.
A Napoli ha una scuola calcio: secondo Lei in Italia si punta abbastanza sui giovani talenti?
Non è facile perché non è che ne escono molti, quindi bisogna lavorarci bene: creare un settore giovanile è normale. Per il Napoli dovrebbe essere così perché il bacino è grande, è enorme e ci sarebbe possibilità di lavorare bene però bisogna creare le dovute strutture.
C’è qualche giovane napoletano che assomiglia a Lei?
Le somiglianze non le ho viste ancora.
Quale difensore consiglierebbe al Napoli per il futuro?
Bah, non lo so. Noi possiamo solo guardare poi c’è chi è preposto a scegliere. Quello che diciamo noi non conta anche perché le scelte le fa chi opera nel settore non noi.
Chi sacrificherebbe tra Hamsik e Lavezzi per prendere un giocatore più forte?
Non lo so quali sono più forti. Questi già sono forti, non lo so quali sono i giocatori più forti.
Se il Napoli dovesse andare in Champions League, lei che tipo di acquisto farebbe?
Non lo so. Dicevo prima che questo non sta a noi dirlo. Il nostro è solo un pensiero, poi c’è chi è preposto a fare queste scelte. Quello che diciamo noi conta poco.
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