Brasile, le due anime di Rio de Janeiro: la magia del Fla-Flu

“Una battaglia di una guerra che non ha fine. Entrambi amano la stessa città, Rio de Janeiro, pigra, peccatrice, che languidamente si lascia amare e si diverte offrendosi a tutti senza concedersi a nessuno”: così scriveva Eduardo Galeano, indimenticato scrittore sudamericano, uno dei migliori di sempre, nel tentativo di spiegare al mondo intero la magia, lo spettacolo, la rivalità che si cela dietro il Fla-Flu.

Stadio Maracana, tifosi del Flamengo Fonte: www.wikipedia.org
Stadio Maracana, tifosi del Flamengo
Fonte: www.wikipedia.org

Non è un semplice match, non è fairplay, non è un clasico come se ne vedono tanti, non è puro antagonismo, è molto, molto di più: due squadre che in campo mostrano negli occhi la fierezza del leone nel momento in cui si accinge a divorare la preda in un sol boccone, uno stadio gremito che si trasforma in un’arena, un terreno di gioco difficile da calcare, che si fa quasi insostenibile nella sua leggerezza sotto gli occhi di migliaia di tifosi che condividono lo stesso, travolgente sentimento.

“E’ nato prima il Fla-Flu di ogni cosa che sia mai stata creata” (Mario Filho): nessuno al mondo offrirà mai in voto la stessa sacrale venerazione per la città di Rio, che partorì in sé il seme della discordia generando dal medesimo utero due gemelli che l’avrebbero straziata conducendola alla rovina e, dal giorno in cui si affacciarono per la prima volta  al mondo, si giurarono eterno disprezzo. Da quel momento la città di Rio de Janeiro non fu più la stessa: ogni cosa, quasi come si trattasse di una legge naturale, fu costretta a convivere e scontrarsi quotidianamente con la propria, diabolica metà, in una sorta di indissolubile cordone ombelicale che le teneva entrambe in vita, alla stregua di un visconte dimezzato alla ricerca della propria essenza, del proprio opposto, senza il quale anche l’esistenza stessa gli sarebbe riuscita impossibile da sopportare e avrebbe perso tutto il suo intenso sapore.

 

Tifosi della Fluminense Fonte: www.wikipedia.org
Tifosi del Fluminense
Fonte: www.wikipedia.org

Persino gli dei dovettero arrendersi al fato che voleva la città preda di due amanti tra loro inconciliabili e il cielo iniziò a tingersi di sfumature diverse: rosso e nero per il Flamengo, tricolore per il Fluminense. L’alfa e l’omega del calcio brasiliano, il sole e la luna che sovrastano imperiose il cielo di Rio de Janeiro, torneranno presto a splendere monopolizzando prepotentemente la scena da indiscusse protagoniste e l’eterna rivalità che non conosce requie troverà nuova, fresca linfa cui attingere: il 31 maggio, nella quarta giornata del Brasileirao, alle ore 23.30 tutti i cuori saranno pronti a battere all’unisono, l’adrenalina salirà, il respiro della città intera si fermerà scandendo l’inconfondibile, magico ritmo dello stadio Maracana e accompagnando i propri eroi a combattere l’ennesima, inesorabile battaglia.

Due facce della stessa medaglia, due punti di vista della medesima realtà, due arterie che confluiscono nello stesso cuore: da sempre il Fla-Flu racchiude in sé le elaborate trame di un disegno più grande e dal significato talvolta indecifrabile e sfuggente, fin da quando il Flamengo decise di liberarsi dall’ ingombrante ombra della sua gemella e, da una costola di dissidenti del Fluminense, gettò i semi della propria indipendente realtà. Il tempo continua a scorrere e mancano soltanto pochissimi giorni a quello che Mario Filho ha, a ragione, definito “The Classic of Crowds”: non soltanto il Brasile ma il mondo intero si prepara ad assistere allo spettacolo offerto dal Maracana, che già nel 1963 fece registrare il record di pubblico con ben 194.600 persone presenti ad un match che si concluse, tra la sorpresa e la costernazione generale, a reti bianche.

Ora la storia è pronta a ripetersi, ad aggiungere inedite sfumature e volti nuovi, a consacrare  stelle nascenti, a mischiare le carte in tavola, a cambiare il finale, ad onorare lo sport, a far trionfare l’orgoglio, il cuore, la passione, l’inesplicabile desiderio di rivalsa di un popolo, quello carioca, che da sempre vive, partecipa, soffre, si nutre fino al midollo delle emozioni, delle delusioni, dell’energia che solo il mondo del calcio in questo speciale angolo di mondo può e sa regalare ai suoi adepti. Uno sport che sempre più spesso cessa di essere soltanto tale e finisce per assumere i connotati di un vero e proprio stile di vita, un gene radicato nel dna degli abitanti di Rio e impossibile da raccontare, spiegare e trapiantare altrove, perché il Fla-Flu è stato, è e sarà sempre un’altra storia..

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