Li chiamavano “Lotirchio”

Strane storie quelle del calcio, e quelle di due uomini, due presidenti, divisi dal colore delle maglie, e dagli interessi,ma uniti da rispettive vicende che hanno tutti i parametri giusti per ritenersi quantomeno simili.

Created by Giovanni Ferrarese

Questa è la storia di Claudio Lotito e Aurelio De Laurentiis. Questi sono i fatti. S.S. Lazio correva l’anno 2004, ed era un periodo buio per la società capitolina, sull’orlo del fallimento per le difficoltà della Cirio e del suo presidente. Debiti accumulati negli anni,e un parco giocatori pressoché inesistente, avendone dovuto cedere i migliori, che avevano contribuito al raggiungimento di notevoli soddisfazioni. Inutili i tentativi dei tifosi delle aquile di sottoscrivere 2 aumenti di capitale. Quando ecco sorge l’eroe. Nel luglio 2004 l’imprenditore romano Claudio Lotito acquistò il club grazie ad un accordo con i vertici di Capitalia, e lo stesso patron laziale nel marzo del 2005 riuscì a salvare la società dal fallimento grazie ad una transazione con l’Agenzia delle Entrate per la rateizzazione in 23 anni dei debiti accumulati dalla S.S. Lazio col Fisco. E cominciano ad arrivare qualche anno dopo anche i primi successi. Il primo trofeo dell’era Lotito risale al 2009, quando la Lazio vinse la sua quinta Coppa Italia. E qualche mese dopo in bacheca c’era anche la terza Supercoppa Italiana biancazzurra, battendo nella finale di Pechino i campioni d’Italia in carica dell’Inter. I tifosi però non nascondevano la loro insoddisfazione, criticando spesso il presidente. Tra una bordata di fischi e uno striscione che addobbava funesto le tribune dello stadio Olimpico, veniva chiesto al presidente di cedere le redini della società. L’accusa più grande era quella di essere “Lotirchio”, nel suo tentativo di risanare i conti societari, e di ottenere anche un utile per la società. Anno 2011, grande stagione delle aquile che sfiorano la qualificazione in Champions, e il presidente decide di dare un segnale forte all’intero ambiente. Acquistati campioni di alto calibro, riconosciuti tali da tutta la più influente critica calcistica. I tifosi sembrano finalmente apprezzare.

Scendendo il lato mediterraneo dello stivale, correva l’anno 2004 quando una squadra prestigiosa come la S.S.C. Napoli, dopo una sentenza molto contestata dai tifosi e dalla stampa locale, per la sensazione di una disparità di trattamento ricevuta nei confronti di altre squadre in situazioni analoghe, fallisce e viene retrocessa, come da regolamento, in serie C. Sono gli anni bui dopo il fasto targato e firmato Diego Armando Maradona, le cui imprese e di giocate al confine con l’impossibile, coccolavano ancora i ricordi dei tifosi, rendendo meno amaro il continuo sali e scendi tra serie A e serie B, della loro squadra, negli ultimi anni. Fasto che è costato molto alle casse societarie, e anche le presidenze successive si sono trovate incapaci, o impossibilitate a risanare una cassa largamente bucata. La cruda realtà di tutti giorni diventa pane amaro per i supporter azzurri che si sentono defraudati della loro storia. Quando ecco sorge l’eroe. Nel 2004 (guarda le coincidenze) un imprenditore cinematografico, prende le redini della situazione e rifonda la società, acquistandone anche i titoli sportivi. E Napoli ha il suo nuovo presidente. Si chiama Aurelio De Laurentiis. Una manna dal cielo per i tifosi che forse capiscono che il fallimento era il minor male, rispetto alla salvezza in mano chissà a chi. Progetto ambizioso quello del patron, che nel giro di 2 anni riconquista la serie B,e l’anno successivo la seria A. Ora che la società è stabile si possono affrontare a testa alta i titani del nord. Nella massima serie il presidente forma una squadra di una caratura notevole, e qualche anno dopo, nel 2011, riesce nell’impresa di qualificarsi per la Champions. Ma anche qui l’umore dei tifosi non è sempre riconoscente verso chi li ha salvati, permettendogli di scrivere un’altra storia, su un libro tutto nuovo e luccicante. Il presidente viene continuamente bersagliato dalle critiche con l’accusa di essere un uomo che pensa solamente ad incassare più soldi possibili, e i tifosi più intransigenti si uniscono in una richiesta che diventerà presta uno slogan: “Presidè cacc’ ‘e sord”. Insomma un altro presidente etichettato come “Lotirchio”. Ma De Laurentiis, che ormai ha le ossa forti, formate da anni di contrattazioni con le stelle del cinema mondiale, non si scoraggia, e presto la società diventa la regina del mercato, proprio insieme a quella Lazio e a quel Lotito che in parte ne hanno condiviso la storia. E i tifosi sembrano finalmente apprezzare.

Corre l’anno 2011.

 

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