Il punto/Serie A: Conte già vola come un treno, Giampaolo è sotto un treno

Le solite ammucchiate e casotti di ogni inizio Campionato, ma due certezze che tali dovevano essere.

Anche il principio di stagione 2019-2020, mandando in archivio le prime cinque giornate, conferma questa regola non scritta del pallone nostrano che, nel frattempo tutti, davvero tutti, trovino la quadra, l’amalgama, gli schemi giusti, brillantezza e stato di forma, riserva le solite carine sorprese.

 

Pallone campionato Serie A - Fonte: Danilo Rossetti
Pallone campionato Serie A – Fonte: Danilo Rossetti

Ma ci sono due certezze, abbiamo anche detto. Così come doveva essere, e forse è giusto che sia.

La prima è nerazzurra ed è l’Inter di Antonio Conte, che guarda tutti dall’alto a punteggio pieno, dopo aver battuto una Lazio che si conferma allergica alle sfide d’alta quota. Specie nel primo tempo, però, ha dato più di qualche spavento alla banda del tecnico leccese. Poi fatto i conti con la serata super di Handanovic, ma ha dovuto inchinarsi alla zuccata di D’Ambrosio.

Come era prevedibile, l’ex tecnico juventino non ci ha messo molto a creare un figlio a sua somiglianza. Forte fisicamente, non sempre spettacolare ma cinico, spietato e concreto, organizzazione curata nei minimi dettagli, consapevolezza dei propri mezzi. Tutti possono essere utili alla causa e devono esserlo, anche se non sei un fenomeno. Appena arrivato, ha chiesto pieni poteri a giocatori e dirigenza e tutto sta andando secondo le sue volontà. Si è messo dietro gli otto volte Campioni d’Italia e già ha spedito il Napoli a sei lunghezze. E ha pure stabilito il primo record, lui che dei numeri è innamorato pazzo: mai nessuno aveva vinto le prime cinque partite di Campionato sulla panchina meneghina.

La seconda certezza è, invece, bianconera, l’unica a resistere al treno milanese. Neanche da Vinovo spiccano per brillantezza e bel gioco nonostante Maurizio Sarri, ma si portano a casa i tre punti grazie a episodi, alla qualità dell’organico. Sempre con vittorie di misura, a volte dopo aver subito qualche schiaffetto iniziale. L’ex mister partenopeo ha ancora il suo bel da fare per inculcare non solo un cambio repentino di gioco, ma di mentalità. E a differenza del collega nerazzurro, ha una difficoltà in più: vincere facendo divertire. E c’è pure un altro aspetto al quale è allergico: dover gestire una rosa piena non solo numericamente, ma anche qualitativamente.

Alle spalle delle due lepri, ci sono le altre 18 squadre tutte insieme appassionatamente o quasi. L’Atalanta, spavalda come nessuna lontano da casa; il Napoli, non  ancora la certezza che ci si aspettava e viaggia su un’altalena di risultati, così come la Roma e la già citata Lazio.

Bene e sempre sul pezzo Bologna e Cagliari, e risale anche la Fiorentina, in ripresa nelle prestazioni nelle ultime settimane.

Chi preoccupa, invece, è il Milan, uscito con le ossa rotte anche nel posticipo di ieri. Ko che fa ancora più male di quello del derby, perché al termine di una gara in cui ai rossoneri sarebbe stretto persino il pareggio. Ma una contesa discreta, la migliore dell’anno, è stata rovinata da suicidi offensivi, harakiri difensivi, errori nei cambi da parte di Giampaolo, che non ha ancora capito dove sia il bandolo della matassa, alcune scelte arbitrali per lo meno discutibili.

La società ha provato a tranquillizzare l’ex allenatore sampdoriano, ma da viale Aldo Moro sanno che così non si può e deve andare avanti.

E, in tema di Sampdoria, non se la passa bene neanche la Genova blucerchiata, dove la sensazione è che Di Francesco sia solo nello sbrogliare una situazione difficilissima e caldissima, soprattutto con le incertezze societarie.

 

 

 

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