Mondiali 2014, il girone F: Argentina grande favorita. Sfida tra Nigeria e Bosnia-Herzegovina per il secondo posto

Ecco come si presenta il Girone F, molto atteso per la presenza di una delle favorite assolute come l’Argentina, che presenta giocatori del calibro di Messi ed Higuain, oltreché per la sfida al secondo posto che attende una nazionale emergente come la Bosnia-Herzegovina e i campioni d’Africa della Nigeria. Attenzione anche alla nazione iraniana, una vera e propria selezione da scoprire: potrà rendere la vita difficile alle tre nazionali più quotate?

Fonte: Jacoplane - wikipedia.org
Fonte: Jacoplane – wikipedia.org

Argentina: l’ “Albiceleste” allenata da Alejandro Sabella arriva al Mondiale 2014 con i favori del pronostico insieme a Spagna e Brasile, annoverando nella sua rosa molti tra i più grandi giocatori in circolazione: il girone piuttosto semplice e una maturità ormai raggiunta potrebbero portare l’Argentina di nuovo sul tetto del mondo a distanza di ventisette anni, quando Maradona trascinò i suoi in Messico, l’ultima nazione sudamericana ad ospitare la rassegna mondiale prima di questa edizione brasiliana.

Com’è arrivata al mondiale: la corsa nelle qualificazioni ha dimostrato la superiorità e la continuità di questa squadra, che ha vinto il gruppo unico sudamericano arrivando davanti a Colombia e Cile. I trentadue punti, due in più della seconda Colombia, frutto di nove vittorie, cinque pareggi e solo due sconfitte, dimostrano la caratura di questa selezione, che non teme nessuno e si candida per un posto in finale. Dalla sua avrà molti fattori positivi per fare bene in Brasile, tra cui il clima, temuto dalle nazionali europee, che di certo non sarà un problema per i giocatori argentini, abituati a cambi di altitudine e differenze di temperatura.

Il modulo: Sabella ama far giocare la propria squadra sostanzialmente con un 4-3-3 che presenta una punta centrale e due mezze punte laterali pronte ad inserirsi o con un 5-3-2, come in occasione dell’ultima amichevole giocata proprio con la Bosnia, presente anch’essa nello stesso girone mondiale. I punti fermi a centrocampo sono Mascherano e Di Maria, mentre la potenza di fuoco offensiva è straordinaria e conta soprattutto sull’estro di Messi, con Aguero ed Higuain favoriti per una maglia di titolare su Lavezzi e Palacio, che vanno a comporre un reparto pieno di fantasia e classe, che forse non trova eguali nel mondo.

La stella: La certezza assoluta è sicuramente il quattro volte Pallone d’oro Lionel Messi, stella assoluta su cui le speranze dei milioni di argentini sono riposte. Messi non ha bisogno di presentazioni, è in grado di risolvere in un attimo le partite a suo favore, è capace di segnare, servire assist, far impazzire la difesa avversaria: ha vinto tutto nella sua carriera ma non il Mondiale, che lo farebbe entrare definitivamente nel cuore della gente e prendere il posto di Maradona, l’ultimo a regalare questa gioia al suo popolo.

 

Nigeria: le “Super Aquile” allenate dal selezionatore Keshi partecipano al Mondiale per la loro quinta volta nella storia, quattro anni dopo l’avventura in Sudafrica terminata al primo turno; saranno sicuramente un ostacolo ostico per le avversarie, con il secondo posto nel girone come obiettivo più realistico da perseguire.

Com’è arrivata al mondiale: superato agevolmente il girone africano che la vedeva opposta a Kenya, Malawi e Namibia, chiuso a dodici punti frutto di tre vittorie e tre pareggi, ha pescato l’Etiopia negli spareggi per il Mondiale brasiliano, concludendo il punteggio complessivo sul 4 a 1 tra andata e ritorno, grazie soprattutto alle ottime prestazioni di Emenike che ha trascinato i suoi al passaggio del turno.

Il modulo: lo schema che ha portato alla qualificazione è il 4-2-3-1 con Mikel faro di centrocampo e tre mezze punte come Moses, Musa e Ideye (favorito su Oduamadi) a supporto dell’attaccante di proprietà del Fenerbahce Emenike, vero finalizzatore della squadra.

La stella: i campioni d’Africa del 2013 vantano molti giocatori di ottimo livello impegnati nei campionati europei, soprattutto in Premier League: i due migliori elementi sono sicuramente John Obi Mikel del Chelsea e Moses del Liverpool. Il primo è dotato di grande fisicità e buona tecnica, unita ad una visione di gioco in grado di facilitare le azioni offensive; importante anche il suo apporto in fase di interdizione, compito che spesso condivide con il suo compagno di centrocampo Onazi. Moses è il giocatore in grado di far cambiare passo alla squadra con una velocità impressionante e propensione agli inserimenti in grado di mettere in difficoltà qualsiasi difesa.

