Esclusiva-Presidente Juventus Club di Ischia: “A Napoli non si può tifare Juve. Nel settore ospiti non è successo nulla”

Abbiamo intervistato in esclusiva Armando Chartier, presidente dello Juventus Club di Ischia, che dopo l’ultimo Juventus-Napoli ha ricevuto pesanti minacce. Minacce che la redazione di Soccermagazine.it condanna fortemente, sperando che il clima si rassereni nel più breve tempo possibile.

Gli iscritti allo Juventus Club di Ischia

Che clima si respira ad Ischia?

Qui ad Ischia, in questo momento, viviamo in un clima un po’ ostile dopo la partita Juventus-Napoli perché, insomma, pare che ai tifosi del Napoli non sia andato giù il fatto di aver visto in curva esposto uno striscione che era semplicemente goliardico (“Piangi pure Pulcinella. Ha segnato Quagliarella” ndr). Non tanto per quello che diceva lo striscione, ma per il fatto che era firmato Ischia, insomma. Cioè che era proveniente dalla Campania perché il napoletano non accetta che, sul proprio territorio, si possa magari fare il tifo per qualche altra squadra. Dopo questo accaduto, noi dirigenti del Club Juventus di Ischia abbiamo ricevuto minacce, minacce anche, diciamo, insomma, di morte in tutti i modi. Sia via mail, via cellulare, via social network, addirittura anche via radio perché a Napoli c’è la radio ufficiale del Napoli, che è Radio Marte, e sono intervenuti anche in diretta in radio per avvisarci o per minacciarci di non fare più queste… insomma, cioè noi non abbiamo la libertà di  esporre il nostro tifo. Questo è il problema.
I napoletani spesso condannano, come ha detto Lei, i concittadini ed i campani che tifano altre squadre: voi perchè tifate  Juve?

Mah, noi tifiamo Juve perché… non è che ci sono delle parole precise per poterlo definire. È una passione, è un amore, è come se uno chiede ad una persona perché ti sei innamorato magari di un’africana. Quando c’è l’amore, la passione non ha colori, non ha geografia. Questo è il problema. Noi siamo tifosi della Juve e vogliamo poter, insomma, esporre i nostri pensieri con libertà, con libertà. Questo, però, sembra che qui in Campania non possa avvenire. Questo è il problema.

Secondo Lei che cosa potrebbe succedere il 20 maggio?

Mah, io il 20 maggio davvero, davvero, ero molto contento se avessero preso la decisione di spostare la partita perché qualcuno, qualche giornalista a livello nazionale ha detto: “Ma come, quello a Roma si è potuta giocare la finale di Champions League, figuriamoci se non si può giocare Juve-Napoli”. Ma Juve-Napoli non ha niente a che vedere con le partite di squadre che vengono dall’Europa perché c’è una rivalità troppo ostile fra juventini e napoletani per non parlare del fatto che si giocherebbe in una città, Roma, dove sia i napoletani sia i juventini non sono visti di buon occhio assolutamente da entrambe le tifoserie di Roma, sia i laziali che i romanisti. Detto questo, in Campania ci sono migliaia e migliaia di juventini. Io vorrei sapere come faranno i juventini a partire in contemporanea con i napoletani e andare tutti quanti a Roma. La vedo praticamente una cosa impossibile. Sicuramente ci saranno dei problemi di ordine pubblico a Roma.

Che cosa farete nei prossimi giorni, dopo il comunicato (clicca qui per leggere)?

Noi personalmente cerchiamo sempre di portare avanti la nostra battaglia: di poter esprimere liberamente il nostro pensiero anche perché il mio club qui ad Ischia ha 450 iscritti e non è un numero basso. Siamo il primo club della Campania e abbiamo organizzato trasferte fino a Torino portando con noi famiglie e bambini. C’è tanta aggregazione, c’è tanta partecipazione. Non vedo perché dobbiamo far sì che queste persone non possano più partecipare a queste iniziative.

Cosa pensa dell’assenza della società Napoli e della società Juve in merito a questi episodi? Secondo Lei, perché non parlano e non prendono posizione?

