Capello: “Berlusconi ed El Shaarawy fondamentali per il Milan. Montella studia da grande allenatore”

È un Fabio Capello a tutto tondo quello ospite nella nota trasmissione “Undici”, in onda sulle reti Mediaset e condotta da Pierluigi Pardo.
Dal passato di calciatore alla sua prima Roma e alla Juventus, dai mali del calcio italiano alla sua attuale esperienza in Russia, vediamo cosa ha detto.

 

 

Fabio Capello Fonte immagine: Wikipedia – Paulblank

IL GIOVANE DON FABIO – “Da calciatore ero un centrocampista che aveva una buona visione di gioco; anche se non veloce, ero intelligente sul campo e con una buona propensione al gol. Sapevo posizionarmi bene ed ero sempre d’aiuto.
Quando ho capito di poter fare l’allenatore? Mi fu proposto, appena smisi la carriera di calciatore, di diventare l’allenatore delle giovanili del Milan; poi ho fatto tutta la trafila e mi fu proposto da Berlusconi di prendere la squadra nella ultime cinque partite per cercare la qualificazione alla Uefa”.

 

L’IMPORTANZA DEL CAVALIERE –  “Credo che Berlusconi sia fondamentale per il Milan, come lo è stato nei momenti migliori. La sua visita crea fiducia in tutti quanti, crea attenzione. Quando parla è capace di coinvolgerti in tutti i progetti, le più grandi riunioni tecniche le ho fatte a Milanello quando si rimaneva a parlare per cercare di migliorare una squadra già fortissima.
A Napoli mi è sembrata una squadra molto più attenta delle partite precedenti”.
Anche grazie al Faraone: “El Shaarawy mi piace molto; di giocatori così giovani, bravi e con queste capacità realizzative ce ne sono stati pochi. E’ un talento che ha velocità, che non ha grossi problemi davanti alla porta, soprattutto quando si inserisce e chiede la palla in profondità; il gol che ha segnato contro lo Zenit a San Pietroburgo però è stato un gol completamente diverso, ha dribblato due giocatori e ha dimostrato anche grandi qualità tecniche, oltre a quelle fisiche”.

 

LE VITTORIE AL MILAN.. – “Quella che ricordo di più è stata la Champions del ’94; eravamo sfavoriti, ma ci fu una grande attenzione da parte di tutta la squadra, il Barcellona ci aveva sottovalutato tanto che festeggiavano già dalla sera prima, mentre noi eravamo molto più concentrati.
Per vincere ci vogliono i buoni giocatori, gli schemi servono ma senza qualità non si vince; quella squadra aveva giocatori di qualità”.

 

..QUELLE ALLA ROMA.. – “Il ricordo più bello a Roma è certamente lo scudetto, i tanti derby vinti e le tante vittorie. Una cosa che non mi è piaciuta della festa dello scudetto però è che la sera che abbiamo vinto il campionato a Roma non ci fu la festa con i giocatori e lo staff, perchè ognuno ha festeggiato a casa sua, perchè quella ufficiale doveva essere il mercoledì”.
Poi su Totti e Cassano: “Francesco e Antonio sono due talenti completamente diversi, straordinari. Totti l’ho portato più avanti, perchè vicino alla porta è sempre pericoloso; Cassano sotto l’aspetto degli assist ha una qualità straordinaria”.
In quella squadra c’era anche Montella: “Vincenzo è passato dalle giovanili ad allenare in due anni la prima squadra della Roma. Ha fatto molto bene a Catania, è uno molto preparato che sta studiando per diventare un grande allenatore, sono molto contento per lui. Sa gestire il gruppo ed è in grado di dare un bel gioco alla squadra; la forza della Fiorentina è a centrocampo, il possesso palla è molto buono, ha qualità e dei giocatori che sono in grado di fare cose importanti col pallone tra i piedi”.

 

..E QUELLE ALLA JUVENTUS – “Ho ancora le medaglie, tutti i trofei, e li ritengo validi. Era una squadra assolutamente più forte di tutte le altre, una squadra competitiva a tutti i livelli; se c’è un rammarico è quello che potevamo fare di più in Champions. Non c’era discussione però che quella era la squadra più forte”.
Da Totti a Ibrahimovic: ” Sono l’allenatore che l’ha voluto alla Juve, lo volevo già alla Roma ma non riuscimmo a prenderlo.
Credo sia un fuoriclasse vero, un giocatore che fa la differenza. Quando è venuto alla Juve calciava solo forte e male, gli ho suggerito di lavorare tutti i giorni sul calciare, lui si fermava ad ogni allenamento e si sono visti i risultati.
Quel gol con la Svezia era già difficile da immaginare e lui c’è riuscito, solo i fuoriclasse sono in grado di farlo”.

 

I MALI ITALIANI – “Sappiamo tutti i motivi per cui il nostro paese non è ormai più a livello con gli altri. Chi viaggia per lavoro come me, visita posti, città, culture, e vede stadi perfetti, all’avanguardia, sempre pronti ad ospitare tifosi e famiglie che vogliono godersi una partita; in Inghilterra gli stadi sono sempre pieni, in Germania aumentano ogni volta di più.
Un altro problema italiano sono gli ultras; tutto il nostro calcio si abbassa spesso al loro volere, una cosa che in altri paesi del mondo non sarebbe neanche immaginabile”.

 

ITALIANS DO IT BETTER – “Sono molto felice per Di Matteo; ha dovuto chiudere una grande pagina di storia del Chelsea, ora sta cercando di dare a quella squadra una nuova vita e un nuovo gioco.
Tifo per lui, per Mancini, e anche per Spalletti; chi come noi vive ormai da anni fuori dall’Italia, diventa molto più italiano, e come vedete facciamo poi sempre bella figura”.

 

PRESENTE E FUTURO – “Adesso sono il Ct della Russia e ho intenzione di smettere dopo il mio impegno qui, sperando di raggiungere la fase finale del Mondiale in Brasile. Qualora arrivasse un progetto interessante che mi possa coinvolgere potrei anche dire di sì, ma in questo momento non c’è niente interessante”.

 

 

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