Mourinho verso Roma-Empoli: “Quando abbiamo perso attaccavamo in 8”

José Mourinho (Fonte: Ronnie Macdonald, Flickr.com)
José Mourinho (Fonte: Ronnie Macdonald, Flickr.com)

La Roma è reduce dalla sconfitta nel derby e José Mourinho vuole rialzare subito la testa contro l’Empoli. Il tecnico ha parlato a Trigoria nella conferenza stampa di vigilia del match con i toscani. Ecco le sue dichiarazioni:

Spesso mette in evidenza il cambiamento offensivo del calcio italiano, ma prima e seconda sono Napoli e Milan che hanno preso 2 e 3 gol. Dov’è l’equilibrio?
“Il risultato è più importante. Meglio fare 0-0 che perdere 5-4. Se non vuoi concedere devi segnare per vincere. Conta la qualità del gioco, la proposta delle squadre. Io sono ‘risultatista’, ma la maggioranza della gente vuole giocare bene”.

Darboe confermato con la diffida di Cristante?
“Non parlo di questi dettagli. Lui con noi ha avuto un percorso buono, l’anno scorso non aveva responsabilità e Paulo non aveva altre opzioni tra gli infortuni. Lui giocò senza pressione e ha fatto molto bene. In pre-campionato, con noi, ho visto il senso di responsabilità.  Ha messo pressione su se stesso. È cresciuto e ha imparato. Difensivamente è stato molto buono con lo Zorya, gioca con la palla con criterio. La sua fiducia e la.mia fiducia su di lui sono cresciute”.

È rimasto sorpreso dalle mancate convocazioni di Mancini e Zaniolo in Nazionale? Meglio così?
“L’Italia ha un ct con grande responsabilità e tanti giocatori, sono sue scelte e le rispetto se dei nostri ne va uno o ne vanno 10. I giocatori preferiscono sempre andare, è un orgoglio, ma se rimangono qui sono protetti, lavorano bene e non hanno partite”.

L’Empoli ha subito meno tiri in porta della Roma. Dipende da errori individuali o dall’equilibrio?
“La cosa più facile nel calcio è difendere bene, ma non è quello che vogliamo fare. Vogliamo l’evoluzione della squadra, che segni. Non voglio essere ipocrita: mi interessa la squadra che difende, ma preferisco guardare la fotografia completa. Anche a intensità bassa abbiamo lavorato  lsappiamo che l’Empoli crossa e tira molto da fuori, quindi l’organizzazione difensiva è importante”.

Le Nazionali devastano i club come dice Spalletti? Si gioca troppo?
“Non commento le parole del mio amico Spalletti. Per noi i club sono più importanti, qualcosa si potrebbe migliorare, ma un calcio senza la passoione delle Nazionali non è la soluzione. Non è possibile però che in Sudamerica si giochi giovedì sera che per noi è venerdì mattina. Tante Nazionali adesso fanno una selezione di 35-40 giocatori per 2 o 3 partite e in 15 non giocano, meglio lasciarlle questi ai club. Le cose come il Mondiale ogni 2 anni non sono per me. Tra Juventus e Roma avremo Vina, Cuadrado e Bentancur che giocano venerdì in Brasile. Sono cose che la gente non vuole guardare”.

Come mai né voi né l’Empoli avete mai pareggiato?

“Casualità. Non è sempre questione di proposta di gioco. Un conto è se si entra per pareggiare, un conto poi è farlo. La differenza tra pareggio e vittoria tra noi e il Sassuolo è stata un goal al 90′.

Anche nel derby abbiamo visto squadre propositive modificarsi. Quanto è importante cambiare a partita in corso e leggere il cambiamento di uno scenario?

“Prima di tutto bisogna rispettare chi lo fa. Io l’ho fatto e lo farò. È normale, è positivo. È importante che la squadra che deve segnare prenda rischi e cambi atteggiamento senza paura di prendere goal. Questa è la bellezza del gioco. C’è anche un altro fattore e non sempre.la gente lo capisce: a volte giochi in maniera diversa in relazione all’avversario, anche se non vuoi. Questa è la dialettica del gioco”.

I tifosi hanno capito che la squadra ha bisogno di tempo?

“Non posso parlare per loro. Li ringrazio per l’appoggio a me e soprattutto alla squadra. È una dimostrazione di romanismo, è facile tifare chi vince sempre. Per me è espressione anche di fiducia nell’atteggiamento della squadra. Abbiamo perso 2 partite su 10, ma quando abbiamo perso abbiamo avuto voglia, qualità e impegno totale. Al tifoso piace, lo sente. Abbiamo perso giocando con 8 attaccanti contro Verona e Lazio. Stiamo vivendo un momento di maturità nell’essere romanisti. Il tempo è importante perché c’è una differenza si tanti punti tra noi e le posizioni top negli ultimi anni”.

Un commento sul rinnovo di Pellegrini?

Quando ho sentito che i Friedkin non volevano perderlo e quando Lorenzo mi ha detto in faccia che rimaneva di sicuro, dopo era tutto nelle mani di Tiago Pinto e del procuratore. Era un processo che si sapeva che sarebbe finito così. Per me è una decisione giusta per la società e per Lorenzo. Io sarò qui per 3 anni, lui resterà nel nucleo italiano della squadra. Siamo insieme, lavoriamo insieme e arriveremo dove vogliamo arrivare con tranquillità”.

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