Sinceramente non lo so. In questo momento non le so dare una risposta precisa. Anche forse perché in merito alla partita che si svolgerà il 20 maggio per non alimentare polemiche, per non…insomma, per tenere i toni bassi forse nessuna delle due società si è voluta esporre a dire la sua riguardo a questi episodi. Giusto per tenere i toni bassi, però quello che è accaduto per me è una cosa comunque grave che non dovrebbe mai accadere.

Ci sono mai stati episodi in passato del genere?

Personalmente è il primo anno che ho provato quest’avventura di fondare un club ufficiale in prima persona e quindi mi sono imbattuto tante volte in questi episodi così, diciamo, quasi razziali. A Napoli non si ha praticamente la libertà di camminare con la sciarpa della Juve magari. Però, comunque, è sempre stata una cosa esistita da molti anni solo che da quando il Napoli ha ingranato un po’ la cosa è aumentata, peggiorata, diciamo.

Su Facebook gira una foto in cui Lei aveva una sciarpa del Napoli e adesso ce l’ha della Juve: è un falso?

Non è un falso, non è un falso assolutamente. Io in passato, quando non avevo la possibilità di andare a Torino a vedere le partite della Juve ero costretto ad infiltrarmi fra i tifosi napoletani per poter vedere la partita della Juve o comunque altre partite perché comunque io sono un amante del calcio e mi piace girare gli stadi e vedere le partite. Le posso garantire che nel settore ospiti del Napoli, al San Paolo, è difficile poterci andare tranquillamente senza che ti accada niente, questo è il problema.

Se ha da dire qualcosa in merito che non Le ho chiesto, può dirlo

No, no. Io spero solo che questo accadimento possa far sì che Napoli e i tifosi del Napoli possano prendere quest’occasione per dimostrare anche loro di essere, diciamo, cresciuti, migliorati e maturati facendo sì che qualsiasi squadra possa venire a Napoli a vedere la partita e portarsi i propri tifosi perché, comunque, è giusto. Vedere la partita senza i tifosi avversari, non c’è nemmeno il piacere, insomma. Lo sfottò finché è senza volgarità va bene ma quando poi si cade in queste provocazioni, in questi atti allora non va più bene. È giusto che si sappia che da parte nostra c’è tutta la disponibilità in un confronto normale, ragionevole. Noi vorremmo poter andare in qualsiasi stadio senza che ci fossero queste situazioni.

Ultima domanda: Lei ha parlato di minacce di morte, della sua attività che è in pericolo: teme veramente che dalle parole si possa passare ai fatti e teme per la sua famiglia?

Mah, sinceramente questo non glielo so dire però noi ci siamo tutelati nelle sedi opportune. Abbiamo comunque comunicato quello che ci è successo proprio praticamente quindi a questo punto non glielo so dire se veramente, insomma, potrà mai succedere qualcosa. Di certo noi stiamo con gli occhi aperti.

L’intervista si sta per chiudere, ho appena girato il mio indirizzo mail ad Armando in modo da essere informato sulle iniziative che prenderà il club alla luce degli episodi accaduti quando quest’ultimo ci tiene a precisare un fatto: Io le volevo anche dire una  cosa, ci troviamo. Io quando sono stato a vedere la partita Juventus-Napoli, siccome io sono incaricato di dare i biglietti ai soci del mio club, devo arrivare ad un certo orario fuori lo stadio per poter prendere i biglietti e poi devo aspettare i miei soci per poterli distribuire. In tutto questo io rimango fuori allo stadio per un paio di orette ed entro dopo le 8. Detto questo, ogni volta, siccome il settore dove sto io è proprio a fianco del settore ospiti, in pratica, quando arrivano vedi tutti i tifosi ospiti e con il Napoli ero, diciamo, un po’ più preoccupato perché potevo pensare che potesse succedere qualcosa ma, devo dire la verità, sono rimasto anche meravigliato dal fatto che comunque non è accaduto assolutamente niente. Anzi, le cose si sono svolte con una tranquillità e una regolarità che sono rimasto anche meravigliato. Questo lo volevo dire perché comunque ho letto da qualche parte che bambini o disabili del Napoli sarebbero stati picchiati. Adesso, se è successo in una parte dello stadio o in un’altra città questo non lo so, ma comunque dove sono arrivati nel settore ospiti del Napoli, lì, all’ingresso non è accaduto assolutamente niente.

 

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Raffaele Zanfardino

Direttore responsabile della testata.

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