Erik Lamela: “A Roma sono coccolato, con Totti c’è feeling”

Carattere forte, un piede magico, un pò egoista, appena un ragazzino ma già un vero campione. Con queste parole la Gazzetta dello Sport descrive il talento della Roma, Erik Lamela.

Photo by: EFE/IVAN FRANCO Fonte: Globovision

In realtà, per gli amici stretti, Erik Lamela è tutto questo ed è anche “El Coco“, lo stesso bambino che a 12 anni rifiutò il Barcellona e rimase al River Plate. A 19 anni, il presente lo vive con i suoi genitori, i due fratelli e la fidanzata, vivendo nella villa che Totti gli ha affittato da quando è arrivato qui a Roma. Proprio il capitano giallorosso lo definì come “il suo erede” per la maglia numero 10. “Penso che abbia esagerato un pò” – confessa Erik al quotidiano Olè – “è un grandissimo giocatore, è la storia della Roma, però mi ha fatto molto piacere ricevere complimenti dal mio capitano”

Si impara tanto da un giocatore di questo calibro?

Senza dubbio. Come ho appunto detto, è la storia del club, un idolo per i tifosi ma soprattutto, ha una condizione fisica invidiabile. Senza contare gli argentini, Totti è quello con cui mi trovo veramente bene; parlo molto con lui.

Hai già appreso l’italiano?

Si,esatto. Tra di noi ci intendiamo, nonostante non lo parli ancora perfettamente. Sto imparando piano piano nuovi vocaboli.

Pensi di esserti ambientato più presto di quanto ti aspettassi?
Sono molto contento di questi primi sette mesi. All’inizio non ho potuto giocare per via dell’infortunio, però una volta recuperato ho ripreso il ritmo partita. E, per fortuna, ho potuto amalgamarmi con il resto della squadra, e questo era ciò che desideravo.

Come ti hanno accolto i “tifosi” ?
Fin dall’inizio fui ben accolto. Mi aspettarono per tutta la durata dell’infortunio e ora mi fanno sentire un re. Con la squadra che abbiamo, penso che potremmo arrivare in alto.

Che tipo di calcio hai trovato nella Serie A?  C’è molta aggressività, pochi spazi e non tutte le squadre cercano di fare la partita. La nostra proposta è offensiva, abbiamo giocatori che spezzano gli equilibri ma tuttavia dobbiamo acquistare una certa regolarità di prestazioni.

E’ molto diverso dal campionato argentino?
Sono simili. In entrambi si corre molto. Da una parte credo che in Argentina si facciano più gol. E ci si difende meno.

C’è stato qualche giocatore che ti ha sorpreso?
Non è che sono stato sorpreso, però le prestazioni di Ibrahimovic nel Milan sono determinanti. Quando giocammo contro di loro, ci fece due gol e notai la qualità dell’attaccante che rappresenta per loro.


 

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