Il punto/Serie A: la Juventus a forza sei, ma le altre sono in ripresa

I Campioni d’Italia continuano a viaggiare a vele spiegate. Bene anche il Napoli, che scopre il turnover. Il MIlan, invece, è sempre fermo. Ecco come procede la Serie A.

Il Campionato di Serie A si avvia verso il primo big match della stagione, Juventus-Napoli (18 punti la prima, tre lunghezze in meno la seconda), con tre certezze. Saranno loro a contendersi, a meno di sorpresone al momento non previste, anche questo Tricolore. La moltiplicazione della Juventus, e l’improvvisa abbondanza in casa Napoli.
Nel primo turno infrasettimanale della stagione, infatti, Massimiliano Allegri e Carlo Ancelotti hanno cambiato 15 giocatori su 22 rispetto al vittorioso weekend precedente, ma nessuno se ne è accorto perché i sette volte Campioni d’Italia ci hanno messo pochissimo a sbarazzarsi del Bologna di Inzaghi senior, rinvigorito dallo scherzetto fatto alla Roma ma obiettivamente poca cosa rispetto ai bianconeri.

 

 

Pallone campionato Serie A - Fonte: Danilo Rossetti
Pallone campionato Serie A – Fonte: Danilo Rossetti


I vicecampioni d’Italia, invece, non hanno avuto molta fatica ad avere la meglio di un Parma che fino a mercoledì sera faceva paura a tutti, con un secco 3-0 firmato Insigne (a segno per la terza partita consecutiva) e Milik.
La notizia, però, non è questa. È che il mister juventino ha cambiato sei giocatori rispetto a Frosinone, mentre l’ex allenatore di Milan, Chelsea, Psg, Real Madrid e Bayern ben nove uomini.
Non tutti se lo possono permettere, ma mentre per la Juventus sarà una consuetudine, vista l’abbondanza quasi imbarazzante nella rosa, in casa Napoli è una rivoluzione copernicana dopo il triennio di Maurizio Sarri. Il tecnico di Reggiolo è arrivato in punta di piedi, e in un mese, ha cambiato modulo (non più il dogmatico 4-3-3, ma si è passati al 4-4-2), messo Lorenzo il Magnifico al centro della Chiesa (già cinque le reti in cascina) e schierato ben 21 giocatori in quest’avvio di stagione, 17 in sei turni di Campionato. Da Castelvolturno, insomma, hanno tanti abiti nuovi.
Da Torino sponda bianconera non vincevano le prime sette partite ufficiali – c’è anche lo 0-2 a Valencia in Coppa dei Campioni – della stagione dall’annata 1930-31.
Tu chiamalo se vuoi, turnover. Benedetto soprattutto se arrivano i tre punti. Altrimenti piovono critiche e qualcosa di più.
Ci si domanda, ora, se domani, nel secondo anticipo della giornata numero sette, i partenopei possano fare lo scherzetto alla capolista, magari con un’altra zuccata al 90′ tagliagambe ma non assegna scudetto come accaduto ad aprile.
La sensazione dice di no, ma Ancelotti è un Atelier e qualcosa dal cilindro la può anche tirare fuori.

Il turno di metà settimana di Serie A ha lasciato anche altro in eredità. Il quarto successo consecutivo della Lazio, che appena ha avuto terreno fertile e calendario più malleabile ha ritrovato gioie, punti, cinismo e la via della rete. Anche con Acerbi, che non esultava dal 15 aprile 2017, e che mercoledì ha giocato la partita numero 129 di fila. Alla faccia del cognome, verrebbe da dire scherzosamente. E del cancro che voleva distruggerlo.
Biancocelesti che domani alle 15 saranno impegnati nel derby capitolino, contro una Roma che ha riacquistato smalto, prestazione dei tempi migliori, un altro colpo da 90 di Pastore, ma chissà se anche la retta via.
Contro un modestissimo Frosinone, ancora a zero reti in Campionato come il Catania 1970-71, Di Francesco si è affidato al 4-2-3-1 luce per gli occhi per il direttore sportivo Monchi, pure lui sulla graticola. Soltanto un caso o il tecnico ex Lecce e Sassuolo ha trovato la folgorazione sulla via di Trigoria?
Segnali di ripresa stanno arrivando anche dall’Inter, che dopo la vittoria meritata ma in pieno recupero centrata a Marassi contro la Sampdoria, si sono ripetuti martedì contro una bella, bellissima Fiorentina che ha pagato a caro prezzo gli errori. Luciano Spalletti gongola per il primo acuto di Icardi (su rigore), già all’11esima marcatura contro la squadra viola, vittima preferita dell’argentino in serie A, ha rispolverato Candreva, e vede progressi, anche se altri sarebbero necessari visto il potenziale a disposizione.
Un altro che continua a ridere è Enrico Preziosi, perché già immagina i bei soldini che potrebbe ricavare da un attaccante che un mese fa era sconosciuto e che si chiama Krzysztof Piątek. Il 23enne polacco è il primo giocatore della storia del Genoa a essere andato a segno in tutte le partite disputate dai grifoni in questa stagione.

 

 

E, dopo i posticipi di ieri, il Sassuolo continua a volare, dimostrando che la sconfitta contro la Juventus è stato soltanto un episodio.

Il Milan, invece, si conferma una eterna incompiuta. Terzo pareggio consecutivo in gare che, se si vuole andare in Champions, non devi non vincere, con tutto il rispetto per Cagliari, Atalanta ed Empoli.

Nove punti potenziali, tre raccolti. La Juventus è già a +12, il Napoli a +9, la Lazio a +6, e l’Inter a +4. Con una partita in meno, certo, ma è comunque un dato significativo.

Non è un problema di qualità. In via Aldo Rossi è una questione di testa. Grave, pesante, atavica. Abita la convinzione di essere inferiori al resto delle grandi. Tiri se ne fanno molti, le occasioni arrivano a grappoli, ma le reti sono sempre con il contagocce, per giunta annullate da continui orrori difensivi. Più dei singoli che del reparto. Modulo sbagliato? Gattuso con il 4-3-3 ha fatto 39 punti nel girone di ritorno della scorsa Serie A, e senza Higuain. Però, forse, iniziare a pensare a nuovi soluzioni tattiche non sarebbe, poi, così esiziale.

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