L’Inghilterra si affida ai numeri: Stephen Hawking detta le regole per vincere

In Sudafrica 2010 il mondo rimase a bocca aperta davanti alle famose predizioni del “Polpo Paul” che diedero risalto alla Germania e ad ogni risultato da essa conseguito. Oggi, alla vigilia dei Mondiali di Brasile 2014, non più un’animale, bensì l’uomo probabilmente più intelligente del pianeta, Stephen Hawking, ha fatto dei “pronostici” e scritto delle “regole” per raggiungere la vittoria. Seppur la cosa possa non interessarci, è giusto sapere che, queste valutazioni, sono state fatte per l’Inghilterra, terra madre di Hawking e, nazionale inserita nello stesso girone dell’Italia.

Stephen Hawking - Fonte: Doug Wheller (Flickr)
Stephen Hawking – Fonte: Doug Wheller (Flickr)

Dall’alto del suo quoziente intellettivo di 160, il dottor Hawking ha avallato la richiesta della Federazione inglese e ha analizzato i dati della nazionale nei campionati mondiali dal 1966 a oggi.Il risultato? Una serie incredibile di “regole” che, se seguite, statisticamente porterebbero alla vittoria. Infatti, secondo lo studio, Hawking avrebbe analizzato tutte le statistiche dei vari mondiali, tutti i particolari, le composizioni delle rose, gli arbitri, gli stadi, le condizioni climatiche, e incrociando tutti questi dati è arrivato a dei risultati “bizzarri”, ma che, poco ma sicuro, la nazionale inglese farà di tutto per mettere in pratica.
Qualche esempio? Innanzi tutto l’Inghilterra dovrebbe giocare sempre con la maglia rossa(in base ai numeri, la più vittoriosa), dovrebbe adottare il 4-3-3 , giocare intorno alle 15 del pomeriggio e ad un’altitudine non superiore ai 1000 metri dal livello del mare. Inoltre sarebbe “positivo” per gli inglesi un arbitro europeo, in modo “Da non cascare nelle finte cadute della ballerina Suarez“.Ma non si è fermata qui, la ricerca del dottor Hawking. Egli infatti si è cimentato anche nell’analizzare i dati per battere “Il rigore perfetto” e anche qui, le sorprese non mancano. Facilmente si può intuire che i migliori a calciare un rigore siano gli attaccanti, più capaci, rispetto ai difensori e centrocampisti, di piazzare la palla nelle zone statisticamente più “vincenti” come gli angoli alti. Sorprendente, invece, la scoperta che i calciatori biondi o calvi siano più “efficaci” nel segnare un rigore, rispetto ai mori. Saranno pure solo dati e statistiche, ma pur di raggiungere la vittoria, gli inglesi, mettono in pratica un loro vecchio detto, che recita: “Leaving no stone unturned“, (controllare anche sotto le pietre!).

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