Nazionale, Prandelli è duro: “Noi italiani pensiamo sempre di essere i migliori, anche quando non lo siamo”

Il ct dell’Italia Cesare Prandelli ha toccato diversi temi nella conferenza stampa odierna a Coverciano. I dubbi da risolvere lungo la strada per il Mondiale sono ancora molti, ma a preoccupare il mister di Orzinuovi sono anche le spinose questioni sociali che stanno avvolgendo sempre più il nostro calcio. Ecco dunque le parole del tecnico azzurro:

Fonte immagine: Roberto Vicario
Fonte immagine: Roberto Vicario
Ti ha colpito il modo in cui la Juventus ha battuto il Napoli Domenica scorsa?
“Non mi ha colpito e non avevo dubbi in merito perchè la Juventus ha da sempre abituato a grandissime prestazioni. Contro il Napoli si è vista la squadra degli ultimi due anni”.

Un commento sui recenti scandalosi fatti di Salernitana-Nocerina?
“Vanno fatte delle riflessioni, abbiamo perso tutti e la situazione doveva essere gestita meglio. Alcune persone vestono la maglia degli ultras ma sono delinquenti e basta, capaci soltanto di minacciare. I veri ultras sono quelli che preparano le coreografie, impiegano tempo per il club e incitano davvero la squadra affinchè vinca e dia il massimo grazie al loro appoggio. Questo è un problema sociale. Ci illudiamo di avere il calcio migliore e il tifo migliore ma non è così”.

Il Mondiale non è così lontano e non ci sono molti altri ritiri per l’Italia: si preparerà qualcosa di nuovo o la strada è già segnata per gli uomini chiave e i moduli tattici?
“Abbiamo nella nostra testa un’idea ben precisa ma dobbiamo farci trovare preparati. Ci sono più partite in una partita. Non abbiamo tante possibilità di incontrarci e abbiamo dovuto utilizzare le partite ufficiali per capire dove dover andare. Ci siamo riusciti e sappiamo che durante le gare abbiamo più schieramenti da poter utilizzare, soprattutto per quanto riguarda il centrocampo”.

La FIGC si è mossa ultimamente per far sì che il mondo diventi più civile e in questo senso la Nazionale Maggiore è un’isola felice, per le iniziative che ha promosso. Non ti verrebbe voglia però di allenare all’estero?
“Il mio futuro è un argomento serio che verrà affrontato nell’argomento giusto. All’estero mi viene raccontato di un calcio diverso, che i tifosi sono contenti se si dà tutto in campo e basta. L’Italia deve migliorare questo aspetto: fino a qualche tempo fa si diceva che qui c’era troppa pressione, ma ora c’è ossessione e la cosa è complicata. Non sono molto fiducioso per il futuro perchè ormai si va oltre la semplice provocazione”.

Balotelli-G. Rossi come coppia offensiva nelle prossime gare?
“Nella mia testa c’è l’idea di vederli assieme contro la Germania. Giuseppe però è al letto con la febbre al momento”.

Un commento su Balotelli, alla luce del suo ultimo difficile periodo?
“I campioni non devono pensare di vincere le partite da soli. Sanno che devono stare dentro il progetto, dentro il gioco. Lui sta vivendo un momento strano e particolare, ma in casi del genere se hai carattere e orgoglio diventi più forte e fai delle scelte mirate. Deve ritrovare fiducia e serenità. Lui deve convivere con la pressione quotidiana che ha, in base agli atteggiamenti che ha”.

Si partirà subito con il regolamento di limitazione a Twitter?
“Non sono contro Twitter, ma al Mondiale quando si deve dire qualcosa si viene in conferenza stampa si e parla ai professionisti apertamente, senza adoperare i social networks. I giocatori ci tengono molto al rapporto diretto con i tifosi ma per 15 giorni non dovrà essere così”.

Quanti posti sono vacanti per il Mondiale 2014?
“Ci sono sempre posti vacanti perchè sono convinto che molti giocatori sono stimolati dall’essere menzionati. Le prestazioni per andare al Mondiale devono essere continue e quindi non abbiamo in testa i 23 giocatori che verranno convocati. Al momento ne ho 35”.

Sei stato l’unico a prendere una posizione chiara nella vicenda di Salernitana-Nocerina…
“Devo essere sincero: in questi ultimi quattro anni ho visto il calcio in una dimensione diversa rispetto agli allenatori di club, che non possono esprimersi con trasparenza perchè sono all’interno dell’ingranaggio ogni giorno. Al momento c’è una realtà violenta, con gente che ti minaccia, e quando una persona vive con la famiglia in una città nella quale non è tutelato diventa difficile stare sereni”.

