Che fine ha fatto… Fabio Junior, l'”Uragano” che non fu nemmeno brezza

Io sono io e non posso pensare agli altri. Si parla troppo di Montella e ci si dimentica di me.

© SoccerMagazine

Che non sono proprio l’ ultimo arrivato. Anzi, lo dico senza mezzi termini: il miglior attaccante brasiliano in circolazione sono io (…). Capisco anche le eventuali perplessità della gente: sinora i tifosi mi hanno visto davvero poco. Ma il tempo dirà che non sono stato pagato troppo e che ho le carte in regola per affermarmi anche a Roma” Leggendo queste parole penserete si stia parlando di un giocatore strabiliante, fantasmagorico, insomma, uno che lascia il segno. E Fabio Junior il segno a Roma l’ha lasciato, non certo però in positivo. Arrivato come il “Ronaldo bianco”, e cacciato via a pedate, egli rimane a tutti gli effetti uno dei bidoni più grossi della storia della squadra della Capitale. Arrivato nelle file giallorosse per 30 miliardi, nonostante Zeman avesse espressamente richiesto Andrij Shevchenko, più che Uragano, così come venne acclamato, con 16 presenze e 4 reti in due anni lascio Trigoria da lieve brezza. Anche negli anni successivi, nei campionati più disparati, non ebbe molto successo. Arriva fino in Giappone, dopo una lunga permanenza in Brasile e una disastrosa parantesi al Vitoria Setubal, ma non lascia mai veramente il segno. Fallite anche gli ultimi banchi di prova come Bochum e Hapoel Tel Aviv, torna in Brasile dove fatica a trovare spazio nelle serie inferiori brasiliane. Eh sì, Fabio Junior fu proprio un Urugano, un uragano di ilarità.

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