Napoli, ecco perchè il Barcellona è più forte di te

Il confronto fra Napoli e Barcellona, che in occasione del trofeo Gamper si presentava come una partita di cartello al Camp Nou, non ha potuto evitare di dare fiato ai polmoni dei critici nostrani. Gli azzurri, avviati sulla strada verso l’Europa che conta, ed iniziati quindi al vero calcio internazionale, hanno finito con lo sfigurare di fronte ai campioni catalani, riesumando alcune vecchie lacune e manifestando quelle già sospettate.

Fonte immagine: Julia
La differenza tra il Napoli dell’anno scorso e quello attuale, finora espressa solo a parole, si è finalmente palesata in maniera concreta fra i piedi degli undici titolarissimi schierati ieri sera in campo da Mazzarri. La squadra partenopea, formazione tipicamente all’italiana, come ingiusto che sia, non è riuscita a costruire minimamente il proprio gioco, senza prodursi mai in performance qualitativamente notevoli od apprezzabili; il Barça, compagine più tecnica ed esperta, ha annullato così il Napoli facendo leva sulla propria qualità e soprattutto sulla propria esperienza, da cui deriva la scioltezza ormai classica dei giocatori blaugrana.
Il match fra i campioni d’Europa e la banda di Cavani & co. ha permesso allora di individuare non solo la già nota capacità del football “made in Catalogna”, ma anche le distanze che intercorrono, calcisticamente parlando, tra quella piccola zona della penisola iberica e lo Stivale: il sistema di gioco spagnolo, in sostanza, supererebbe quello italiano più di quanto possa fare quello del singolo Barcellona nei confronti di quello del semplice Napoli. Non è tanto la disposizione tattica ad essere diversa, quanto l’interpretazione della stessa sul rettangolo verde, che consente persino facilmente ai giocatori di sciorinare intelligenza e spettacolo, ovvero i fattori del calcio propriamente detto.
Contro il Barcellona, il Napoli si è limitato ad affrontare gli avversari assumendo un atteggiamento contenitivo, fissandosi sull’osservanza quasi ossessiva di pochi piccoli dettami strategici complessivamente scarni e prevedibili, ottenendo di denudarsi al cospetto di chi sapeva che avrebbe così condotto la partita. Per arrestare le manovre spumeggianti degli uomini in blaugrana, e non per prevenirle, i giocatori azzurri hanno pensato bene di controllare il campo piuttosto che gli avversari stessi, lasciando così a questi ultimi ampi spazi che hanno permesso loro di sfaldare ancora più rapidamente il guscio napoletano. Il Barcellona era insomma libero di sfruttare tutte le sue carte e di giostrare tra le proprie pedine vincenti, leggendo praticamente nella mente dei partenopei: impossibile, per Mazzarri, pensare di far almeno intravedere il gioco pianificato in queste condizioni.
Le azioni del Barcellona si caratterizzano per dinamicità ed organizzazione: l’enfasi che ne scaturisce è relativa, anche se spesso diviene proprio l’elemento catalizzatore dell’andamento catalano, nonchè il dettaglio che più risalta all’occhio e viene pubblicizzato. Le giocate del Barça sembrano quasi estrapolate da un videogioco: la minuziosità e la velocità con cui si accende la lampadina durante una gara hanno l’impressionante capacità di sfiorare il più delle volte la perfezione. In questi casi si tratta veramente di sopravanzare l’anima del gioco e di diventare parte integrante di un lavoro fisico e concettuale che appare eccezionale nella sua umanità. Maestosità, caparbietà, naturalezza: niente a che vedere con il calcio italiano, insomma.
Il nostro principale difetto risiede nel pensare più al risultato che alla logica maniera per ottenerlo: in Italia, così come in molti altri paesi europei, dove il calcio si autodefinisce tanto sviluppato, il nostro sport preferito perde di fascino perchè troppo rigido e ripetitivo e perchè, come risaputo, troppo vincolato al tatticismo ed al compitino. Non è però il Barcellona ad essere speciale, è il resto del mondo calcistico ad ostinarsi nel fornire una rappresentazione non veritiera di quello che dovrebbe essere il gioco del pallone. Il business ed i vari interessi, anche non prettamente economici, che fanno da padroni alle società del nuovo millennio, riescono però a supplire, almeno per presidenti e dirigenti, a tutte le mancanze di cui invece, il calcio, inevitabilmente soffre.
L’evoluzione volta a portare l’Europa a rassomigliare al Barcellona dovrebbe passare attraverso un radicale cambio di mentalità, imprescindibile, tuttavia, da una rivisitazione dei fondamenti del sistema, che negli anni ha finito col tradire se stesso ed impoverire lo spirito di questa disciplina. Ben vengano squadre come il Barcellona, dunque: squadre che si costruiscono il calcio in casa, addestrando appena possibile le nuove leve a misurarsi presto alla pari con avversari più quotati, ed i giovani talenti a divenire i campioni del futuro. Talvolta anche i giocatori migliori del mondo.
Viva il Barcellona, l’ultimo baluardo a difesa di quella che si era ridotta ad essere solo l’idea del calcio. Non a caso, Barça es “més que un club”.

3 pensieri riguardo “Napoli, ecco perchè il Barcellona è più forte di te

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    23 Ago 2011 in 15:48
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    Non darei la colpa anche al sistema di gioco italiano; questo non è necessariamente inferiore. Ok il Barça è fortissimo, forse la squadra più forte di sempre. Ma non potranno essere imbattibili per sempre. Prima o poi anche loro si incarteranno, è nella natura delle cose. Arriverà qualcuno che si inventerà il modo di imporre il proprio sistema di gioco. Dunque, reinventando la nostra impostazione, prima o poi qualcuna delle nostre squadre riuscirà a batterli.

    Piuttosto, forse il Napoli ha pagato un pizzico di presunzione.

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    23 Ago 2011 in 18:53
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    Il problema, non é il calcio italiano conto quello catalano; bensì la differenza tecnica tra le 2 squadre. Il Napoli NON può competere con la massima espressione del calcio mondiale, quale é il Barcelona FC. Anche una squadra attrezzata.come il Chelsea o l’Inter ( le uniche 2 ad averla battuta ) non si sono ripetute nell’IMPRESA fatta! Il Real Madrid soffre e perde SEMPRE. e quindi? É quindi la squadra da battere, il Napolino non può confrontarsi con giganti del calcio, deve essere umile e sfrontata, ma mai superba o vittima…come fa da due anni ormai! Ha dimenticavo, l’Udinese ha messo in difficoltà il Napoli l’anno scorso, solo, o meglio, anche per eccesso di presunzione. Remember?

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    24 Set 2011 in 01:30
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    Non sottovaluterei e non trascurerei nei traguardi del Barcellona la “notevole impronta” del giovanissimo e talentuoso Pep Guardiola che ha saputo “plasmare” ed armonizzare le straordinarie qualità dei suoi fuoriclasse, dando prova di grandissimo carisma………. LO VORREI VEDERE ALLA GUIDA DEL NAPOLI SENZA SILURARE MAZZARRI (In veste di coordinatore tecnico)……..NATURALMENTE ACCOMPAGNATO DAL “FENOMENO” MESSI!!!!…

    1)De Sanctis, 2)Britos 3)Cannavaro 4)Gargano 5)Aronica 6)Maggio7)Lavezzi 8) Hamsik 9)Cavani 10)Messi 11)Inler-Dzemaili.

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