Brasile, il popolo scende in piazza per protestare contro i Mondiali

Manca sempre meno ai Mondiali in Brasile, ma i tanti problemi presenti nel paese sudamericano sembrano aumentare con l’avvicinamento della fatidica data in cui ci sarà il fischio d’inizio. Solo ieri, 15 maggio, in diverse città brasiliane, il popolo ha deciso di scendere in piazza per far sentire, ancora una volta, la propria voce. Voce che non è affatto d’accordo con l’incredibile sperpero di denaro attuato dal governo carioca.

Proteste Brasile. Fonte: pagina Facebook Mondo Ultrà
Proteste Brasile. Fonte: pagina Facebook Mondo Ultrà

Viene contestato l’uso sbagliato dei fondi per l’organizzazione dell’evento: molti stadi sono addirittura incompleti, mentre quelli costruiti in quest’occasione, si stima che non verranno più utilizzati, una volta che le luci portate dai tantissimi media presenti sul territorio brasiliano si abbasseranno. Come se non bastasse, nei quartieri ospitanti gli stadi, i prezzi degli affitti sono saliti improvvisamente alle stelle e per molti abitanti è scattato lo sfratto.

Ecco quindi che almeno 10.000 brasiliani, divisi in base alla città di provenienza, sono scesi in piazza per dimostrare contro queste enormi ingiustizie portate avanti da chi non ha alcuno scrupolo e che pensa esclusivamente a gonfiare le proprie tasche. La situazione più delicata è quella di San Paolo: ieri almeno in 5.000 hanno manifestato; ma tra i tanti manifestanti pacifici era presente anche qualcuno con un’indole più violenta: sono andate a fuoco diverse montagne di copertoni e sono state distrutte le vetrine di numerose banche e negozi del centro. Momenti di alta tensione con la polizia, che risponde con i lacrimogeni. Alla protesta della città più grande dell’emisfero australe hanno preso parte presenti numerose famiglie che hanno perso la propria casa proprio nel passato recentissimo. Un rappresentante dei senzatetto fa sapere: “Se la situazione non verrà risolta entro 28 giorni, saranno guai”.

Proteste Brasile. Fonte: pagina Facebook Mondo Ultrà
Proteste Brasile. Fonte: pagina Facebook Mondo Ultrà

Tanta paura che la gara iniziale, in cui giocheranno proprio i padroni di casa, possa non svolgersi regolarmente viste le enormi proteste del popolo. I cittadini brasiliani non chiedevano nulla di impossibile: soltanto che i soldi per l’organizzazione fossero spesi in maniera più oculata, soprattutto per risolvere tanti piccoli problemi che sono presenti in ogni città del Mondo: lavorare riguardo all’efficienza dei trasporti, garantire un alloggio essenziale unito a cure mediche a chiunque, migliorare le infrastrutture insieme al sistema educativo e creare posti di lavoro. Molte di queste promesse sono state disattese: ecco la giustificata reazione del proletariato.

Sul banco degli imputati, ovviamente, anche la FIFA, federazione che, dalla sua nascita, si incarica dell’organizzazione dell’evento calcistico più importante in assoluto. Proteste anche nelle altre città brasiliane, ma rispetto a San Paolo la situazione si è mantenuta tutto sommato tranquilla. Cortei a Rio de Janeiro, Brasilia, Belo Horizonte e Porto Alegre.

Come terminerà questa infinita diatriba? La risposta, in qualsiasi caso, arriverà tra meno di un mese quando il 12 giugno si giocherà, a San Paolo, il match inaugurale Brasile-Croazia. Dove è già stata organizzata un’ennesima protesta, con almeno 15.000 persone ad abbracciare la stessa causa, insomma la bomba è pronta ad esplodere. Anche se Brasile e Grecia sono divise da un oceano intero, la democrazia (le cui prime tracce si hanno proprio dalle parti della penisola ellenica) esiste anche in Sud America.  E il suo significante greco δῆμος ha un significato chiarissimo: potere del popolo. FIFA, Governo e responsabili vari dello sperpero avvisati.

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Edoardo Ciotola

21enne che continua imperterrito a parlare di 'farsi i viaggi' e che sogna di diventare giornalista sportivo di professione. Metà napoletano e metà spagnolo (d'adozione). Cresciuto a pane e Fabri Fibra, ama il calcio (la fede è quella interista) e ascolta qualsiasi tipo di musica. Insomma, non ha le idee propriamente chiare, ma è talmente orgoglioso da essere capace di farne addirittura un vanto. In fin dei conti però una cosa è certa: la sua anima è unita, tramite punti di sutura, alla scrittura e alla comunicazione, di qualsiasi forma esse siano.

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