Italia-Spagna 2-0, le pagelle degli Azzurri. Lezione di calcio a Del Bosque: ora c’è la Germania
PARIGI – Vienna, Kiev, Fortaleza, poi Parigi. Parlare di vendette, nel mondo del calcio, risulta sempre eccessivo. Però quello riservato alla Spagna di Iniesta e compagni è un piatto freddo, gelato, servito con ritardo ma con precisa correttezza di gioco. L’undici di Antonio Conte si porta in vantaggio con Chiellini – splendido lo spunto su respinta di De Gea – e la chiude sul finale con Pellè, scacciando i fantasmi di un’altra, immeritata sconfitta. Gli Azzurri trovano la qualificazione ai quarti di finale in un tabellone perfido, senza fine. Prossima avversaria la Germania. Se la storia si fa pronostico, prepariamoci a vederne delle belle.
Buffon 7,5: impeccabile sulle conclusioni di Iniesta e Pique a 15′ dalla fine. Salva il risultato al 90′ su tap-in di Pique.
Barzagli 7: tiene viva la linea difensiva con l’esperienza di sempre. Un Europeo finora (quasi) privo di sbavature.
Bonucci 7: non perde un contrasto e contiene al meglio gli avversari.
Chiellini 7,5: avanza con coraggio, difende con puntualità, trova il gol. Condottiero.
Florenzi 6: sempre nel cuore del gioco, corre tra le linee e cerca i compagni. Talvolta con eccessiva imprecisione, ma con indubbia generosità (dall’84’ Darmian: s.v.).
Parolo 5: timido nel primo tempo, impreciso nella ripresa, è tra gli azzurri a soffrire di più la Spagna nel finale.
De Rossi 7: imposta ‘alla Totti’, apre il gioco per i compagni, valorizza il ruolo da difensore aggiunto e regala equilibrio a centrocampo. Partita da incorniciare (dal 53′ Thiago Motta 5,5. Fatica a entrare nel gioco.Smanaccia un avversario ed entra in diffida).
Giaccherini 7: classe e qualità con reiterato impegno nel corso dei 90′ lo rendono il più pericoloso tra gli azzurri.
De Sciglio 6,5: tanti cross, tante occasioni create con più precisione del solito. Nella difesa si ritrae dietro, ma sempre con grande precisione.
Pellè 7: da sottolineare l’impegno in fase di pressing e la partecipazione alla manovra. Tanta voglia di incidere, prestazione da migliorare: poi il gol del raddoppio, le urla, la qualificazione.
Éder 5: si divora il gol del 2-0 (dall’81’ Insigne 6,5: gli bastano pochi secondi per convincere Conte che la panchina, per usare un eufemismo, gli sta decisamente stretta).