E’ ipotizzabile uno stop degli allenatori? Quando ci fu il problema dei contratti, ad esempio, i calciatori decisero di non giocare qualche tempo fa…
“Non abbiamo il potere per decidere una cosa del genere. Questo non è mondo civile e non è calcio. Nonostante ciò però anche i giornalisti, ad esempio, fanno il loro lavoro senza fermarsi. Non si è fatto a sufficienza e non sono stati toccati i tasti giusti per migliorare l’Italia in questo senso”.

Un commento su Giuseppe Rossi e il suo utilizzo in Nazionale.
“I suoi ultimi infortuni lo hanno rafforzato ancora di più. In Nazionale può giocare da prima e seconda punta come ha fatto con Cassano”.

Cosa ti ha emozionato finora del campionato italiano?
“Il festeggiamento del goal del cagliaritano Daniele Conti con suo figlio, nell’ultima giornata di campionato disputata. Questo per me è calcio e un messaggio straordinario, oltre che uno spot per tutti. Quel momento mi ha fatto tornare il sorriso e la voglia di vedere calcio, perchè tante volte a vedere certe immagini non la si ha. Lui non ha bisogno di convocazioni in Nazionale, può portare i suoi bambini a Coverciano quando vuole”.

 

 

Un campionato con tanti goal fatti ti sta stimolando per un calcio più offensivo da proporre anche in Nazionale?
“Gli arbitri quest’anno hanno deciso di fischiare meno e il numero dei goal segnati è dovuto anche a questo. Chi riuscirà a sfruttare questa opportunità può rosicchiare qualche punto”.

L’Italia si è qualificata in anticipo per il Mondiale: che vantaggio può dare questo raduno?
“L’obiettivo è cercare due prestazioni importanti contro Germania e Nigeria, cosa che sono convinto che otterremo. Dobbiamo fare tesoro degli errori commessi nelle ultime partite ufficiali. La Germania è migliorata tantissimo ultimamente e solo a nominarla ci ricorda tante imprese nella nostra storia”.

Le ultime convocazioni sono figlie delle recenti prestazioni contro Danimarca e Armenia?
“No, perchè dobbiamo capire se alcuni calciatori a certi livelli mantengono determinazione e sfrontatezza che sfoggiano nel campionato italiano. L’esempio vincente in questo senso è quello di Candreva, che convocato per l’ultima Confederations Cup senza avere grande esperienza in campo internazionale ha dimostrato di avere forza”.

Hai parlato con il rientrante Criscito, dopo i fatti pre-Europeo 2012?
“Con Domenico è tutto a posto da sempre e le porte della Nazionale non gli sono mai state chiuse. E’ un ragazzo serio, che sta facendo molto bene e ha recuperato dall’infortunio. Ha meritato la convocazione”.

Ora la Serie A italiana viene addirittura accostata a campionati come quello giapponese per competitivtà e ranking internazionale, piuttosto che ad altri massimi tornei europei…
“Noi italiani pensiamo di essere sempre i migliori, ma non siamo più i migliori e cerchiamo di ritornarci attraverso lavoro, etica, civiltà, rispetto e tanti valori. Se ogni volta ci sono situazioni così il nostro calcio viene visto in questo modo in tutto il mondo. Il calcio deve unire, anche far arrabbiare ma sempre nei limiti del rispetto. Se si va oltre non è più un calcio esportabile. All’estero invece ci sono tante famiglie e bambini felici negli stadi, con indosso la maglia della propria squadra del cuore”.

La Serie A non offre più molti spunti per tue nuove scelte in ottica Nazionale: che cosa ha detto finora questo campionato?
“Ha confermato che non ci sono grandissime novità”.

L’involuzione tattica del Milan ti preoccupa per quel che riguarda il rendimento di Balotelli?
“Allegri ogni giorno lavora a Milano con i suoi calciatori per migliorare. Balotelli non mi piace quando gira per il campo, perchè lo vedo come punto di riferimento nell’area di rigore avversaria”.

Il Bayern Monaco può essere un esempio per la programmazione di calcio anche in Italia?
“C’è stato un grande miglioramento per il settore giovanile nazionale italiano ma questo non basta. Forse è arrivato il momento di cambiare qualcosa, perchè mi pare di capire che il progetto Italia anche a livello giovanile non sia di lunga durata. Una società importante ha ultimamente tolto la categoria Allievi B dal suo organico e questo non è un bene. Si deve partire proprio da lì”.

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