Il Punto/Serie A: tutti presenti al ritorno a scuola. Tranne il Milan

Non ci poteva essere miglior biglietto da visita per il ritorno del Campionato di serie A (diciamolo che lo attendevamo con ansia, almeno possiamo distrarci visto che la politica, da qualunque punto di vista la si guardi, non regala niente di buono e i problemi dello Stivale sono sempre gli stessi), visto che nel primo weekend abbiamo assistito a non pochi goal, squilli di quasi tutte le grandi, e sorprese non certo preventivabili.

 

Pallone campionato Serie A - Fonte: Danilo Rossetti
Pallone campionato Serie A – Fonte: Danilo Rossetti

Ed ecco, allora, che in un mercato agli sgoccioli in cui più che acquistare – anche con fior fior di quattrini, vedi De Ligt, Lukaku, Lozano, Sensi, Barella, gli immancabili costo zero come Ramsey, Rabiot, Ribery – il tremendamente difficile è stato vendere e gli esuberi sono ovunque e alcuni anche di lusso, ma che ha detto che, a meno di sorpresone e accadimenti vari, ci saranno tre squadre che faranno una stagione a parte e le altre 17 a vivere nella mediocrità, le citate che non dovevano deludere non lo hanno fatto. Vincendo in modo diverso, per giunta.
Hanno iniziato gli otto volte Campioni d’Italia, che su un campo non facile come quello di Parma hanno vinto giocando di fioretto, e non è una novità in un mix di sarrismo (qualche meccanismo dell’ex tecnico di Napoli e Chelsea lo si è visto nel primo tempo), e di allegrismo (minimo sforzo nella ripresa, purché si porti a casa il risultato, l’unica cosa che conta). A mister Maurizio con la tuta servirà tempo per far capire che il suo modo di vedere il pallone è lontano dalla mentalità bianconera, sia alla vecchia guardia ma dall’usato sicuro, vincente e immediato che ai volti nuovi. Il problema, però, per Sarri, potrebbe porsi se la dirigenza non dovesse piazzare lontano da Vinovo qualche campione di troppo, così come espressamente richiesto. Come gestirà in quel caso lo spogliatoio? E poi un’altra domanda: quale mentalità avrà la meglio? Quella dell’ultimo arrivato o consolidata di oltre un secolo di vita e di successi?

A Firenze, nel big match di giornata, il Napoli ha vinto con i fuochi d’artificio con il terzetto Insigne-Mertens (dovrebbe chiedere scusa per il tuffo in area viola)-Callejon, in attesa anche qui di capire come si inseriranno le facce nuove e quanto importo daranno in termini di qualità ai vice campioni d’Italia. Ma anche qui un quesito: davvero il Napoli è più forte rispetto all’anno scorso?

Il poker dell’Inter di Antonio Conte è stato di forza e, diciamo la verità, doveva essere così. Con l’esordio a san Siro, e con una neopromossa quasi a fare da vittima sacrificale. I nerazzurri, messo alle spalle il Fair Play finanziario, hanno investito non pochi milioni per permettere al vulcanico e maniacale allenatore leccese di centrare un altro miracolo, e magari pure al primo colpo. E il suo lavoro certosino già si vede. Comando totale del gioco, esterni di centrocampo fluidificanti e su e giù sulla fascia (Candreva e Asamoah sono stati resuscitati), e gli interni di metacampo ficcanti e precisi come attaccanti. Certo, tre delle quattro marcature sono arrivate con tiri da fuori e bisogna attendere banchi di prova per lo meno un po’ più probanti. Ma la prima scintilla è stata lanciata.

Chi invece finisce dietro la cattedra è il Milan, uscito meritatamente battuto da Udine portandosi dietro una squadra apparsa in ritardo mentale, fisico, di idee, di volontà, di personalità. Giampaolo non ha potuto lavorare durante l’estate a causa di una escalation di problemi, e il risultato è stato una squadra capotica con tanti fuori ruolo. Vedi Borini e Castillejo. Del mercato rossonero magari torneremo un’altra volta, ma il fatto che l’ex Sampdoria voglia già cambiare modulo non aiuta a mettere tranquillità all’ambiente.

 

Per il resto il primo weekend calcistico nostrano è stato segnato dalla pioggia di goal all’Olimpico tra Roma e Genoa (3-3), il roboante squillo della Lazio in casa della Sampdoria con un Immobile già dal piede caldo, così come Muriel sulla sponda Atalanta.

E Mihajlovic? Per tanti è l’uomo copertina della domenica, ma lo è per chi non lo conosce. Perché chi sa bene chi sia Sinisa, non può e non deve sorprendersi. Ha avuto l’eccezionale conferma di cosa significhi essere un gladiatore.

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