Il personaggio della settimana: Simone Pepe

Quest’estate era sul punto di lasciare la Juventus verso le fredde terre russe, direzione Zenit San Pietroburgo, fino a quando mister Conte non gli ha espressamente detto che sarebbe rimasto perché era importante per il suo progetto. Si tratta di Simone Pepe, da quasi epurato in casa bianconera a leader della Juve e, molto spesso, migliore in campo. E’ lui il personaggio della settimana per il sedicesimo turno di campionato.

Fonte immagine: Danilo Rossetti

Pepe sta vivendo la stagione dell’esplosione con la casacca della Juventus, dopo l’annata non proprio esaltante dell’anno scorso. Schierato a sorpresa da Conte nella prima giornata- seconda, a dir la verità – contro il Parma preferendolo a Krasic, Pepe ripagò la fiducia dell’allenatore salentino con una prestazione grandiosa impreziosita da un gol. E quella rete sarebbe stata solo l’inizio.

Ad oggi, infatti, Pepe è un titolare inamovibile nel 4-3-3 di Conte, come punta esterna nel tridente che comprende anche Matri e Vucinic: le presenze in questo campionato sono 15, le reti messe a segno già 5, solo una in meno dei bomber bianconeri Matri e Marchisio.

Il coronamento di questa per ora fantastica stagione è stato domenica, quando Pepe ha letteralmente annichilito il Novara: gol dell’1-0, assist su calcio d’angolo per il raddoppio di Quagliarella, un palo su punizione, diverse occasioni, sgroppate irrefrenabili sia sulla fascia destra che a sinistra, assist a ripetizione; Pepe è stato a mani basse il migliore in campo nella vittoria bianconera nel derby piemontese contro il Novara.

Nato ad Albano Laziale il 30 agosto 1983, Pepe cresce nelle giovanili della Roma, dove gioca come attaccante. Successivamente, nell’Udinese, verrà reinventato come attaccante esterno e ala. Le prime stagioni da professionista le gioca nelle serie minori a Lecco prima (5 presenze) e a Teramo poi (31 presenze, 11 reti). Nel 2003 il salto di categoria con l’approdo in Serie B al Palermo, dove gioca 19 volte segnano una rete, per poi esser dato in prestito al Piacenza (30 presenze, 12 reti), prima di ritornare il rosanero dove però trova ben poco spazio.
A gennaio 2006 avviene il passaggio che gli cambierà la carriera: va in comproprietà all’Udinese, che lo riscatterà poi dai rosanero l’estate successiva. La prima stagione in Friuli non è esaltante (6 presenze, nemmeno un gol) e viene poi dato in prestito al Cagliari: con la squadra di Cellino segnerà il suo primo gol in Serie A, ironia della sorte contro il Palermo. Nel 2007 torna definitivamente ad Udine dove diventa una pedina fondamentale della squadra di Pasquale Marino. Nelle tre stagioni ad Udine mette in carniere 98 presenze con 14 reti, prima di passare, a pochi giorni dalla partenza della Nazionale italiana per il Mondiale in Sudafrica, alla Juventus: prestito oneroso di 2,6 milioni e riscatto in favore della Juve di 7,5 milioni di euro.
La prima stagione, come detto, non è per niente esaltante: nonostante le tante presenze – 30, alla fine -, mette a segno solo 4 reti e non sempre ha giocato benissimo, fino all’esplosione di quest’anno, dove con la metà delle partite, 15, ha già segnato un gol in più rispetto l’anno scorso, diventando, come detto, un punto fermo dell’attacco di Conte ed uno degli idoli indiscussi del nuovissimo Juventus Stadium.
Cone le Nazionali Pepe ha fatto tutta la trafila delle giovanili, dall’Under 17 all’Under 21, passando per l’Under 19 e l’Under 20, fino all’11 novembre 2008 quando, a 25 anni, debutta nella Nazionale maggiore di Marcello Lippi a Sofia, contro la Bulgaria. Diverrà uno dei convocati fissi del ct Campione del Mondo, che lo porterà anche al fallimentare Mondiale sudafricano, dove Pepe è anche uno dei protagonisti negativi.

Il passato è però alle spalle: il Pepe di quest’anno è un giocatore del tutto nuovo che sta rinverdendo i fasti di Udine, divenendo forse ancor più decisivo. Un Simone Pepe in queste condizioni non può che essere delizia per mister Conte e per la tifoseria biancoenra.

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