Lazio, l’ultimo treno per la Champions passa da Udine

Ancora una volta, come nella scorsa stagione, Udine sarà crocevia fondamentale per le ambizioni Champions della Lazio. Per continuare a sperare nell’Europa che conta, anche in virtù del pareggio di ieri sera tra Napoli e Roma nell’altro spareggio Champions di giornata, gli uomini di Reja non possono permettersi troppi calcoli. Servono

Fonte immagine: Danilo Rossetti

i tre punti. Solo con una vittoria, infatti, la Lazio si appresterebbe ad affrontare da favorita la volata finale per il terzo posto, mantenendo a tre giornate dalla fine del campionato un distacco di tre punti sull’Inter, che presumibilmente avrà vita facile con il Cesena, e di due e tre lunghezze rispettivamente su Napoli ed Udinese, con il vantaggio in questo caso negli scontri diretti. Ma per uscire vittoriosi da Udine servirà una squadra del tutto diversa da quella ammirata nelle ultime giornate di campionato. Sorvolando sulla sconfitta di Torino contro la Juventus di Conte, che comunque poteva essere preventivata, assolutamente fuori pronostico è stato invece il misero punto raccolto dalla compagine biancoceleste nella due sfide con Lecce e Novara. Se, come era lecito aspettarsi, gli uomini di Reja fossero usciti da queste due partite con il bottino pieno, questa sera avrebbero avuto il match point per chiudere definitivamente il discorso Champions. Ma tant’è, la Lazio deve guardarsi alle spalle e soprattutto, deve reagire.

Quella vista contro i salentini ed i piemontesi è una squadra molle, che non riesce a cambiare passo, priva di idee e cosa che è ancor più allarmante, all’apparenza demotivata. Non si possono spiegare altrimenti i cali di concentrazione che hanno portato ai dieci minuti di ordinaria folli che hanno consentito al Lecce di pareggiare una partita sin li dominata dalla squadra biancoceleste, o l’autogol di Diakitè e l’assoluta incapacità di concludere a rete nel secondo tempo di Novara.

 

Una squadra che vanta delle ambizioni, di qualsiasi genere esse fossero, non può permettersi passaggi a vuoto come quelli effettuati dalla Lazio in un momento cruciale della stagione come questo. Lo sa bene mister Reja, sempre più amareggiato per il rendimento dei suoi in questa ultima parte di stagione. Il mister goriziano, però, non sembra più essere esente da colpe. Molto spesso deve essere l’allenatore a trasmettere le giuste motivazioni. Ed invece, almeno stando ai risultati del campo, sembra che in casa Lazio ciò non accada. Non solo, le parole pronunciate nel post partita di Novara sembrano quasi un segnale di resa da parte dello stesso comandante biancoceleste. Recriminare per un gol in netto fuorigioco appellandosi al fatto che il guardalinee originariamente non se ne fosse accorto, per i numerosi infortuni che hanno falcidiato la rosa biancoceleste, un numero tale ormai che non può essere certo solo sfortuna, e concludere dicendo che probabilmente questo non è l’anno della Lazio, potrebbe essere recepito come aver alzato bandiera bianca con largo anticipo. Mentre invece i segnali che dicono che questo potrebbe realmente essere l’anno buono per i capitolini, ci sono tutti. Considerando il terribile girone di ritorno, in termini di rendimento, della squadra biancoceleste, trovarsi ancora in terza posizione, dopo aver dilapidato anche dieci punti di vantaggio, a quattro giornate dal termine, non è cosa da poco. Ma è arrivato il momento di invertire la rotta e ritornare a crederci. C’è un treno Champions che passa questa sera da Udine. E’ l’ultima occasione per la Lazio di salire a bordo. E non ritrovarsi a rincorrere.

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