Moratti saluta l’Inter: “Giusto cambiare dopo 50 anni di amore. Il mio giocatore preferito? Lo sanno tutti”
“Entrare all’Inter fu pazzia, lasciarla ora è giusto“. Questo è più o meno il riassunto delle dichiarazioni di Massimo Moratti a RadioNews24 riguardo all’avvicendamento ai vertici dell’Inter che ha visto l’indonesiano Erick Thohir subentrare proprio allo storico proprietario nerazzurro; “Trovo sia giusto… c’è un momento in cui devi mettere il futuro in mano a chi ha lo stesso entusiasmo, la stessa forza. Soprattutto perché i tempi cambiano“.
Una sorta di viaggio nel passato quello effettuato via radio: “Il momento più difficile è stato quello finale perchè bisognava fare in modo che chi avesse preso le redini della società fosse all’altezza di quello che la gente si aspettava. L’altro momento è stata la scelta di entrare nell’Inter: ma mentre quella fu una sorta di pazzia, la cessione è stata una cosa più calcolata“. Revival che non poteva non passare attraverso la tappa dei giocatori: “Tutti sanno che è Recoba il giocatore che ho amato di più, perchè era quello che aveva dei mezzi superiori a quelli che esprimeva. Ti dava sempre l’impressione che poteva inventare qualcosa di speciale: è quello che mi ha risvegliato la fantasia più di tutti, ma anche Ronaldo mi è entrato nel cuore: quando è venuto da me in 5 minuti sapeva tutto quello che succedeva in casa mia, dimostrando una grande intelligenza e velocità di apprendimento. La stessa che esprimeva in campo”. Poi un ritorno sulle motivazioni, con chiusura finale riguardo al futuro degli investitori stranieri in Italia: “Le stesse persone che mi dicevano di essere pazzo quando ho preso l’Inter, ora sono dispiaciuti, perchè si credeva di poter fare ancora tanto e perchè c’è l’affetto che ti lega a un progetto che fino alla notte prima non ti faceva dormire la notte. La volontà degli stranieri di investire in Italia (si parla del caso Roma-Cinesi, n.d.r.) è una cosa interessante. Perché spaventarsi se è apprezzata ? È normale che gli stranieri vengano in Italia e apprezzino il nostro lavoro e le nostre squadre e facciano investimenti. Vale nell’industria come nel calcio. Bisogna aprirsi e quelle che sono le esigenze della comunicazione, non possiamo pensare di rimanere solo sul territorio italiano“.