 

Fonte: Danilo Rossetti
Fonte: Danilo Rossetti

Bosnia-Herzegovina: dopo la sconfitta rimediata nei play-off del 2010 con il Portogallo, la Bosnia-Herzegovina realizza finalmente il sogno mondiale riuscendo per la prima volta a partecipare alle fasi finali: ora l’obiettivo è superare il girone, con il secondo posto da contendere alla Nigeria. La formazione slava cercherà di appoggiarsi ai suoi uomini di maggior classe come Pjanic e Dzeko per superare l’ostacolo africano e cercare di reggere l’urto dell’Argentina, vera corazzata del girone.

Com’è arrivata al mondiale: il cammino è stato un trionfo dopo l’altro, con un popolo in delirio per prestazioni e risultati che in pochi si aspettavano. Il girone G ha visto infatti questa nazionale arrivare al primo posto in coabitazione con la Grecia (che ha partecipato ai play-off, superando la Romania) con il bottino di venticinque punti, grazie alle otto vittorie, un pareggio e una sola sconfitta nella sfortunata partita casalinga contro la Slovacchia. Grande rendimento sia del reparto difensivo che di quello offensivo, grazie ai quali la nazionale di Safet Susic ha segnato la bellezza di trenta reti, subendone solamente sei.

Il modulo: Susic utilizza come modulo un 4-2-3-1 molto dinamico che vede la presenza in porta di Begovic, in forza allo Stoke City e considerato uno dei migliori portiere in circolazione e Spahic e Salihovic in difesa, elementi di esperienza che militano in Bundesliga con le maglie di Bayer Leverkusen ed Hoffenheim. A centrocampo c’è una conoscenza del nostro calcio e cioè Miralem Pjanic, impiegato in nazionale come centrale di centrocampo; sulla trequarti troviamo il trio Ibisevic – Misimovic – Lulic, l’esterno della Lazio, dietro l’unica punta Dzeko, giocatore di assoluto valore e vero cannoniere della Bosnia-Herzegovina.

La stella: ottantacinque gol in quattro anni di Bundesliga con maglia del Wolfsburg, vincendo tra l’altro il campionato 2008-2009, quarantotto gol con la maglia del Manchester City con il quale ha vinto una Premier ed una Fa Cup sotto la guida di Roberto Mancini, fanno di Edin Dzeko la vera stella di questa squadra, bomber e faro del reparto offensivo. Fortissimo nel colpo di testa, dotato di buona tecnica, si destreggia nell’uno contro uno, riuscendo a siglare gol facili da pochi metri come gol di spessore con tiri dalla distanza. Susic sa bene che per sognare servirà il miglior Dzeko.

 

Iran: i Tim Mellì” sono alla loro quarta partecipazione ad un Mondiale: i pronostici li danno come grandi sfavoriti, ma il giocare senza particolari pressioni ed obiettivi potrebbe essere per loro addirittura un vantaggio.

Com’è arrivata al mondiale: la selezione allenata dal tecnico portoghese Carlos Queiroz ha compiuto una grande impresa riuscendo addirittura a chiudere al primo posto il girone A delle qualificazioni asiatiche al mondiale, davanti la più quotata Corea del Sud. La partita più bella è stata proprio la vittoria per 1-0 ottenuta sul campo dei coreani nel giugno 2013 che ha regalato agli iraniani il pass mondiale. L’Iran ha conquistato complessivamente sedici punti in otto partite, frutto di cinque vittorie, un pareggio e due sconfitte.

Il modulo: Queiroz schiera i suoi con un 4-5-1 molto solido e compatto, con la difesa a quattro ed un centrocampo molto folto che vede due centrali come Nekounam e Teymourian e la presenza sulla fascia destra di Dejagah, uno dei migliori elementi della selezione, che non a caso veste la maglia di una squadra conosciuta come il Fulham; la fase offensiva è soprattutto nella mani di Shojaei che agisce dietro l’unica punta di ruolo Ghoochannejhad, più volte in gol durante il girone di qualificazione.

La stella: il giocatore più esperto e rappresentativo è il centrocampista Nekounam, leader della squadra, in grado di prendere in mano le redini della metà campo e ordinare il gioco. L’organizzazione data da un allenatore europeo di tutto rispetto come Queiroz ha favorito per esaltare le caratterische di questo giocatore, abituato a giocare palla a terra, dopo l’esperienza di sei anni nella Liga spagnola con la maglia dell’Osasuna.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi. Cookie policy