Virtus Lanciano, la favola continua

La favola del Lanciano va avanti dopo la vittoria esterna contro la Juve Stabia. Eppure quasi nessuno avrebbe scommesso sullo strepitoso inizio di campionato della truppa di mister Baroni: secondo posto in Serie B, miglior difesa del campionato ed unica squadra imbattuta insieme all’Empoli di Sarri.

 

fonte: Stefano Franceschini
fonte: Stefano Franceschini

I rossoneri non sono però la rivelazione del torneo per diversi motivi: in primo luogo non sono nuovi al torneo cadetto avendo già raggiunto una salvezza nella passata stagione ed in secondo luogo si sono fatti conoscere da tutti per il carattere audace, per il bel gioco espresso col passare degli anni e per il calore della tifoseria frentana che sia in casa, sia in trasferta, non fa mai mancare il sostegno ai propri beniamini. Una combinazione di elementi non da poco, che ha permesso alla Virtus Lanciano di affermarsi nel panorama calcistico nazionale e che ha portato una squadra di provincia appena professionista (gli abruzzesi hanno infatti militato in Lega Pro per 10 anni prima di approdare in cadetteria) ad una vera e propria realtà con cui fare i conti. Il processo di crescita della squadra è stato improvviso: una promozione strepitosa in B sotto la guida di Carmine Gautieri, una salvezza sempre raggiunta sotto i comandi del mister campano ed ora l’exploit vero e proprio con un allenatore di spessore come Marco Baroni, ex calciatore tra le altre di Roma e Napoli. Il merito di tutto ciò va però dato senza dubbio, ed in primis, alla famiglia Maio, che dopo anni di “insuccessi” a fronte di spese proibitive ha deciso di cambiare rotta, di puntare sui giovani e di valorizzare calciatori di piccole e grandi squadre in una piazza ideale per la crescita collettiva e graduale.

 

La dirigenza abruzzese si è fatta conoscere ed apprezzare in tutta Italia anche per la professionalità applicata sul lavoro e per la straordinaria capacità tecnica, cosa non da tutti. Non è un caso che negli ultimi anni a Lanciano siano passati calciatori del calibro di Pavoletti (attuale capocannoniere di Serie B), Gianluca Sansone e Gianvito Plasmati. La Virtus Lanciano però non è solo grandi nomi, ma anche costante tradizione. Basti pensare che nell’attuale staff tecnico ci siano Luca Leone con il ruolo di direttore sportivo e Roberto D’Aversa come responsabile dell’area tecnica; il primo è una leggenda del sodalizio rossonero, essendone stato anche capitano, ed è stato chiamato sin da subito dalla famiglia Maio che gli ha lasciato carta bianca per allestire le varie squadre negli anni, mentre il secondo è stato capitano dei rossoneri fino alla scorsa stagione, quando ha deciso di abbandonare il campo di gioco ed ha accettato la proposta-ricompensa di ricoprire un ruolo attivo nell’organigramma tecnico.

 

Un’altra scelta strategica del Lanciano è stata quella di fare affidamento sugli uomini, prima che calciatori, di spessore. Si pensi ad Amenta e Turchi, per esempio, che proprio con i frentani hanno fatto l’esordio assoluto nel torneo cadetto. I Maio, completamente in accordo con il resto dei collaboratori, hanno deciso, nel corso degli anni, di rinforzare la rosa con innesti graduali e senza stravolgere uno spogliatoio che ha sempre potuto garantire una certa continuità di equilibrio tra le parti. Allo zoccolo duro (di cui fanno parte i vari Di Cecco, Mammarella, Aquilanti, Turchi, Vastola, Amenta ed Aridità) si sono aggiunti i vari giovani mandati a farsi le ossa in Serie B dai club di fama superiore. A questo mix di esperienza e gioventù si aggiungono i calciatori che hanno trovato in Lanciano la piazza ideale per crescere e consacrarsi definitivamente, come ad esempio Piccolo, Paghera e Minotti. Questi tre, seppur si trovino in Abruzzo da poche stagioni, si possono tranquillamente considerare come “senatori” dell’organico, dal momento che hanno fatto di tutto e di più per rimanere giocatori della Virtus. Gli esempi lampanti sono rappresentati da Minotti e Paghera che hanno convinto Atalanta e Brescia, rispettive proprietarie dei cartellini, a far prolungare il prestito di un ulteriore anno.

 

E non finisce qui, perchè un altro segreto, non di minor importanza, si trova nel modulo di gioco dei rossoneri. Un 4-3-3 solido e divertente che si è perfezionato nel tempo ed ha permesso a tutti i calciatori di collocarsi come tasselli in un puzzle in ogni zona del campo. La novità di quest’anno è rappresentata dall’aggiunta di un 3-5-2 (spesso adattato a partita in corso) che mister Baroni ha fortemente voluto per potenziare il gioco sulle fasce.

 

Tutti questi aspetti, unendosi l’un l’altro, fanno del Lanciano una squadra temibile e compatta. Ottenere punti contro dei ragazzi che remano uniti verso un’unica direzione non è facile per nessuno, tantomeno quando gli avversari sono costretti a giocare in un Biondi che in occasione delle partite casalinghe diventa una vera e propria bolgia. La Serie B è avvisata: il Lanciano c’è e non intende sfigurare. Come diceva Freddy Mercury, “The show must go on“.

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