Palermo in Serie B: analisi di un suicidio sportivo

Il destino alle volte gioca brutti scherzi. Il Palermo di Maurizio Zamparini retrocede in Serie B dopo nove lunghi anni di permanenza in Serie A colpito e affondato nella settimana appena trascorsa prima da Francesco Guidolin, allenatore entrato nella storia del club siciliano, e poi da Luca Toni, il bomber dei 50 gol in maglia rosanero. Due personaggi che hanno contribuito alla rinascita del Palermo. E ieri sembra proprio che a Palermo si sia chiuso un cerchio, apertosi dieci anni fa.

Fonte immagine: Frakorea dal Palermo su wikipedia e flickr.com
Fonte immagine: Frakorea dal Palermo su wikipedia e flickr.com

Le colpe di questa stagione disgraziata, senza alcun dubbio, sono tutte da addebitare al presidente Zamparini: due anni fa il Palermo si giocava la terza finale di Coppa Italia della sua storia, davanti a 40 mila appassionatissimi e straordinari tifosi, da lì si sarebbero dovute porre le basi per costruire qualcosa di storico. Invece Zamparini ha rotto il giocattolo: lo scorso anno, non dimentichiamolo, la squadra si salvò a sole due giornate dal termine con appena 43 punti, una vera inezia. Il crollo di quest’anno era ampiamente prevedibile: anzichè rinforzare la squadra, la si è indebolita, non rimpiazzando le cessioni illustri di Balzaretti e Migliaccio, per fare due nomi.
E se a questo aggiungiamo i soliti cervellotici cambi di allenatori e direttori sportivi, possiamo tranquillamente affermare che era un copione già scritto, che prevedeva un vero suicidio sportivo. Adesso bisognerà dare necessariamente delle risposte, e solo una persona può darle: Maurizio Zamparini. Dall’anno prossimo non servirà più una squadra che dovrà vivere alla giornata, bisognerà azzerare tutto e costruire una rosa pronta a vincere il campionato cadetto, che è un torneo durissimo, sia fisicamente che mentalmente. Bisognerà costruire il tanto famoso progetto, che a Palermo specialmente negli ultimi due anni è clamorosamente mancato, bisognerà avere nervi saldi e pazienza, tanta pazienza: le scelte prese con la pancia anzichè con la testa potrebbero essere ancora più fatali di quanto non lo siano state fino ad ora.
Il presidente deve rispondere coi fatti, non con i proclami: i tifosi palermitani non meritano lo scempio vissuto in questa stagione. I numeri del campionato che si concluderà domenica sono davvero desolanti e danno l’idea di come peggio davvero non si poteva fare: 32 punti, soltanto sei vittorie in trentasette partite, peggior attacco del campionato con 33 gol, addirittura peggio del Pescara ultimo in classifica, 51 gol subiti, soltanto un’ affermazione esterna, sedici partite senza la  gioia della vittoria, 5 cambi in panchina, direttori sportivi silurati e poi ripresi, un mercato di gennaio incomprensibile. Insomma, numeri e fatti che dimostrano una grande confusione.
Voltare pagina è l’imperativo, ma partendo da alcune certezze: questo Palermo non può fare a meno di Fabrizio Miccoli, seppur non sia più ormai un giovincello, ma il consiglio che diamo a Zamparini è di provare a trattenerlo con tutte le sue forze. Poi verrà tutto il resto: Sorrentino e Ilicic sono le altre certezze. Da loro, e da Sannino, deve ripartire il Palermo. Non si potrà fare affidamento solo su Dybala ed Hernandez lì davanti, c’è bisogno di gente che soffra, che sputi sangue, che esca dal campo consapevole di aver dato il massimo, per affrontare la Serie B.
E poi il pubblico, ne siamo certi, che non abbandonerà mai questa squadra, tanto è legata a quei colori, il rosa e il nero, che rappresentano un città bellissima e disgraziata, che in questi nove anni ha vissuto un grande sogno, ha battuto le grandi del Nord, ha sfiorato la qualificazione in Champions League, è andata vicina a conquistare la Coppa Italia e ha sempre dato del filo da torcere a tutte le altre squadre della massima serie.
E chissà poi si potranno riscrivere nuove pagine di storia, perchè Palermo e i Palermitani non meritano questa uscita di scena dal calcio che conta. 

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